La rivolta di Carta che scuote il Pd

Cosa c'è dietro al documento inviato al Nazareno. Contro Astorre e Moscardelli. E la rotta data al Pd che si avvia alle elezioni Comunali d'autunno. Il casus di Formia. La mossa di Carta E le ruggini antiche

L’assedio parte da Formia e mira al cuore del Partito Democratico in provincia di Latina. Punta al Segretario provinciale Claudio Moscardelli ed alla linea che ha dato ai Dem: soprattutto nel Comuni chiamati al voto in autunno. Da Latina a Sezze e soprattutto da Formia.

Ci sono nomi importanti in quel documento che critica la linea. Sesa Amici è stata a lungo una delle figure di riferimento nel pontino, Francesco Carta lo è stato nel Golfo e Silvio D’Amante a Gaeta. Così come un ruolo importante lo hanno avuto Massimo Bortoletto, Elvira Picozza, Clide Rack, Maria Civita Paparello, Leonardo Majocchi.

In apparenza chiedono un cambio di rotta. In realtà chiedono di tornare a contare. Perché nei fatti è l’asse Moscardelli – Astorre a dare le carte in provincia di Latina. Ed i tentativi di scardinare l’asse tra Segretario Provinciale e Regionale sono falliti.

Il casus di Formia

Luca Magliozzi e Sandro Bartolomeo

La sconfessione del Partito Democratico di Formia è stata la causa scatenante. Lì il Segretario Regionale Bruno Astorre ha vietato l’uso del simbolo Pd alle prossime elezioni, intimato al Segretario cittadino di non partecipare a riunioni politiche né a trattative in nome e per conto del Pd. In pratica: lo ha azzerato. A norma di Statuto. Perché Luca Magliozzi aveva deciso di forzare la mano e portare il Pd su un’alleanza di centrosinistra: a) spaccando il Partito e strappando con il 4 volte sindaco Sandro Bartolomeo (uno dei papà dell’Ulivo); b) imboccando un percorso che già tre anni fa si era rivelato fallimentare, relegando il Pd all’opposizione e con un solo consigliere. (Leggi qui Il Pd va con Magliozzi. E ora si rischia lo strappo).

Magliozzi è stato ibernato perché ha deciso la linea nonostante non avesse almeno il 60% dei voti del Direttivo. E in questi casi, per evitare spaccature, il simbolo non si presenta. (Leggi qui La scomunica di Astorre: niente simbolo al Pd).

Per questo, proprio da Formia parte la sollevazione. Ad innescarla è stato il cardiologo Francesco Carta che dal suo ingresso in politica nel 1980 ha un perenne incubo: un ex amico studente di medicina di Formia, Sandro Bartolomeo.

L’incubo perenne

Sandro Bartolomeo e Sesa Amici

Francesco Carta un’occasione l’ha avuta per diventare sindaco di Formia ma l’ha persa proprio contro Bartolomeo. È stato sconfitto nella conta interna del centrosinistra prima delle amministrative del 1993. La differenza tra i due all’epoca è stata una ma fondamentale: Carta portò al voto il popolo postcomunista, Bartolomeo invece il consenso lo chiese con successo anche all’elettorato democristiano. Negli anni, Carta è stato assessore ai Lavori Pubblici al comune di Formia e poi l’assessore alla Sanità e al recupero del carcere borbonico di Santo Stefano al comune di Ventotene. Mentre sul piano politico è stato il Segretario di uno dei tre circoli Pd sino al 2019. Quell’anno c’è stato il Congresso che ha riunito i tre Circoli. Unitario e vinto da Luca Magliozzi (Segretario) in ticket con Gennaro Ciaramella (presidente).

È stato proprio Francesco Carta ora a dare il via al tam tam con il quale raccogliere il malcontento interno da Aprilia sino al Garigliano.

La sua associazione Incontri & Confronti è tra gli interlocutori con i quali Luca Magliozzi voleva costruire una lista per le prossime Comunali di Formia, insieme a Demos, Sinistra Italiana, Articolo Uno ed al gruppo Formia città in comune che tre anni fa aveva sostenuto l’elezione di Paola Villa. Al tavolo delle trattative il Pd voleva portare il l’odontoiatra Francesco Occipite Di Prisco.

Ora tutto è saltato.

La petizione al Nazareno

Rita Visini con Nicola Zingaretti. Foto: Paolo Cerroni / Imagoeconomica

La scomunica calata sul Pd ha già iniziato a cambiare l’orizzonte. Tanto che Luca Magliozzi sta iniziando a prendere in considerazione la possibilità di scendere in campo personalmente, candidandosi a sindaco con il dichiarato obiettivo minimo di centrare uno scranno in consiglio comunale.

Di sicuro avrà sostenitore Francesco Carta che per togliersi l’ennesimo sassolino dalle scarpe ha monitorato le situazioni “bollenti” nel Pd di alcuni dei 33 comuni pontini. E così che ha inserito nell’elenco dei rivoltosi i nomi di un due volte sottosegretario di Stato come Sesa Amici, dell’ex assessore  ai Servizi sociali alla Regione Lazio Rita Visini e degli ex sindaci di Gaeta e di Roccagorga Silvio D’Amante e Carla Amici la sorella minore di Sesa.

La petizione nella sua prima edizione è stata inviata già al Nazareno ma i sottoscrittori fanno sapere che gli eventuali interessati possono “in qualsiasi momento” firmarla

Naturalmente la parte del leone la recita la rappresentanza di Formia – Alessandro Carta, Francesco Carta, Verusckha Cossuto,  Giancarlo De Filippo, Stella Erotico,  Giovanna Frunzio, Salvatore Genco, Enzina Liberace, Italo Liberace, Maria Luigia Lorello,  Clide Rak, Giuseppe Romano,  Pasquale Scipione, Ernesto Schiano, Vincenzo Valente. Molti fanno parte “Incontri & Confronti”. 

Le adesioni

Bruno Astorre (Foto Paola Onofri / Imagoeconomica)

Questa rivolta anti Astorre e contro  la segreteria provinciale del Pd non poteva non interessare anche il comune di Latina con le adesioni a questo documento di Alessandra Caputi, Andrea Calcagnini, Massimo Bortoletti, Leonardo Majocchi, Gabriele Mazzariello, Pamela Risi e Stefano Vanzini.

A Cisterna ha firmato Mauro Carapellotti, mentre a Sezze hanno sottoscritto Maria Teresa Amici, Alessandro Colonna, Luigi De Angelis, Anna Maria De Renzi, Francesca Leonoro, Giancarlo Loffarelli, Luigi Mantuano, Cinzia Sonia Ricci, Maria Gabriella Tomei.

Da Norma c’è la firma di Monia De Mei; a  Roccagorga Carla Amici, Lorenza Ciotti, Stefano Cipriani, Sante Tullio; da Priverno hanno aderito Luisa Fanelli, Tommaso Ficarola, Elvira Picozza, Rosella Tacconi; a Terracina Daniela Celani, Daniele Cervelloni, Rita Visini; Fondi vede la firma di Maria Civita Paparello; a Gaeta Erasmo Colaruotolo, Silvio D’Amante e  Marcello Di Marco.

Da Castelforte hanno aderito Paolo Ciorra e Gianmarco Testa; a Minturno Francesco Di Maio, Patrizia Neri; a Ponza Silverio La Monica e Ciro Vitiello; da Ventotene Umberto Matrone e Giuseppe Romano

Le censure

Le censure politiche riguardano la gestione del Pd nei comuni che vanno al voto il prossimo autunno. Il caso più emblematico è quello di Formia dove “si costruiscono alleanze a geometrie variabili ed in alcuni casi alleanze confuse, indistinte in nome di una governabilità comunque sia e ad ogni costo. Per questo diciamo basta tatticismi, basta con una concezione da capi corrente nella gestione del partito che sta uccidendo la vita democratica e riducendo l’agibilità e la cittadinanza politica per tante e tanti di noi”

Questa situazione “impone un cambio di passo” e al segretario nazionale Enrico Letta dicono: “A tutto ciò dobbiamo ribellarci e non basta più indignarsi. I protagonisti di questa rivolta intendono “riprendersi la politica, coltivare il pensiero lungo, nel quale dirsi democratici e progressisti corrisponda inconfutabilmente alla nostra idea di società, di partecipazione e di democrazia”.

Al segretario nazionale Enrico Letta viene trasmessa un’altra fotografia: quella dei due concorsi promossi dall’Asl di Latina e finiti sotto inchiesta: “Quanto sta emergendo assume il volto più odioso di una politica che, a fronte di una disoccupazione dilagante, sa solo dispensare favori agli amici e ai familiari. E’ indispensabile, più che mai, un Partito Democratico più rigoroso. Dobbiamo ricostruire una nuova dimensione, impegnare le intelligenze e le passioni ed organizzarle per un futuro più giusto ed eguale. Invece è stato fatto tutto il contrario. Si è profuso l’impegno a proteggere le posizioni acquisite, si è continuato ad usare vecchie tattiche per avere un potere sempre più ristretto da usare in modo cinico a favore di filiere spesso di chiara matrice clientelare”.

Passo e chiudo.

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