La premessa di Zingaretti ed il Piave di Conte

Di fronte ad un M5S che sempre più sta in maggioranza per logorarla e presentarsi alle elezioni dall'opposizione, si profila un cambio di legge elettorale. Zingaretti avverte, Letta ne è sempre più convinto. Il modello che funziona è quello del Lazio. Ma è l'unico

È la premessa a fare la differenza. A cambiare l’intera prospettiva della frase. Le parole sono quelle affidate domenica da Nicola Zingaretti a La Stampa per dire che sarebbe una follia ripetere la strategia del 2018. Quell’anno il Pd guidato da Matteo Renzi si schierò da solo alle urne: venne sgretolato dovunque, solo nel Lazio vinse le Regionali l’uomo Zingaretti mentre il centrosinistra non raggiunse la maggioranza.

Per questo ieri Nicola Zingaretti ha detto: “Se rimarrà questa legge elettorale sarà un dovere morale presentarsi alle elezioni con un’alleanza, con chiari contenuti e la possibilità di vincere. Mai più il 2018, la follia di presentarsi alle elezioni da soli, per perdere“.

Frasi dette allo spazio de ‘La Stampa’ al Salone del Libro di Torino. Chi sostiene che il Centrosinistra ed il Movimento 5 Stelle non possano andare insieme alle prossime elezioni commette “un errore, ha spiegato l’ex segretario Pd. Evidenzia l’esperienza del Lazio dove “si lavora benissimo” insieme al Movimento 5 stelle.

Ma è la premessa a cambiare la prospettiva.

La premessa di Zingaretti

Nicola Zingaretti a Torino

Riavvolgiamo il nastro. Ascoltiamo di nuovo i primi tre secondi: “Se rimarrà questa legge elettorale sarà”. La chiave di lettura sta tra le righe ed è un messaggio politico forte per il Partito Democratico e per Enrico Letta, per il Movimento 5 Stelle e per Giuseppe Conte.

Il messaggio è che c’è un modo di stare insieme con successo per le due forze politiche e quel modello è il Lazio; non si può stare in maggioranza per logorarla dall’interno e poi arrivare alle elezioni dalle file dell’opposizione.

Beppe Grillo ha mandato un chiaro segnale in questa direzione. Lo ha fatto dalle pagine del suo blog che è finanziato dal M5S e pertanto ne rappresenta la linea. Nella giornata di domenica ha pubblicato un articolo firmato da Paul Rulkens, autore di vari best seller ed esperto di strategie organizzative. Il titolo sintetizza bene il contenuto: “La maggioranza è sempre in errore“.

A quel punto ognuno si assumerà le sue responsabilità grazie alla premessa fatta da Zingaretti: non è detto che si andrà a votare con la vecchia legge.

Aria di proporzionale

Enrico Letta (Foto: Sergio Oliverio / Imagoeconomica)

Enrico Letta negli ultimi giorni se ne sta dimostrando sempre più convinto e dice in ogni contesto che quella legge va cambiata: tornando al proporzionale, cioè tanti voti ottieni e tanto peso hai in Parlamento.

Nicola Zingaretti lo ha ribadito: “Penso, e mi permetto di dire che lo dissi all’inizio di questo governo, che a una larga maggioranza numerica non è detto corrisponda chiarezza politica”. Disinnesca e cerca di evitare le tensioni dicendo: “Non dobbiamo fotografare la dialettica come un problema. Ci sono punti di vista in una democrazia, che ci sia una dialettica. La partecipazione a una maggioranza implica il diritto di esporre un punto di vista, ma anche il dovere di trovare una sintesi“.

La linea del termovalorizzatore

Copenhagen termovalorizzatore di Copenhill

C’è una linea del Piave che per Beppe Grillo e Giuseppe Conte non può e non deve essere valicata. È il termovalorizzatore a Roma. Il decreto che assegna al sindaco di Roma Roberto Gualtieri tutti gli strumenti per realizzarlo deve essere convertito in Legge. Ed il Governo sta pensando di porre la fiducia. Votare contro significherebbe far saltare il Governo e con lui l’affidabilità costruita da Mario Draghi in Europa ottenendo i pacchi di miliardi in prestito con cui riformare l’Italia.

Il problema per Grillo e Conte è che quel progetto rappresenta uno dei totem sui quali hanno puntato tutto. Il loro terrore è che accada lo stesso che è avvenuto a Parma: il M5S vinse le elezioni assicurando il No del sindaco Pizzarotti al nuovo Termovalorizzatore perché avrebbe avvelenato tutti. Vinte le elezioni, il M5S ha scoperto che non poteva fermare un bel niente ed oggi Parma ha il suo modernissimo Termovalorizzatore, produce elettricità ed acqua calda per le case, i livelli di inquinamento sono identici a prima che la struttura venisse costruita. In pratica Grillo aveva detto un sacco di balle. Anche per questo il suo partito a Parma è sceso a percentuali vicine allo zero.

E con un sistema proporzionale, tanti voti hai e tanto pesi in Parlamento.