La politica dello struzzo del centrodestra ciociaro

Forza Italia fa finta di nulla per non affrontare la sconfitta storica delle provinciali. La Lega glissa sulle fortissime divisioni interne, Fratelli d’Italia alle prese con la ribellione del gruppo del capoluogo. Risultato finale: guai a confrontarsi, all’interno come nella coalizione. Ma così si continuerà a perdere.

Come volevasi dimostrare. Archiviate le provinciali, il centrodestra ciociaro è tornato alla dimensione normale: quella di non affrontare alcun problema e di non provare nemmeno a confrontarsi sul serio. Eppure le provinciali sono state un terremoto.

Forza Italia non ha raggiunto il quorum, mentre in tutto il resto del Lazio il senatore e coordinatore regionale Claudio Fazzone furoreggia.

Nulla cambia

Il gruppo dirigente di Forza Italia

A caldo, dopo la cocente sconfitta, i vertici “azzurri” avevano annunciato epurazioni a tappeto. Nulla è successo. E lo stesso Claudio Fazzone ha lasciato lo schema che si sta rivelando ormai superato, quello cioè dei tre sub commissari. Il congresso è un sogno che viene ogni tanto alimentato. Non si celebrerà mai, anche se il Covid dovesse sparire da un giorno all’altro.

Daniele Natalia, uno dei tre subcommissari, dovrà adesso dedicarsi alle vicende del Comune di Anagni. Adriano Piacentini, un altro dei subcommissari, ha davanti la stagione delle elezioni comunali di Frosinone, dove sarà in ogni caso protagonista. Rossella Chiusaroli, la terza dei tre subcommissari, nei mesi scorsi ha preferito non accettare la proposta di Provincia in Comune di una collaborazione alle provinciali. Una scelta che non ha prodotto risultati per colpa di un solo voto mancato: altrimenti avrebbe avuto ragione lei.

A rendere drammatica la situazione non è questo: bensì il fatto che molti degli amministratori di Forza Italia non abbiamo votato i loro candidati, determinando così la mancata elezione. Il default è nato dall’interno, non tanto o non solo per le scelte fatte. Altrimenti a quest’ora gli “azzurri” avrebbero un consigliere. Invece c’è stata la sconfitta più cocente degli ultimi anni. Ma non succede nulla.

Nemmeno nella Lega

Così come non succede nulla nella Lega, che invece ha avuto un grande risultato alle Provinciali: 3 eletti. Il problema però non è questo, ma quello del rapporto tra le varie “anime” del Partito. Quella che fa riferimento al coordinatore Nicola Ottaviani, quella del consigliere regionale Pasquale Ciacciarelli, quella che guarda ai parlamentari Francesco Zicchieri, Francesca Gerardi e Gianfranco Rufa.

Ma nessuno chiede un confronto. Men che meno il coordinatore regionale Claudio Durigon, forte del divide et impera.

In Fratelli d’Italia il senatore Massimo Ruspandini deve fronteggiare la “ribellione” del gruppo consiliare di Frosinone. Inoltre, tra Lega e Fratelli d’Italia i rapporti sono ai minimi termini.

Anni fa Antonello Iannarilli, Alfredo Pallone (Forza Italia), Alessandro Foglietta (An) e Anna Teresa Formisano (Ccd-Udc) si confrontavano, anche quando c’erano momenti di forti tensioni. Le provinciali hanno sancito la debolezza del centrodestra ciociaro. Ma nessuno ha voglia di guardare in faccia la realtà.

Meglio nascondere la testa sotto la sabbia. Come gli struzzi.

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