La scelta del Pd, svolta a sinistra con Santovincenzo

Quattro ore di discussione. A tratti drammatica. Con una scelta all'unanimità. Che però ufficializza una divisione. Il Pd va con Liberanagni. Ma l'area dei Tagliaboschi sarà con Cardinali

Paolo Carnevale

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Ed il Pd scelse. Una decisione arrivata alla fine di una lunghissima riunione: un Direttivo drammatico durato dalle 19.30 fino alle 23. In quelle quattro ore sono stati diversi i momenti di tensione, le voci alte, i toni concitati. Al termine, il Partito Democratico di Anagni ha deciso di andare alle prossime elezioni Comunali alleandosi con i civici di LiberAnagni.

Quella della collocazione del Partito Democratico era l’ultima grande incognita, almeno in termini di collocazione politica, all’interno dei vari schieramenti in vista delle prossime Comunali. Anche se, da qui al prossimo 14 di aprile, giorno in cui ci sarà la presentazione ufficiale delle liste, non sono da escludere altri movimenti da una parte e dall’altra.

La lunga e sofferta decisione

Da mesi il Partito Democratico era rimasto alla finestra, senza decidere quali pesci prendere. Due le possibili alternative: da una parte l’ingresso nella coalizione SiAmo Anagni, con Alessandro Cardinali come candidato a sindaco; dall’altra invece l’approdo di con LiberAnagni, la coalizione con Luca Santovincenzo come candidato a sindaco. La terza possibilità, ovvero quella di andare da soli con il simbolo, non è praticamente mai stata in discussione.

Il responso del Direttivo è stato in questo senso schiacciante: 14 voti a 0. Va detto però che il voto così schiacciante c’è stato anche perché nel momento finale, quando la parte che spingeva per Cardinali ha capito che non avrebbe avuto i numeri, ha preferito uscire al momento della votazione, regalando quindi l’unanimità alla mozione portata dal Segretario Egidio Proietti.

Un dettaglio non da poco, visto che questa situazione esclude ogni possibile ricorso, ed elimina qualunque possibile coda di carattere legale che potrebbe inficiare l’esito della votazione.

Ma sul piano politico

Egidio Proietti

Ovviamente è tutta da discutere è ancora la vicenda politica. Perché è evidente che quelli che sono usciti dal direttivo al momento della votazione non si riconoscevano e non si riconoscono ancora adesso nella decisione di andare con LiberAnagni; una decisione considerata perdente e minoritaria dai 9 che non hanno partecipato al voto.

È evidente che ci sarà una conta alle urne, le due sensibilità si peseranno. Solo i numeri ed il risultato complessivo delle elezioni diranno se questa storia lascerà conseguenze nel Partito. Se la mancata sintesi e la divisione nei fatti in due gruppi determinerà lacerazioni. Perché è evidente che i fratelli Tagliaboschi con l’ex assessore Aurelio e l’ex candidata sindaco Sandra, appoggeranno il fronte di SiAmo Anagni.

La riunione di giovedì sera ha rappresentato in ogni caso un chiarimento delle posizioni; anche se come c’era da attendersi ha scatenato discussioni e polemiche. Tra i più feroci Fernando Fioramonti di Cittatrepuntozero. Che ha calcato la mano sul fatto che “LiberAnagni, che era partita come una coalizione civica e volenterosa di allontanarsi dai simboli di Partito, ospita al suo interno il Partito Democratico e i 5 Stelle”. Amarezza motivata anche dal fatto che Fioramonti è stato eletto in Consiglio cinque anni fa sotto la bandiera grillina ma poi è uscito dal M5S, deluso dal grillismo.

La vittoria e la sconfitta di Proietti

Luca Fantini

Ma, al di là delle stilettate polemiche che da adesso in poi saranno all’ordine del giorno, ci sono almeno altre due questioni da considerare. La prima è il fatto che la scelta di LiberAnagni rappresenta, a suo modo, una vittoria di Egidio Proietti. Da molti tacciato come un Segretario rinunciatario e esitante. Che però ha, di fatto, portato a termine quello che era stato il mandato che in qualche modo gli era stato assegnato dopo il disastro delle elezioni comunali del 2018.

In quella circostanza l’arrivo di Proietti era stato interpretato come la volontà di tagliare il cordone con le figure storiche del Pd in città. Risultato che a questo punto, soprattutto se dovesse esserci l’esodo di questa parte, sembra sostanzialmente raggiunto. Che poi questo possa servire a vincere le elezioni e a far ritornare il Partito di una posizione primaria è tutto da vedere.

L’altro elemento è quello che ha sottolineato lo stesso segretario provinciale Luca Fantini durante la sua relazione. Fantini ha appoggiato le decisioni di Proietti; ma anche sottolineato i ritardi e le esitazioni che negli ultimi mesi hanno troppo spesso caratterizzato il Partito. Nei fatti non c’è stata una sintesi, non è stata costruita una comune linea interna: è questo è sempre ascrivibile al Segretario, in ogni contesto.

Difficile dire se questo porterà, dopo le elezioni, ad un cambio della guardia alla guida del Partito. Più plausibile attendersi, sempre dopo le elezioni, un rimescolamento del direttivo proprio per cercare di riequilibrare il Partito alla luce dei cambi di rapporti di forza indicati dai risultati elettorali.