La settimana del ricordo, le vittime di casa nostra nelle foibe

Una Spoon River con le vittime delle foibe, ciociare e pontine. Guardie di Pubblica Sicurezza, carabinieri, bersaglieri, civili: venivano tutti dal Lazio Sud. E molti mancano ancora all'elenco

Fernando Riccardi

Historia magistra vitae

Questa è la settimana in cui si celebrerà il “Giorno del Ricordo”. Cade il prossimo 10 febbraio. Viene istituita nel 2004 con la legge n°92 per “conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale”.

È una pagina di Storia troppo a lungo dimenticata. Perché imbarazza, perché solleva uno spiraglio sugli italiani che non sempre furono brava gente e si fecero odiare in quella che una volta era la Jugoslavia. Seminammo odio. Ne ricevemmo. E come sempre, a pagare il conto di quell’odio non fu chi lo seminò: ma cittadini inermi e mai in armi.

Foibe, una storia italiana

Chi ritiene però che le foibe siano un fenomeno limitato esclusivamente nel settore nord orientale della Penisola, commette un errore gravissimo.

In quelle cavità carsiche, più ondate tra il settembre – ottobre del 1943 e il maggio – giugno del 1945, vengono scaraventati più di 10mila nostri connazionali provenienti da ogni parte d’Italia.

Qualche anno fa un giornalista de “Il Piccolo” di Trieste rese disponibile un lungo elenco di 1.048 nomi. Tutti italiani e non solo militari: infoibati dai comunisti slavi di Tito. Scorrendo quell’interminabile sequela di nomi l’attenzione si concentrò su quelli dell’Italia meridionale. C’erano cognomi tipici delle province di Frosinone e Latina.

Incrociando quei semplici nomi con altre scarne notizie sono riuscito ad estrapolare una quindicina di nostri conterranei che finirono per essere inghiottiti dal buio infinito delle foibe. Scomparsi senza lasciare traccia.

Gli infoibati di Ciociaria

Ne è emersa una Spoon River sul confine orientale, come l’antologia di Edgar Lee Masters in cui fa raccontare in prima persona a 212 defunti sepolti nel cimitero di Spoon River le loro storie, le loro vite, le loro sconfitte, la ragione della morte.

Emilio Adamo

Nato a Ripi il 26 agosto del 1904 da Antonio e da Anna Persichilli. Agente (o guardia scelta) di Pubblica Sicurezza: prestava servizio presso la questura di Gorizia. Qui lo arrestano le milizie del maresciallo Tito il 2 maggio del 1945, rinchiuso nell’istituto delle Scuole Magistrali e poi trasferito in carcere. Dopo di che le sue tracce si perdono nel nulla. Il 10 febbraio del 2007 il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha consegnato ai parenti una medaglia d’oro.

Adamo Adamo

Fratello di Emilio. Guardia scelta di pubblica sicurezza risulta deportato a Gorizia il 3 maggio del 1945 e qui scompare senza lasciare traccia.

Angelo (o Arcangelo) Dell’Orco

Nato ad Alatri il 19 maggio del 1905 da Attilio e Angela Ricciotti. Guardia scelta di Pubblica Sicurezza prestava servizio presso la questura di Gorizia. Qui risulta arrestato il 3 maggio del 1945 dagli slavi, deportato e da allora di lui non si ebbero più notizie.

Felice Gallavotti
La foiba di Pisino, in Istria, che fece parte dell’Italia dal 1920 al 1947 (Foto Michael J. Zirbes)

Nato ad Arpino nel 1908: pur essendo friulano venne alla luce nella città di Cicerone perché il padre Giuseppe insegnava nel Liceo Tulliano. Tornato nel nord Italia faceva l’ingegnere a Udine. Scomparve senza lasciare traccia a Villanova dello Iudrio il 2 dicembre del 1944.

Loreto Massimi

Nato a Frosinone, era un bersagliere in forza all’VIII Reggimento: risulta disperso a partire dal 19 maggio del 1945 nella “gabbia” di Tolmino.

Adriano Raimondo

Nato a Coreno Ausonio il 23 novembre del 1922 da Antonio e Giuseppa Coreno. Era un finanziere che prestava servizio ad Abbazia. Risulta scomparso nel nulla a partire dal 21 settembre del 1944. Sulla sua tragica fine le versioni sono discordanti: secondo alcuni sarebbe stato ucciso lo stesso giorno della sparizione. Altri, invece, sostengono che sia stato giustiziato a Fiume il 3 maggio del 1945.

Gerardo Savo Sardaro

Nato a Torrice il primo maggio del 1922, era una guardia di Pubblica Sicurezza che prestava servizio presso la questura di Gorizia. Qui fu arrestato il primo maggio del 1945 e sparì nel nulla.

Recupero di resti umani dalla foiba di Vines, località Faraguni, presso Albona d’Istria negli ultimi mesi del 1943
Francesco Sperduti

Nato a Frosinone il 6 marzo del 1924, era una guardia di Pubblica Sicurezza che prestava servizio a Fiume. Arrestato nel maggio del 1945 fu soppresso dalle milizie titine nei pressi di Grobniko il 14 giugno dello stesso anno.

Ruggero Travaini (o Trovini).

Nato nel 1915 in provincia di Frosinone, era un tenente dell’VIII reggimento bersaglieri. Anche lui scomparve senza lasciare traccia. Poi si è saputo che quasi tutti i bersaglieri italiani furono giustiziati nell’alta valle dell’Isonzo, oggi in territorio sloveno, nella parte alta del corso del fiume. Da altre fonti si apprende che sarebbe stato fucilato nei dintorni di Tolmino nei primi giorni di maggio 1945.

Umberto Zaino

Nato il 7 novembre del 1915 a Broccostella, era una guardia di Pubblica Sicurezza che svolgeva servizio presso la Prefettura di Fiume. Arrestato nel maggio del 1945 fu eliminato dai titini. Il luogo presunto della morte è Grobniko. Presunta anche la data del decesso che alcune fonti fissano al 14 giugno del 1945. Altre, invece, parlano di una sua deportazione in Albania nel maggio del 1945.

Umberto De Angelis

Maresciallo dell’Aviazione Nazionale Repubblicana, nato a Falvaterra il 25 settembre 1905, che prestava servizio nell’aeroporto di Merna, nei pressi di Gorizia. Risulta disperso a partire dal 18 marzo del 1944 nella zona di Gorizia-San Pietro. Il suo nome risulta nell’elenco delle persone scomparse senza lasciare traccia. Gli storici goriziani e triestini ritengono che sia stato infoibato o soppresso dai titini.

Nelle foibe dal pontino

Lapide votiva nel cimitero di Cosala (Fiume)

Passiamo ora agli infoibati della provincia di Latina.

Ernesto Ricci

Nato il 4 ottobre del 1912 a Sezze Romano, carabiniere, risulta arrestato a Gorizia il 4 maggio del 1945 e poi scompare nel nulla.

Federico D’Acerno

Nato a Fondi il 6 luglio del 1903, da Alfonso e Battista Carnevale, era un tenente dei Carabinieri che prestava servizio presso il commissariato di Pubblica Sicurezza di Monfalcone. Arrestato il 3 maggio del 1945 viene trasferito a Trieste il giorno 20 dello stesso mese. Da allora di lui si perde ogni traccia, forse perché avviato a deportazione.

Renato Mastrogiovanni

Nato a Gaeta ma residente a Pola, era un tenente dei Carabinieri in forza al II battaglione della Milizia di Difesa Territoriale (MDT) e fu soppresso dagli slavi a Fiume nel settembre del 1945.

Italo Chitarro

Nato a Littoria (Latina), bersagliere, venne a mancare a causa di denutrizione e di stenti nel campo di concentramento di Borovnica il 29 giugno del 1945.

Antonio Picozza

Nato il 15 luglio del 1923 a Priverno, guardia di Pubblica Sicurezza, risulta infoibato il 24 maggio del 1945 nell’abisso Plutone, nei pressi di Basovizza.

(nome ignoto) Del Ferraro

Nativo di Rocca Massima, civile, che sarebbe stato internato in un campo di concentramento titino. Le sue ultime notizie risalgano all’agosto del 1945 quando avrebbe scritto una lettera alla famiglia dalla Dalmazia.

È la dimostrazione che le foibe sono un dramma italiano a tutto tondo, senza limitazioni territoriali. Chiunque avesse ulteriori notizie su quei poveretti di cui sopra oppure di altri infoibati appartenenti alle province di Frosinone e Latina, non esiti a contattare la redazione. La ricerca, infatti, è ancora in divenire e ben lungi dall’essere completata.          

(Foto di copertina DepositPhotos.com)