La scure di Renzi su Frosinone: via 3,2 milioni di euro

CORRADO TRENTO per CIOCIARIA EDITORIALE OGGI

Da un lato il bilancio, dall’altro l’urbanistica. In mezzo la politica.
Potrebbe essere questa la fotografia scattata all’interno di una maggioranza che cerca inutilmente di trovare unità e sintesi. Per quanto riguarda il documento contabile, c’è poco da girarci intorno: necessari tagli per 3,2 milioni di euro per bilanciare i minori trasferimenti dello Stato. Ma i numeri nel loro complesso danno il senso del giro di vite. La manovra complessiva sarà di 48 milioni di euro, lo scorso anno era di 55 milioni. Sforbiciate importanti riguarderanno l’assistenza domiciliare ( – 350.000 euro) e lo Scuolabus ( – 300.000 euro). Aumenteranno anche le rette per gli asili nido. In tutto questo il sindaco Nicola Ottaviani ha posto il problema a livello nazionale. Dicendo: «Il Governo non può arrivare al pareggio pensando di mandare in default oltre la metà dei Comuni italiani». Su questa posizione anche altri primi cittadini, tra i quali quello di Rieti. Che altrettanto chiaramente ha affermato: «Il Governo deve tenere in considerazione i Comuni ammessi ad un Piano di rientro, fondamentale per evitare il default». Ma in ogni caso il bilancio arriverà all’attenzione del consiglio comunale dopo il “pacchetto urbanistico”.

La maggioranza da circa un anno non ha i numeri per approvare le delibere in prima convocazione (quando servirebbero 17 voti), ma per la seconda convocazione (ne occorrono 13) i problemi sono minori. In uno sfogo con i suoi fedelissimi qualche giorno fa Nicola Ottaviani ha detto: «I Varoufakis in salsa ciociara non servono». La traduzione dal politichese è la seguente: “non consentirò a nessuno di fare politica cavalcando il dissenso in maggioranza”. Il dissenso in realtà non manca: il vicesindaco Francesco Trina e gli assessori Carlo Gagliardi e Ombretta Ceccarelli hanno avuto dei duri scambi dialettici con Riccardo Mastrangeli, responsabile del bilancio. E il gruppo di Frosinone nel Cuore non ha finora mutato opinione sulla pratica riguardante la realizzazione di un centro residenziale nei pressi della Villa Comunale. La contrarietà permane. Ma Nicola Ottaviani non appare preoccupato. Probabilmente perché confida nel fatto di poter approvare la delibera in seconda convocazione. Ma forse anche perché eventuali defezioni in maggioranza gli darebbero la possibilità di aprire una verifica politica che ruoterebbe attorno ad un patto di fine consiliatura. Con inevitabili effetti in Giunta. D’altronde Ottaviani ha preso personalmente in mano anche la questione politica e la sensazione è che voglia confrontarsi direttamente con Impegno Civico. Il gruppo, che conta cinque consiglieri, potrebbe diventare decisivo nel caso di accordo. Ma all’interno ci sono posizioni differenti: dialogante quella di Sergio Crescenzi, severa quella di Pasquale Cirillo. L’ipotesi sulla quale si potrebbe lavorare è quella di proporre a Impegno Civico o due assessorati oppure un assessorato più la delega di vicesindaco, attualmente tenuta da Francesco Trina (Frosinone nel Cuore).

Sempre all’interno della maggioranza è tornata a circolare l’idea di una federazione di liste civiche, in passato caldeggiata dallo stesso Ottaviani e dal consigliere regionale di Forza Italia Mario Abbruzzese. Scenario non semplice però. A meno che su questa linea non converga pure il Nuovo Centrodestra, che, dopo aver chiesto una verifica con conseguente azzeramento della giunta, è pronto a lanciare l’idea di un patto di fine consiliatura.

Intanto comunque la giunta ha approvato (all’unanimità) il bilancio di previsione, che dovrà essere sottoposto all’attenzione del Consiglio. Nel testo si legge che il Comune ha attivato la procedura di riequilibrio finanziario che «prevede espressamente nei prossimi tre anni una riduzione delle spese correnti in misura almeno pari al 10%, mentre si prevede una riduzione del 25% delle spese per trasferimenti a carico del Comune». E che l’ente di viale Mazzini «non potrà contrarre mutui per la realizzazione delle opere pubbliche, ma esclusivamente quelle realizzate con capitali privati e/o finanziamenti pubblici». Inoltre si prende atto «che il calcolo del Fondo Crediti di Dubbia Esigibilità ha fatto emergere in sede di consuntivo un disavanzo di circa 27 milioni di euro, il cui impatto per l’’anno 2015 e successivi risulta pari a 0,9 milioni di euro utilizzando la ripartizione massima consentita dalle disposizioni legislative, così come autorizzata dal consiglio comunale, mentre per il bilancio di previsione è previsto un importo pari a 1.664.252,19 euro a garanzia della copertura della parte delle entrate non esigibili».