La rabbia di Michelina: “Dopo le elezioni vedremo”

La rabbia del consigliere comunale di Cassino. "Mi avevano assicurato la blindatura”. E descrive le ragioni che la motivavano. Un caso diverso da quello di Mignanelli

Dopo le elezioni, vedremo!”: ha un diavolo per capello Michelina Bevilacqua. Il consigliere comunale della Lega di Cassino ha aspettato qualche giorno. E poi ha dato sfogo a tutto il suo malcontento. Le avevano promesso che l’avrebbero candidata alle elezioni Provinciali senza altre concorrenti a Sud: l’hanno lasciata a piedi. Nel senso che le avversarie le hanno messe.

Mi era stato promesso che sarei stata la candidata di Partito, l’unica per l’area Sud della provincia” racconta Michelina Bevilacqua. Perché una blindatura così ampia, sulla base di quale elemento può pretendere una copertura simile? Una spiegazione politica la fornisce: “Sono l’unica consigliera comunale eletta nella Lega”.

In apparenza è inverosimile: il Coordinatore provinciale Nicola Ottaviani ha presentato una lista completa, piena di nomi di leghisti e leghiste. Michelina Bevilacqua mette i puntini sulle i “Gli altri si sono trasferiti da altri Partiti, io sono l’unica eletta nella lista della Lega”.

La garanzia politica, assicura, era qualificata: “È stato il coordinatore regionale Claudio Durigon a farmi candidare ed a promettermi che sarei stata l’unica candidata alle Provinciali per il Sud del territorio. Ora queste promesse non vengono mantenute. Come mai? Dopo le elezioni, vedremo”.

La rabbia di Mignanelli

Massimiliano Mignanelli

La sua non è l’unica situazione di malcontento. Nei giorni scorsi si era sfogato anche un altro consigliere comunale di Cassino: Massimiliano Mignanelli, già vice presidente della Provincia. Aveva avuto la garanzia dal presidente Antonio Pompeo che lo avrebbe candidato o nella sua lista civica o in quella del vice presidente Luigi Vacana. Si era addirittura iscritto all’associazione Volume, creata dal presidente Pompeo per allargare il recinto del Partito Democratico. Anche lui è rimasto a piedi.

In questo caso però la spiegazione è politica. La riunione tra Antonio Pompeo e Francesco De Angelis al Bellaria di Castelnuovo Parano ha disegnato una nuova strategia: tutta concentrata sulla lista di Partito, niente spazio per le civiche. E la scialuppa della lista di Vacana? È scattato il veto dei Socialisti.

A differenza di Michelina Bevilacqua, Massimiliano Mignanelli paga la sua non appartenenza ad alcun Partito politico. Che non sarebbe stato candidato alle prossime Provinciali era chiaro dalla stessa sera in cui c’è stata la cena al Bellaria. E non perché il sindaco di Cassino Enzo Salera avesse posto il veto, per non indebolire l’elezione del suo capogruppo Gino Ranaldi. Ma perché nessuno schieramento lo ha voluto in lista.

L’assenza di un Partito

Gianluca Quadrini. Foto © AG. IchnusaPapers

Non l’hanno voluto non perché fosse impresentabile, ma proprio per l’esatti contrario: perché sarebbe stato eletto e poi non avrebbe risposto a nessuno. Chi lo avesse ospitato si sarebbe trovato a fargli da taxi. E in politica non funziona così.

L’unica alternativa rimasta era quella di attuare la stessa strategia applicata lo scorso anno da Gianluca Quadrini: si è fatto da solo una civica, centrando l’elezione. Non ne ha avuto né la forza né il tempo.

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