La Rocca molla. E scatta la corsa a riposizionarsi

Sfuma la candidatura La Rocca. Lega e Cambiamo tornano nel centrodestra ma rischiano di dover di nuovo avallare il dottor Ruggeri. Che era saltato appena quarantotto ore prima. Forza Italia pronta a smarcarsi. Di Pucchio esce dal gruppo WhatsApp del Pd e insieme a Ernesto converge su Eugenia Tersigni. Il resto dei Dem passa con Di Stefano e mette fuori gioco la dottoressa Gemmiti. Nel frattempo, Abbruzzese indossa i guanti per non lasciare impronte e prova a riportare tutti da De Donatis.

Maurizio Patrizi

Rem tene, verba sequentur

Dal suo sepolcro il professor Jacob Levi Moreno applaude riconoscente. A Sora sono stati capaci di prendere la sua geniale intuizione che ha segnato la psichiatria degli anni Venti del XX secolo e renderla ancora attuale. Fu il celebre psichiatra rumeno (naturalizzato austriaco e poi statunitense) a teorizzare lo psicodramma: a Sora in queste ore sono stati capaci di rappresentarlo in forma compiuta. Durante le ultime ventiquattrore è accaduto tutto e il contrario di tutto.

La serata di martedì si era chiusa con una riunione di Lega ed ex Cambiamo alla presenza del costruttore Alberto La Rocca e dell’ex sindaco Ernesto Tersigni. Il progetto, che avrebbe dovuto vedere dentro anche una parte del Pd, sembrava aver preso forma mettendo dentro mezzo centrodestra, mezzo Pd, quanto basta di civici, un pizzico di ex amministratori. Il cocktail perfetto per affrontare le elezioni più pazze che la storia politica recente abbia avuto la fortuna di poter vedere. Ma all’indomani tutto cambia. (Leggi qui Il centrodestra clinicamente morto e i colpi di coda dei Fratelli).

LA ROCCA NON SI CANDIDA

Alberto La Rocca & friends

La notizia circola già dalle prime ore della giornata: non è più disposto a candidarsi l’imprenditore Alberto La Rocca, attorno al cui nome doveva nascere la coalizione che in un colpo solo avrebbe annientato politicamente i due schieramenti politici già scesi in campo per le Comunali di Sora. In pratica quello di centrodestra che aveva già individuato la candidatura del dottor Giuseppe Ruggeri e quello di centrosinistra che, invece, aveva puntato sulla dottoressa Maria Paola Gemmiti.

Con La Rocca, infatti, sarebbero dovute confluire due liste del leader leghista Lino Caschera, una dei civici del Think Thank Agorà in cui candidare anche Augusto Tersigni, una del sindaco in cui candidare anche la capogruppo Pd Maria Paola D’Orazio. E si mormora, due del sindaco uscente Roberto De Donatis, salvo altri che si sarebbero poi accodati.

Nel tardo pomeriggio di mercoledì le indiscrezioni diventano certezze. Ma nel frattempo, durante tutta la mattinata e il pomeriggio, prima che arrivi l’ufficialità del ritiro di Alberto La Rocca, gli sherpa si mettono al lavoro per ricollocare i rispettivi gruppi. Del resto, erano giorni che in molti attendevano di capire cosa sarebbe accaduto su quel fronte per poter poi decidere cosa fare.

ERNESTO SCEGLIE EUGENIA

Ernesto Tersigni

Sono ore frenetiche. I telefoni cellulari si arroventano. Soprattutto quelli del centrodestra: gli sherpa sono in campo per tentare in extremis una ricomposizione con la Lega di Lino Caschera. L’obiettivo è riportare nel centrodestra lui e gli ex Cambiamo.

Da quel fronte partono ben tre telefonate, tutte indirizzate al numero dell’ex sindaco e consigliere di opposizione Ernesto Tersigni. Gli arrivano dal senatore e presidente provinciale di Fratelli d’Italia, Massimo Ruspandini; dal coordinatore provinciale della Lega Nicola Ottaviani; dal senatore dello stesso partito Gianfranco Rufa.

Ruspandini gli chiede di candidarsi sindaco o al limite di candidare suo figlio Augusto. Ottaviani insiste. Rufa lo supplica. Ernesto Tersigni dice no: “Certe proposte non si possono fare il 25 agosto”, ossia a una settimana dalla scadenza dei termini per la presentazione delle candidature.

L’ex sindaco non è certo di primo pelo, sa benissimo che ormai le migrazioni fra gli schieramenti sono in gran parte già avvenute oppure in corso in quelle ore. Non avrebbe il tempo di organizzarsi. Ecco perché dice: “No, ma grazie per aver pensato a me” con il garbo istituzionale che lo contraddistingue.

Saltato il progetto La Rocca (che avrebbe sostenuto) andrà a sostenere la candidatura di Eugenia Tersigni insieme ad Agostino Di Pucchio e a suo figlio Augusto. Vi troverà già suo fratello Valter e il vicepresidente della Provincia Luigi Vacana. Il sospetto è che sia una manovra per permettere al presidente Antonio Pompeo di contarsi dentro il Pd. (Leggi qui La rottura su Fumone che ha innescato la conta a Sora).

I DEM VANNO CON LUCA?

Luca Di Stefano

Nessuno lo conferma ma è così. Il commissario Pd Adamo Pantano nel tardo pomeriggio di mercoledì parla di manovre in corso per “allargare la coalizione a sostegno di Maria Paola Gemmiti”, la candidata prima proposta e poi bruciata da Agorà e Insieme Si Può di Augusto Vinciguerra. Ma altre fonti autorevoli fanno sapere che “la dottoressa Gemmiti si è resa conto di non avere il sostegno necessario a sfondare con il nuovo scenario che si è creato”.

A mezzanotte inoltrata è in corso una riunione con Maria Paola Gemmiti, Augusto Vinciguerra, i capibastone della coalizione. Fanno una riflessione: il rischio è quello di fare una battaglia di identità e di orgoglio. Ma in politica ci si candida per vincere, chi perde legittima solo il vincitore. Quindi? L’ipotesi è quella di fondere le due coalizioni: quella della dottoressa Gemmiti e quella di Luca Di Stefano. Viene informato il Segretario Provinciale Pd Luca Fantini. Che risponde: “Per me il candidato è Maria Paola Gemmiti, se la coalizione decide di imboccare una via di fusione con un’altra forza ne prendiamo atto e siamo pronti a condividere. Ma a condizione che non ci siano spaccature e si vada tutti insieme“.

In tempo reale vengono allertati il segretario regionale Bruno Astorre, il vice segretario Sara Battisti, leader di Pensare Democratico Francesco De Angelis con il consigliere regionale Mauro Buschini. La sintonia è totale: il candidato è Gemmiti ma se il nuovo scenario dice che si deve giungere ad una fusione il Partito approva a condizione che si tratti di una scelta unitaria.

L’ipotesi è una lista civica che aggreghi il meglio dello schieramento oppure una serie di liste che confluiscano nello schieramento del candidato sindaco Luca Di Stefano.  

AGOSTINO LASCIA IL GRUPPO

Agostino Di Pucchio

Riportiamo gli orologi indietro. Alle 15. Il segretario particolare del Presidente della provincia Antonio Pompeo, Agostino Di Pucchio, abbandona il gruppo WhatsApp del Partito Democratico di Sora. Subito dopo la presidente provinciale e commissaria per Sora, Stefania Martini, indice una riunione per firmare le candidature. Si terrà giovedì 26 agosto alle 19 all’Hotel Valentino.

Di Pucchio non è un politico alle prime armi. Oltre al suo ruolo di rilievo nell’Amministrazione provinciale ha anche una lunga esperienza alle spalle come amministratore di Sora. Deve aver capito che dopo sette o otto mesi di tira e molla il Pd non esclude la possibilità di passare entro sabato con Luca Di Stefano. A lui questo non sta bene. Saluta e se ne va.

Le prossime ore diranno se ci sarà la conta con l’ala Dem di Di Pucchio e del presidente della Provincia Antonio Pompeo: ufficialmente stanno fuori dalla competizione, praticamente potrebbero sostenere Eugenia Tersigni.

I COCCI DEL CENTRODESTRA

Mario Cioffi

Anche per il centrodestra sono ore frenetiche. Le diplomazie al lavoro cercano di salvare il salvabile. In realtà c’è poco da salvare. Si cerca una candidatura a sindaco con cui sostituire il dottor Giuseppe Ruggeri ormai bollito. Si spera in un coniglio che esca dal cilindro.

Quando manca poco all’una della notte il centrodestra è ancora in riunione sta valutando una serie di situazioni. Vittorio Di Carlo lancia sul tavolo il nome di Gino Giannetti del gruppo civico Si può fare di Mario Cioffi. Mentre Frascone di Fratelli d’Italia ancora fa il nome di Giuseppe Ruggeri prendendo fischi anche dai dirigenti del suo Partito

Ruggeri sembra ormai essere una pratica archiviata. Il leader leghista Lino Caschera che ha innescato il caos nella coalizione facendo saltare tutto chiede di salvare il centrodestra. Anche se l’accoglienza è fredda, soprattutto per gli ex Cambiamo che avevano pubblicamente puntato tutto su La Rocca, ci si sforza di trovare una sintesi. Ma il pensiero dominante è che “Lega e Cambiamo-Coraggio Italia vengono a mettere insieme i cocci dopo aver picconato il centrodestra. L’unico modo per rientrare è avallare di nuovo la candidatura di Ruggeri”.

Nella notte fra mercoledì e giovedì si svolgono riunioni a oltranza, almeno due, per il centrodestra. Perché ormai ogni secondo è prezioso. E urge trovare una sintesi.

L’ABBRUZZESE INVISIBILE

Mentre tutti brancolano nel buio alla ricerca di una soluzione che eviti di mettere definitivamente all’angolo il centrodestra, fonti accreditate dal Palazzo comunale di Corso Volsci 111 parlano di un coordinatore regionale di Cambiamo-Coraggio Italia, Mario Abbruzzese che, indossati i guanti per evitare di lasciare le impronte digitali, si sia messo all’opera per “riportare le pecorelle all’ovile”.

Perché la soluzione secondo lui c’è e si chiama Roberto De Donatis, il sindaco uscente. Abbruzzese ci ha sempre creduto: è convinto che la gestione della pandemia da Covid-19 possa premiare gli amministratori uscenti. E De Donatis, a onore del vero, è uno di quelli che l’ha gestita benissimo. Sia a livello logistico e organizzativo, sia anche con il supporto morale ai cittadini attraverso un’informazione chiara e trasparente. Si tratta di far rientrare nella maggioranza uscente Lino Caschera e Fratelli d’Italia. Perché Forza Italia era in opposizione e non lo farà mai.

Ma anche per gli altri sarebbe una sconfitta. Soprattutto per Fratelli d’Italia. Che un anno fa ha affondato il progetto politico del sindaco, avviando il percorso per la costruzione di una candidatura unitaria del centrodestra. Che ad oggi non c’è.

FORZA ITALIA SI SMARCA

Vittorio Di Carlo

In coerenza con le dichiarazioni di sempre il Partito degli Azzurri, che a Sora è guidato da Vittorio Di Carlo, fiutata l’operazione che potrebbe spingerli in un abbraccio politicamente mortale (quello con De Donatis), hanno ricordato che “l’accordo sottoscritto era con Ruggeri candidato sindaco”. Che tradotto dal politichese vuol dire: se ci rifilate un altro nome ce ne andiamo.

E visto che il nome di Ruggeri è già saltato, a meno che non si verifichi un miracolo, Forza Italia sta imboccando la via di fuga.

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