La rabbia di Peppino: «Prima facciano mea culpa, poi parliamo»

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Chi c’era, racconta che quelli di Cassino sono arrivati con il sangue agli occhi. E che cercassero Francesco Mosillo per rispondergli a brutto muso di fronte a tutta la Direzione Provinciale del Partito Democratico: gridargli in faccia come fosse falso che non sia stato tentato un accordo con lui per unire il centrosinistra al ballottaggio di Cassino. Quando hanno fatto il loro ingresso da Memmina a Frosinone però non lo hanno trovato: era già andato via da pochi minuti.

Verità o leggenda che sia, il clima all’interno del Pd non si rasserena. Tutt’altro. Soprattutto dopo le dichiarazioni fatte da Francesco De Angelis nel corso dell’analisi del voto (leggi qui il precedente) e l’accesa discussione continuata addirittura nel parcheggio tra Francesco De Angelis e Marino fardelli (leggi qui).

A ribattere ora è l’ex sindaco Giuseppe Golini Petrarcone. Non era alla Direzione perché stava a Roma per definire il ricorso al Tar con cui mettere in discussione il risultato delle elezioni. La sua versione l’ha data nelle ore scorse a Radio Cassino Stereo. la domanda è insidiosa: se il Tar con un colpo di spugna azzerasse, dunque, il risultato elettorale dello scorso giugno, potrebbe accadere lo stesso con i dissapori interni al Pd, che magicamente potrebbero essere dimenticati o archiviati? Petrarcone ha risposto: «Ho assistito dall’esterno a questa diatriba provinciale nell’ambito del Pd. Una riappacificazione deve passare solo attraverso, un riconoscimento delle proprie responsabilità da parte di chi non ha voluto concedere il simbolo alla mia coalizione. Devono ammettere le proprie responsabilità pure coloro che hanno candidato una coalizione in contrapposizione alla mia».

L’ex sindaco rinnova le accuse lanciate durante la Direzione Provinciale dal consigliere Alessandro D’Ambrosio: «Nella coalizione di Mosillo, al ballottaggio hanno fatto votare per Carlo Maria D’Alessandro e non per me. E questo nonostante avesse nella coalizione liste ed una connotazione di centrodestra».

Rappacificazione? «Se ci sarà un riconoscimento di gravi responsabilità politiche, allora si potrà aprire un confronto serio e costruttivo, altrimenti credo che il dialogo si debba fermare come si è fermato alle elezioni o prima delle elezioni».