La puzza di bruciato tra De Donatis e Forza Italia

Sente puzza di bruciato. L’odore della fregatura politica è dietro l’angolo. Mancano le prove, forse non le avrà mai, ma gli indizi ci sono tutti. Roberto De Donatis ed il suo gruppo iniziano a sospettare che dietro agli incontri con Forza Italia si nascondesse un trappolone.

Le tracce le hanno individuate l’altra sera, facendo il punto con il team assieme al quale sta costruendo la sua candidatura a sindaco di Sora. Il sospetto è nato mettendo in fila tutte le cose che sono accadute durante le ultime tre settimane.

Il punto di partenza: tra pochi mesi a Sora si vota per rinnovare il sindaco e l’amministrazione comunale, il primo cittadino uscente Ernesto Tersigni (Ncd) raggiunge un accordo con il Pd che finora era spaccato e adesso lo sosterrà ufficialmente; De Donatis punta a diventare il suo avversario più titolato aggregando tutte le forze di opposizione: il modello è quello che a Ceccano ha portato alla vittoria Roberto Caligiore e cioè niente Partiti ma solo schieramenti civici. Iniziano gli incontri. In città l’altra forza finora rilevante è stata Forza Italia: è spaccata, lacerata dalle divisioni interne alle quali si aggiunge per un certo periodo la rottura tra il dominus provinciale Mario Abbruzzese e l’ex vicesindaco Vittorio Di Carlo. In sostanza Forza Italia non ha il candidato forte da contrapporre a Tersigni e per questo sonda sia De Donatis che l’ex sindaco ed ex consigliere regionale Enzo Di Stefano. Agli ambasciatori azzurri, De Donatis detta le sue condizioni: niente Partiti, se volete potete entrare perché solo unendo tutte le forze d’opposizione si può vincere ma dovete aderire al mio documento programmatico nel quale verrà tracciato il piano per lo sviluppo della città con poche cose ma sostenibili, realistiche e fattibili. Soprattutto dovete togliere il simbolo.

Fin quei non fa una piega. Poi le tracce si fanno sottili. C’è un incontro decisivo tra De Donatis e Vittorio Di Carlo, a Frosinone per un aperitivo all’ora di pranzo. L’intesa è a portata di mano. Il dettaglio del simbolo di Partito? Si può superare. In che modo? Forza Italia aderisce al manifesto civico, realizza anche una lista civica, schiera la lista di Partito alla quale – lascia intendere – potrebbe apportare una modifica al simbolo per adattarla alle esigenze locali. Le parti si lasciano con l’intesa virtualmente raggiunta, ciò che manca è questione di dettagli. E qui inizia il gioco: l’incontro è avvenuto in un locale dove De Donatis e Di Carlo sono stati visti ed ampi stralci del loro dialogo sono stati sentiti, dopotutto erano in un luogo pubblico. La notizia filtra mentre l’aspirante sindaco è ancora in viaggio verso Sora e viene confermata da chi ha i numeri per farlo.

La notizia esce. Nè De Donatis né Di Carlo possono smentirla: l’accordo è fatto, una sola parola sbagliata potrebbe mandare all’aria tutta la discussione. Ma puntualizzano ciò che è ovvio: “Non c’è ancora nulla di scritto”.

Intanto si inizia a sentire odore di bruciato: l’annuncio che il simbolo forzista sarebbe stato modificato non arriva, la dichiarazione d’essere pronti a firmare il manifesto etico di De Donatis non si vede. Nel frattempo gli scontenti iniziano a mormorare: se deve starci Forza Italia perché a noi è stato fatto cambiare il simbolo? Gli elettori Pd scontenti del patto con il sindaco Ncd iniziamo a defilarsi: si stavano avvicinando ad un sindaco di matrice civica – socialista e si ritrovano con Di Carlo e Giacomo Iula cioè i rispettabilissimi ex vice sindaco ed ex presidente del consiglio comunale. L’odore di bruciato è sempre più forte. Il sospetto è che l’accordo servisse per avvelenare i pozzi del nemico. Questo però lo possono sapere solo Roberto De Donatis e Vittorio Di Carlo. E Mario Abbruzzese.

Adesso? Ora la bandiera azzurra è stata ammainata, non sventola più nel campo civico di De Donatis, se vorrà starci Forza Italia a Sora dovrà cambiare nome e simbolo. Alle trattative ora andranno gli inviati del sindaco e poi le condizioni verranno discusse ed approvate insieme nel direttivo. Se c’è stato un tentativo di bruciare il villaggio adesso c’è un sistema antincendio.

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