La rabbia di D’Amico: «Qui si parla solo, i fatti non si vedono: serve un piano su Pmi e Commercio»

Sbatte il pugno sul tavolo, l’accento siculo è più marcato quando parla con tono arrabbiato: il presidente nazionale di Confimprese Italia Guido D’Amico dice «Se pensano che questa volta non alzeremo la voce si sbagliano di grosso. Tutti» Reclama un piano per le Piccole e Medie Imprese e per il Commercio.

Alessioporcu.it – Perchè è arrabbiato presidente?
Guido D’Amico – Il presidente della Bce Mario Draghi è stato chiaro: “Più investimenti in infrastrutture e meno tasse sul lavoro”. Parole che evidenziano la preoccupazione per la crescita che resta in fase di stallo. Credo che nel mondo globalizzato nel quale viviamo è importante cercare di tenere tutto insieme, perché nessuno ce la fa da solo.

Esortazione autorevole e che parte da lontano: a Frosinone non la recepiscono?
Bisogna avere il coraggio di dire le cose come stanno: perfino i tavoli vengono soltanto annunciati e qualche riunione sporadica non può fare la differenza. Non voglio tornare sulla necessità di risposte rapide ai 352 lavoratori della Vertenza Frusinate (che tra poco più di un mese resteranno senza ammortizzatori sociali), non voglio tornare sull’urgenza di chiedere davvero, con forza e convinzione, l’istituzione di un’Area di Crisi o di una Zona Economica Speciale. Non voglio tornare sull’inevitabilità di prendere atto del fallimento dell’Accordo di Programma. Ma non voglio neppure fare finta di non vedere. Questa provincia ha bisogno di incentivi fiscali, di semplificazione burocratica, di infrastrutture vere. Ma anche bisogno di porre all’attenzione la drammatica situazione delle micro-imprese, delle piccole e medie aziende e del commercio. La spina dorsale della nostra economia è stata questa per decenni.

I tavoli che vengono riuniti in Regione e Provincia non sono utili?
Oggi si fa finta di non vedere che le piccole imprese non ce la fanno, che tante sono state costrette a chiudere. Signori, parliamo di famiglie che si ritrovano senza reddito dall’oggi al domani, di genitori che non sanno come “campare” i figli.

Questa volta lei chiede anche un impegno per il Commercio: con gli 80 euro di bonus nelle buste paga si sostiene che i consumi siano ripartiti. Non le risulta?
Per il commercio vale lo stesso discorso appena fatto per le Piccole e Media Imprese: quanti negozi hanno chiuso e stanno chiudendo nell’indifferenza generale?

L’affluenza alle urne nella giornata di domenica dice che la gente è delusa, in particolare nella provincia di Frosinone che è una delle peggiori undici in Italia per numero di elettori andati al seggio. La politica, le associazioni, hanno perso peso?
Non mi piace puntare l’indice e detesto il clima da “caccia alle streghe”, ma non si può continuare a tacere. In questa provincia c’è anche un problema di rappresentanza, con associazioni e sindacati che hanno dovuto piegarsi alla logica di un accorpamento con Latina e con altre province. Potrei sorvolare e dire che il problema non riguarda ConfimpreseItalia, ma che senso avrebbe?

Troppe chiacchiere?
Debbo constatare che agli impegni non seguono mai i fatti e se qualcuno non si rende conto che Area di Crisi e Zona Economica Speciale sono le uniche risposte vere, allora è davvero preoccupante.

Vole dire che la soluzione al problema resta confinata ai tavoli e non prende mai forma concreta?
Un Piano del commercio e un Piano per le piccole e medie imprese dovrebbe rappresentare la priorità del dibattito politico, economico e sociale.

Quindi non bisognerebbe limitarsi a parlarne in Regione e Provincia?
Anche nei Comuni, ma non limitandosi certo alla sola campagna elettorale.

I sindaci obietteranno che le risorse sono poche
Vero, ma piangersi addosso non risolverà nulla. Perché in altre parti d’Italia si mettono in campo iniziative a sostegno del commercio cittadino? Stabilendo sgravi fiscali per chi, ad esempio, investe nei centri storici o in quelle periferie prive di qualsivoglia servizio? Perché altrove si studiano misure che vanno ad incentivare gli insediamenti industriali, magari pure piccoli, attraverso sconti sulle tasse sugli immobili o sui capannoni? E da noi mai?

Poco tempo fa aveva detto che il tempo stava per scadere
Non ci sto più a fare finta di nulla. Non ci sto più perché il tempo è scaduto e questo territorio ha bisogno di risposte che vengono sempre e soltanto annunciate e mai date.

Scusi, ma voi cosa avete fatto? Potrebbero rimproverarvi che non siete un pulpito dal quale può partire la predica
ConfimpreseItalia ha avanzato proposte, si è messa in fila, ha aspettato pazientemente riscontri e risposte. Ci aspettavamo molto di più. Ma se qualcuno pensa che non faremo sentire la nostra voce, beh, si sbaglia”.

error: Attenzione: Contenuto protetto da copyright