La scalata di Lorusso, il manager che ha già cambiato la Sanità ciociara

Foto © Giornalisti Indipendenti

Accolto tra molti scetticismi, il direttore generale si è imposto con il silenzio. E, in attesa dell’Atto aziendale, ha completamente stravolto la rete ospedaliera.

È stato accolto con molto scetticismo. Quando a settembre è subentrato ad un mostro sacro come Luigi Macchitella in pochi potevano immaginare che, da lì a qualche mese, Stefano Lorusso sarebbe entrato nella storia della sanità ciociara. Infatti sarà ricordato per sempre come il Direttore Generale che ha dovuto gestire la pandemia Covid-19. A fine ottobre dovrà varare il nuovo Atto aziendale della Asl, ma in realtà ha già modificato pesantemente la rete sanitaria del territorio.

L’ospedale di Frosinone, alla fine di questa emergenza, avrà comunque molti più post di terapia intensiva. E i reparti Covid-19 serviranno in ogni caso per il futuro, visto che tutti gli scienziati concordano sul fatto che di queste emergenze ce ne saranno altre nei prossimi anni.

Coronavirus, medici davanti all’ospedale Foto © Carlo Lannutti / Imagoeconomica

Il San Benedetto di Alatri non è solo un ospedale di appoggio, un’altra “ala” del medesimo complesso. Il Presidio Ospedaliero unico Frosinone-Alatri ha rappresentato l’intuizione che ha fatto la differenza. Voluta da Luigi Macchitella e mantenuta dal suo successore.

A questo punto davvero Cassino e Sora sono nelle condizioni di poter essere caratterizzati su una vocazione specifica, pur mantenendo tutti i reparti e le discipline. L’emergenza ha dimostrato che si possono “ribaltare” le strutture, che si possono derogare norme e leggi per trovare e assumere più personale. Sia lo Stato che la Regione Lazio stanno facendo la stessa cosa su larga scala ed è auspicabile che alla fine di questo periodo si vari un grande piano delle assunzioni nella sanità: medici, infermieri, ausiliari.

Ma si è anche ristabilito un legame forte tra cittadinanza e sanità. Lo si intuisce leggendo i commenti sui grandi sforzi che si stanno effettuando per arginare il Coronavirus. Medici e infermieri stanno pagando un prezzo altissimo, in Italia. Soprattutto nelle zone rosse della Lombardia. Sono quasi 9.000 gli operatori sanitari contagiati in Italia e quasi 70 i medici morti. Ma anche sui territori del Lazio ed in provincia di Frosinone. Sono stati tanti quelli che sono corsi al fronte e non si sono nascosti, chi è tornato in prima linea nonostante avesse già raggiunto il momento del riposo: il caso più emblematico è quello del chirurgo Norberto Venturi che ha indossato nuovamente il camice.

Il DG della Asl di Frosinone Stefano Lorusso con l’assessore regionale Alessio D’Amato

La Federazione nazionale degli Ordini dei medici ha detto: «Cresce nella popolazione, la gratitudine verso i professionisti della salute, che stanno mettendo in gioco le loro stesse vite per salvare quelle degli altri, nell’impari lotta a mani nude contro il virus. Gratitudine che si esprime in maniera commovente, con applausi, flash mob, striscioni e anche con messaggi, lettere e poesie che ogni giorno arrivano alla Fnomceo». È proprio così.

Stefano Lorusso guida una delle asl storicamente più complicato da gestire: per la vastità del territorio, per il tasso di conflittualità interna, per le contrapposizioni tra i dirigenti. Lui sta andando avanti con il vantaggio di dover fronteggiare un’emergenza vera. Non c’è tempo per rivendicazioni, polemiche e rancori.