La riabilitazione di Zaccheo: non chiese raccomandazioni, condannata Striscia la Notizia

Messo alla berlina da un video di Striscia la Notizia. Le scritte in sovraimpressione assicuravano che l'allora sindaco di Latina stesse raccomandando le figlie a Renata Polverini. Il tribunale ha stabilito che non era vero. Ed ha condannato a risarcirlo

Gli avevano bruciato la carriera. Portandolo alle dimissioni da sindaco di Latina, città strategica per il centrodestra. Il video trasmesso da Striscia la Notizia nel 2010 inchiodava Vincenzo Zaccheo, potentissimo colonnello di Alleanza Nazionale, già consigliere regionale del Lazio, due volte parlamentare, vincitore due volte delle Comunali nel capoluogo Pontino. Le immagini lo immortalavano mentre abbracciava l’allora Governatore del Lazio Renata Polverini che era stata appena eletta: c’è molta confusione intorno a loro e la distanza amplifica i rumori di fondo. Troppo distantel a telecamera per sentire con chiarezza cosa si dicevano. La scritta in sovraimpressione assicura che la frase era: “Non ti dimenticare delle mie figlie”. Come se le stesse chiedendo di sistemarle. Invece non era così. Vincenzo Zaccheo quella frase non l’ha mai pronunciata.

Il servizio di Striscia finito al centro del processo

Lo ha sentenziato oggi il tribunale Civile di Roma. Ha condannato la società RTI produttrice di Striscia la Notizia. Dovrà risarcire l’ex sindaco di Latina con 50mila euro.

A citare in giudizio la trasmissione era stato l’ex sindaco, sostenendo di non avere mai detto quelle parole. E portando una perizia giurata che lo confermava. Non c’era un labiale, tolti i rumori di fondo, per il perito di Zaccheo la frase detta dall’allora sindaco era “Non ti dimenticare di Latina.

Per giorni Vincenzo Zaccheo era finito alla berlina. Nel pieno della guerra intestina in corso tra la sua Alleanza Nazionale e Forza Italia guidata dall’altro uomo forte della politica pontina, Claudio Fazzone. Una guerra senza esclusione di colpi e che all’epoca coinvolse gli assetti di altre grandi città come Terracina e le quote politiche all’interno del CdA di Acqualatina. Il video fu il colpo di grazia: Vincenzo Zaccheo fu sfiduciato. Proprio lui che appena sette giorni prima era tra i sindaci con il maggiore gradimento in Italia, stando alla classifica pubblicata dal Sole 24 Ore. Lui che era stato il parlamentare di Alleanza Nazionale con il maggior numero di preferenze ed il Segretario Gianfranco Fini gli aveva proposto un incarico da sottosegretario “a meno che tu non voglia fare altro”. Fini alludeva ad un ministero, Zaccheo chiese la candidatura a sindaco.

Vincenzo Zaccheo

Ora la registrazione è stata esaminata anche da un perito nominato dal tribunale. Ha stabilito che Zaccheo non chiese alcuna raccomandazione per le figlie a Renata Polverini. Le frasi in sovraimpressione, dice la sentenza, non erano vere. Il giudice ha pronunciato una sentenza in cui dispone il risarcimento per i danni morali subiti. Rti dovrà pagare 50.000 euro.

Oggi considero questa sentenza un primo parziale risarcimento nei miei confronti e nei confronti della mia famiglia, che ha enormemente sofferto e che è stata pesantemente scossa da questa vicenda” dice Vincenzo Zaccheo. “La sentenza del Tribunale di Roma ha accertato il carattere diffamatorio di quel filmato, chiarendo definitivamente che nella mia funzione di primo cittadino non ho chiesto favori per i miei familiari e in particolare per le mie figlie. Come dimostrato dal perito del Tribunale, in realtà non ho mai pronunciato alcuna frase di raccomandazione per le mie figlie“.

Per Zaccheo quel video “mi ha costretto ad abbandonare il mio impegno in politica al servizio della nostra comunità, portando anche alla caduta di un’amministrazione comunale sulla base di un pregiudizio nei miei confronti. Un pregiudizio creato ad arte da una vicenda mediatica che, come si è dimostrato, era del tutto errata”.

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