La risata che rischia di seppellire il voto di Anagni

La battaglia degli ultimi giorni prima del voto si concentra sulla Sanità. A colpi di video, lazzi e frizzi. E contraerea fatta di lettere ufficiali, protocolli, assessori regionali che ci mettono la faccia. Ma il vero problema per l'ospedale è un altro.

Una risata vi seppellirà” avvertiva l’anarchico Michail Bakunin. Era il segnale dell’avvio di una campagna con cui demolire l’immagine degli avversari che in quel momento stavano al potere. Una risata rischia di seppellire le elezioni Comunali di Anagni del 14-15 maggio prossimi.

A suscitarle è il video che circola da ieri sui social e sui gruppi Whatsapp di Anagni. Prende di mira il sindaco uscente Daniele Natalia. Ridicolizza lui e la conferenza stampa organizzata sabato scorso in compagnia degli altri sindaci del comprensorio. Convocata in fretta e furia: subito dopo avere avuto tra le mani l’impegno scritto del governatore Francesco Rocca ad investire su Oncologia e sulla riapertura del Punto di Primo Intervento nello stabile dell’ospedale.

Denigrare per demolire

La conferenza di Natalia con i sindaci

La tattica è raffinata. L’esecuzione un po’ grossolana. Ma per scelta perché il tutto deve sembrare quasi spontaneo, fatto da mani in apparenza dilettanti: per suscitare l’impressione di una maggiore spontaneità. Invece i tagli di quel video sono scelti ed assemblati con una perfida precisione e sperimentata perizia. Lazzi, pernacchie e me cojoni sono piazzati nei punti precisi: come le piccole cariche di tritolo messe nelle giunture cruciali per buttare giù anche il più alto dei palazzi.

Il risultato: il dubbio. Ottenuto nel più efficace dei sistemi: la risata. Cosa ne può sapere l’elettore se quel documento esibito da Daniele Natalia sia vero o solo una crudele montatura ad una settimana dal voto che deciderà se confermarlo o mandarlo all’opposizione?

Il problema è che nel recente passato, l’ospedale di Anagni è stato la passerella per altre promesse. Spesso rivelatesi solo dei paravento per la politica. Nei dieci anni di governo Zingaretti è stata premessa la riapertura del Pronto Soccorso, il Punto di primo Soccorso, la base elicotteristica del 118 di tutto il Lazio Sud, un nuovo ospedale da costruire nella parte bassa della città, il Centro studi e ricerche per le malattie da inquinamento. Se avanza qualche pernacchia è qui che va inserita.

La partita sbilanciata

L’ospedale di Alatri

A Daniele Natalia va dato atto di avere cercato con le unghie e con i denti di scavalcare il muro alzato dalla Sanità Regionale negli anni del centrosinistra. Ci ha provato con la diplomazia, con le relazioni diplomatiche intessute con i vari manager avvicendatisi alla guida della Asl, con le minacce di azioni legali, con le proteste plateali.

Il risultato per cinque anni è stato sempre lo stesso: il minimo. Perché a schiacciare Anagni nell’angolo in cui è stato confinato sono i numeri. È stato l’ospedale di Alatri a togliere alla città di Anagni per dieci anni i numeri necessari per sperare di ottenere qualcosa. Tra i due c’è spazio per uno soltanto. E Alatri ha espresso un consigliere regionale dotato della forza politica del Capogruppo nel principale Partito della maggioranza, fornito della forza amministrativa che deriva dal ruolo di Presidente del Consiglio Regionale. In queste condizioni, se uno doveva essere buttato giù dalla mongolfiera non c’è bisogno di stare troppo a fare i conti.

Alatri aveva un Buschini: senza di lui sta iniziando il silenzioso smantellamento dell’ospedale cittadino. Anagni può iniziare solo ora a sperare in una partita ad armi pari.

La garanzia doppia

Giancarlo Righini (Foto: Sara Minelli © Imagoeconomica)

Ad onore del vero una cosa va detta: la carta esibita da Daniele Natalia non è un falso. La portata effettiva di quello che c’è scritto sopra è altra faccenda. Ma va detto che il sindaco non s’è messo davanti al computer e non ha smanettato Photoshop per creare un documento fasullo a fini elettorali. L’atto è autentico, la firma originale, Francesco Rocca ha riconosciuto l’atto.

L’abilità del video è stata capace di ingenerare addirittura questo dubbio.

Di più ancora. Da qualche ora c’è un secondo video: questo postato da Daniele Natalia. Sobrio, senza effetti speciali. Ha spiegato la situazione all’assessore regionale al Bilancio Giancarlo Righini: che si è messo in macchina, ha raggiunto Anagni, confermato l’atenticità del documento. E fornito una doppia garanzia: ha ricevuto mandato di individuare nel bilancio le somme necessarie per finanziare il Punto di Primo Intervento.

Il gioco della campagna elettorale ora porterà a dire che è fuffa. Realtà delle cose è che tutti hanno cercato di avere almeno il Punto di Primo intervento senza riuscirci. È un Pronto Soccorso dove affrontare urgenza ed emergenza ma senza i posti letto per il ricovero e senza i reparti che per legge devono esserci per ottenere la classificazione di Pronto Soccorso.

La vera battaglia

Terapia Intensiva Foto © Stefano Scarpiello / Imagoeconomica

Onestà impone di dire che Anagni mai avrà di nuovo un Pronto Soccorso fino a quando ci sarà quello dell’ospedale di Alatri. Non è una questione di campanile. È una questione di numeri.

Anagni potrà sperare di riavere un ospedale solo se cambierà il disegno della Sanità nel Lazio. E Francesco Rocca ha detto di volerlo fare. Non per Anagni. Ma per tutto il Lazio: piaccia o no, il suo modello è diverso da quello che aveva disegnato e realizzato Nicola Zingaretti.

Ma il vero problema è un altro: racconta sciocchezze chiunque dica che Anagni riavrà l’ospedale come era prima che Renata Polverini fosse obbligata a chiuderlo (anche lei per una questione di numeri). Bisogna mettersi in testa che anche se domani mattina venisse costruito di sana pianta un nuovo ospedale non ci sarebbero né i medici né gli infermieri necessari per curare i pazienti. Non ci sono a Frosinone, non ci sono nel Lazio, non ci sono in tutta l’Italia. Già da anni li stiamo importando dall’estero, ogni giorno se ne dimettono in media dieci dalle Asl italiane per andare a fare i medici ‘a gettone. Niente turni, pochi giorni di lavoro, meno rischi.

Vero invece è che ora Anagni può avere un’interlocuzione con la Regione ed il Ministero che in questi anni gli è mancata. Ottenendo ciò che finora non ha avuto: Primo Intervento e Specialistica. Ma il potere della risata è devastante. Per azzerare il video con lazzi e frizzi ora Daniele Natalia ha una sola possibilità: dire a Francesco Rocca di venire ad Anagni a metterci la faccia.