La riforma delle Province: Abbruzzese lascia a piedi Delrio

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La lettera per Luigi Macchitella è pronta, bisogna limare qualche virgola ma entro un paio di giorni la farà spedire per chiedere di riunire i sindaci della provincia di Frosinone e fare il punto sulla Sanità. Quella destinata ai sindaci della dorsale Tirreno – Adriatico invece partirà all’inizio di settembre e li inviterà a riunirsi per valutare la costruzione di un grande asse stradale Tirreno – Adriatico. Prima però vuole che si riuniscano per trovare una linea comune sull’individuazione della nuova discarica provinciale, nella quale portare – come prevede la nuova normativa regionale – ciò che avanza dal ciclo di lavorazione delle immondizie una volta trattate nello stabilimento Saf di Colfelice: una discarica pubblica con cui sostituire quella privata oggi ubicata a Roccasecca. Intanto ha già disposto di preparare tutto per il due settembre quando i sindaci serviti dalle fonti e dagli impianti idrici dell’Ato5 si rivedranno per parlare di tariffe dell’acqua.

Mario Abbruzzese ha capito che la vera rivoluzione delle province non è quella sgangherata messa in campo da Matteo Renzi e Graziano Delrio: che ha spostato un po’ di competenze a Roma e poi le ha riportate sui territori, trasferito decine di dipendenti agli uffici provinciali delle Regioni adeguandogli lo stipendio e nella maggior parte dei casi lasciandoli senza qualcosa di preciso da fare.

La vera rivoluzione è quella che il consigliere regionale sta tentando di attuare. La Provincia è stata spogliata di quasi tutte le funzioni, può decidere su poco o nulla. Il vero potere ora è nelle mani dei sindaci. E’ lì che Mario Abbruzzese vuole arrivare: a governare di fatto i centri di snodo delle decisioni provinciali, lasciando l’amministrazione provinciale chiusa nel suo sarcofago istituzionale di palazzo Iacobucci.

L’illuminazione gli è venuta il giorno dell’assemblea sulla tariffa dell’acqua. Lì è stata chiara una cosa: non è più la provincia a decidere, i veri poteri li hanno i sindaci e solo se si mettono insieme.

Chi li comanda? Nessuno. Ed è per questo che diventa facilissimo costruire e smontare maggioranze, variabili a seconda delle esigenze e delle convenienze. In questo momento il centrodestra può contare sui sindaci di Frosinone, Cassino, Sora, Ceccano e Pontecorvo; il centrosinistra su Anagni, Alatri, Ferentino, Ceprano. Ma chi troverebbe da ridire se i sindaci di due Comuni guidati da amministrazioni di colore opposto trovassero un’intesa per realizzare insieme un progetto?

In questo, Mario Richelieu Abbruzzese è insuperabile.