La reazione di Buschini e il team di Pensare Democratico

La corrente di Francesco De Angelis è una famiglia nella quale l’unità non è in discussione anche se cambiano i ruoli. Ma a questo punto il Pd deve ricucire lo strappo dal quale tutto è iniziato, quello del 2014.

Mauro Buschini si è rimesso in cammino dopo un periodo di riflessione seguito alle dimissioni da presidente del Consiglio Regionale per la vicenda del concorso di Allumiere. Cioè per lo tsunami mediatico che si era scatenato. È stato l’unico componente di quell’Ufficio di Presidenza a ritenere opportuno effettuare un passo di lato per tenere le istituzioni fuori dalla bufera. Un elemento su quale, a bocce ferme, bisognerà ragionare.

La squadra di Pensare Democratico

Forse davvero i rapporti con Nicola Zingaretti non sono più quelli di un tempo, ma è nei momenti difficili che si misura la “stoffa”. Mauro Buschini si è rialzato riprendendo a fare il consigliere regionale semplice. Ma fa parte di una corrente, Pensare Democratico, che è anche una famiglia. E il punto è proprio questo. Perché nel frattempo Sara Battisti è stata eletta presidente di Commissione (Affari Istituzionali) e Francesco De Angelis incassa il via libera del sottosegretario leghista Claudio Durigon  e del presidente della Camera di Commercio Giovanni Acampora sul progetto del Consorzio industriale regionale unico. (Leggi qui Consorzio unico, il socio di maggioranza? La Ciociaria).

Pensare Democratico è una squadra, all’interno della quale i “tre tenori”  restano uniti nella buona e nella cattiva sorte. A prescindere dal ruolo e dal momento. Inoltre, di quella squadra fanno parte tanti sindaci, assessori e consiglieri comunali. E’ la componente maggioritaria del Partito da sempre. È su questo che si dovrebbe ragionare, anche da parte di chi fa parte di altre aree e legittimamente ambisce a guidare il Partito. Ma il Congresso si è celebrato meno di un anno fa e Luca Fantini è stato eletto segretario sulla base di numeri e votazioni, che hanno evidenziato come la maggioranza sia di Pensare Democratico.

Competizione e non contrapposizione

Francesco De Angelis e Antonio Pompeo

Tutto questo però non dovrebbe portare ad una contrapposizione tra correnti, ma ad una competizione nell’ambito di regole condivise e di numeri evidenti. Perché altrimenti il Pd non riuscirà mai a ritrovare l’unità.

Ma quell’unità è stata perduta in una data precisa: settembre 2014, quando ci si è divisi sulla candidatura alla presidenza della Provincia. Da una parte Enrico Pittiglio (indicato da Francesco De Angelis), dall’altra Antonio Pompeo (sostenuto da Francesco Scalia).

Se non si ricuce davvero quello strappo, è complicato pensare di andare avanti uniti. Avere delle correnti può essere un valore aggiunto. Se collaborano nell’ambito di una visione comune.