La secchia rapita di Zaccheo e Coletta

Come nella guerra del 1325. Quando una secchia venne presa come trofeo ed ancora oggi i bolognesi si urtano se glielo ricordi. C'è una secchia anche per Zaccheo e Coletta. Con il rischio che finisca come a Tor di Non con il mercato nero: "annatevene tutti lassatece piagne da soli"

Lidano Grassucci

Direttore Responsabile di Fatto a Latina

Era il 1325 Modena e Bologna si facevano la guerra con la scusa di guelfi e ghibellini, i modenesi vinsero una battaglia a Zappolino e “rapirono una secchia”. Da allora la conservano come prova della loro “forza” su Bologna. Ed i bolognesi ancor si incazzano

Alessandro Tassoni, qualche secolo dopo ci scrisse una storia a rafforzare il mito.

A Latina non abbiamo la nobiltà di Modena, neanche quella di Bologna. Men che meno la loro bellezza. E infatti la nostra secchia rapita sono i dispetti tra il sindaco Progressita dimissionato Damiano Coletta ed il suo avversario di centrodestra Vincenzo Zaccheo. Uno stillicidio, sono mesi e mesi, è un tormento e non c’è neanche il piacere del Campanile, ma solo la tristezza dell’egoismo.

L’occasione per dire basta

Zaccheo e Coletta

Le dimissioni in massa rassegnate dal centrodestra dopo il Consiglio comunale di insediamento sono un punto nodale. Con il quale dire basta: basta con i ricorsi che hanno portato a rivotare in 22 sezioni dopo un anno, basta con il piagnucolare. (Leggi qui: Latina, il centrodestra si dimette in massa. Coletta: «Lascio a testa alta». E leggi anche Latina, se la storia non cambia con i se).

La realtà che nessuno vuole ammettere è che Zaccheo e Coletta, entrambi, sono stati sfiduciati, come prima sono stati eletti. A chi tocca non se ngrugna

Vincenzo Zaccheo è stato sfiduciato dagli elettori che per ben due volte in un anno non l’hanno votato come sindaco, votando altresì le sue liste: un chiaro segnale che il nodo della questione era lui; non un nodo di capacità o di competenza, forse l’esatto contrario: perché più hai un sindaco abile e competente, meno pesi come consigliere.

Damiano Coletta è stato sfiduciato democraticamente da una città che ha creduto in lui come uomo ma non ha creduto nel suo progetto politico. Infatti l’hanno votato e rivotato come sindaco, non votando le sue liste. E va da se che il centrodestra, maggioranza in un’Aula con un sindaco progressista, ha staccato la presa.

È la democrazia, che sarà pure ingiusta ma è così.

Accadde anche a Londra

Winston Churchill

È la stessa democrazia che colpì anche Winston Churchill. Che vide votare laburista dopo che lui, conservatore, aveva salvato il regno e l’Europa da Hitler. Zaccheo e Coletta al massimo hanno rifatto via delle rose

Dai siamo seri, per una volta almeno. E’ andata così, riprovateci se potete o andate a seguire i nipoti che è sempre cosa buona e giusta (io ho amato mio nonno Lidano sopra ogni cosa). Basta interviste che ora sono sproloqui, basta ricorsi che ora sono persecuzione degli elettori. Basta. Non se ne può più.

Ci sta il commissario ed i sub commissari, poi rivoteremo chi si candida. Il resto è noia.

Non ci sono i lanzichenecchi alle porte di borgo Piave, non ci sono i briganti passata l’Appia: ci sono 120 mila persone che ogni giorno si alzano e vanno a lavorare, per campare.

Servirebbe l’umiltà del collettivo non la lagna dell’individuo. Se si continua così c’è il rischio che diventino il paradosso di voi stessi. 

Nel ’44, pochi giorni dopo l’ingresso degli Alleati a Roma, apparve su un muro di Tor di Nona, la zona dove si teneva il mercato nero, questa scritta: “Annatevene tutti, lassatece piagne da soli”.

Ecco, non salateci ma fateci campà e se avete cose da dirvi datevi appuntamento a Fogliano e ditevelo, magari davanti ad un buon calice di Mater Matuta. 

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