La politica, le poltrone e la favola della volpe e l’uva

La restaurazione negli enti intermedi si è compiuta: De Angelis e Abbruzzese al timone, archiviata la stagione degli imprenditori. Il ruolo delle associazioni di categoria e l’assenza di un’inversione di tendenza da parte di Cinque Stelle, Lega e Fratelli d’Italia. In Ciociaria nulla di nuovo sotto il sole

La politica si è ripresa tutto in provincia di Frosinone. Parliamo di poltrone e posti chiave negli enti intermedi. La stagione degli imprenditori è tramontata da tempo.

Al Consorzio Asi sembrano lontani anni luce gli anni di Arnaldo Zeppieri e Giovanni Proia al timone. Anche al Cosilam Pietro Zola ha dovuto lasciare il passo a Mario Abbruzzese, anche se nell’ambito di un’operazione concordata. Così come è stata concordata l’operazione all’Asi, che vede comunque Giovanni Proia protagonista. Marcello Pigliacelli, presidente della Camera di Commercio di Frosinone, ha vissuto entrambe le stagioni al “centro”, per la sua capacità di trattare ad armi pari con una politica che non concede spazi. Ed è grazie a Pigliacelli che comunque ci sono ancora determinati equilibri.

 

Resta il fatto però che alla guida dei due Consorzi industriali della provincia ci sono Francesco De Angelis (Asi) e Mario Abbruzzese (Cosilam). Il leader del Pd e quello di Forza Italia, che se ne fregano dell’onda gialloverde che ha travolto l’Italia e anche, in parte, la provincia di Frosinone.

 

La politica fa quello che sa fare meglio: occupare le poltrone, per garantire gli  equilibri interni. Ma ci sono due considerazioni che vanno fatte.

 

La prima riguarda proprio gli imprenditori. Perché le associazioni di categoria mantengono rapporti di condivisione nella gestione di questi enti quando nulla ricevono in cambio per il territorio?

E’ una domanda che Unindustria e Federlazio su tutte dovrebbero porsi. Ma anche tutte le altre naturalemente. Perché non ci sono segnali per le imprese. Per un’autorizzazione ambientale servono sempre tempi biblici, le strade sono a pezzi e di rilancio delle aree industriali neppure l’ombra.

Così come nessuno sembra porsi il problema di effettuare ogni sforzo preventivo per assicurare allo stabilimento Fca di Cassino la stessa importanza dell’era di Sergio Marchionne. E’ un problema che va posto.

Se poi al bando per il rilancio dell’area ex Videocon non risponde nessuno nonostante i continui abbassamenti della base d’asta, allora qualche domanda bisognerebbe iniziare a porsela. Magari le aree industriali andrebbero date senza alcun onere ad imprenditori che hanno progetti per rilanciarli e magari per favorire un minimo di occupazione.

Ecco perché le associazioni di categoria potrebbero inaugurare una fase nuova, di critica costruttiva nei confronti di una politica che continua a non dare riposte. Ma ad occupare poltrone sì.

 

La seconda considerazione dovrebbero porsela gli alfieri (almeno a parole) del nuovo. Cioè Movimento Cinque Stelle e Lega. Anche Fratelli d’Italia per molti versi. Perché se in questa provincia continua l’egemonia di Francesco De Angelis e Mario Abbruzzese, qualche domanda devono iniziare a porsela.

I Cinque Stelle hanno eletto tre deputati in Ciociaria: Luca Frusone, Enrica Segneri e Ilaria Fontana. Tre parlamentari ha anche la Lega: i deputati Francesco Zicchieri e Francesca Gerardi e il senatore Gianfranco Rufa. Poi c’è il senatore Massimo Ruspandini (Fratelli d’Italia).

Dal 4 marzo ad oggi quale segno di discontinuità vero hanno lanciato in questa provincia? A parte le dichiarazioni roboanti rimaste tali?

Siccome poi in Parlamento sonole leggi a fare la differenza, quale provvedimento è stato depositato per rilanciare l’economia o le infrastrutture di questa provincia? Infine, visto che alla fine sul territorio bisogna starci, come mai continuano a non toccare palla su temi come la sanità, l’acqua e i rifiuti?

Non basta vincere le elezioni politiche se poi non si mette in campo un progetto politico per il territorio non c’è.

 

E chi dice che ormai c’è la globalizzazione, l’Europa è prevalente e si decide tutto a Roma, sa perfettamente che non è così.

E che questo alla fine è l’insegnamento di una celebre favola, nella quale la volpe dice che l’uva è acerba perché non riesce a prenderla.