La sfida del 1° Maggio: «osare e agire in fretta»

I messaggi lanciati dal sindacato durante la marcia del 1° Maggio ad Isola del Liri. Le sfide da agganciare, il dramma dei cervelli in fuga per dare un senso ai loro sacrifici.

Un nuovo patto per far crescere il territorio, con un ruolo più attivo del sindacato nelle scelte strategiche per lo sviluppo; e poi proposte di innovazione capaci di creare prospettive. Per chi? Soprattutto per i giovani laureati che dalla provincia di Frosinone scelgono di trasferirsi sempre più spesso all’estero. È lo scenario che ha chiesto di costruire il segretario Cisl del Lazio Luca Bozzi nell’intervento che ha concluso la marcia unitaria del 1° Maggio compiuta al fianco di Cgil e Uil.

Il corteo si è snodato lungo le strade di Isola del Liri, città simbolo della lotta operaia in Ciociaria:  lì c’erano le grandi concentrazioni industriali a metà Ottocento con il polo cartario; lì ci furono i primi scioperi culminati con i fenomeni di ‘luddismo‘ le macchine sradicate e gettate nel fiume Liri sostenendo che togliessero lavoro.

Ma questa volta non è stata una marcia per piangersi addosso. Né per rivendicare migliori salari e condizioni di lavoro., È stata una marcia con la quale parlare di futuro e di prospettiva.

Il nuovo modello

(Foto: Alberto Cimaomo)

Il sindacato da Isola del Liri ha chiesto un modello di partecipazione nuovo. E diverso. «È tempo di ridare centralità alle persone ed ai territori, ripartendo dal Frusinate, attraverso azioni concrete. Riteniamo non sia più procrastinabile una reale e concreta partecipazione delle parti sociali alle decisioni strategiche, assumendo responsabilità nelle dinamiche di cambiamento con proposte capaci di rafforzare sviluppo, salari, innovazione».

Cosa significa? È una segnale al mondo dell’industria ed al mondo della politica. Forte e concreto. Da Isola del Liri il sindacato chiede di promuovere «modelli innovativi di corresponsabilità che aiutino a rafforzare l’economia che sorreggano la Democrazia. Cambiamenti davanti a noi epocali che richiedono una grande Alleanza, una nuova Alleanza. Una allargamento del campo della responsabilità per giungere ad una compiuta economia sociale».

In pratica, il mondo industriale e con lui il mondo del lavoro stanno cambiando. Il sindacato ne è consapevole e dice «Vogliamo partecipare, essere costruttori di cambiamento e lo si può fare nel settore privato, come nel settore pubblico. Come? Condividendo gli oneri delle decisioni strategiche e programmatiche».

Allarme giovani

(Foto © DepositPhotos)

Il Segretario Cisl Luca Bozzi a nome dei tre sindacati ha messo il dito nella piaga che rischia di mettere in ginocchio la provincia di Frosinone in pochi anni. È quella dei giovani di talento che si formano e vanno via.

Da Isola del Liri il sindacato chiede nuovo slancio ai territori del Lazio sollecitando opportunità per i giovani «che oggi esportiamo all’estero. I nostri giovani cervelli vanno via perché non gli forniamo qui adeguate opportunità. È un vero dramma. Ogni anno l’università di Cassino, della Tuscia, di Roma, formano giovani talenti. Poi però perdiamo tutto perché questi ragazzi, per dare un senso ai sacrifici affrontati dalle famiglie per farli studiare, se ne vanno in Germania, nel Regno Unito, negli Stati Uniti».

Per il sindacato la scommessa è quella del lavoro qualificato che è capace di innescare un effetto traino. Cosa significa? Uno studio dell’Università di Berkley ha stimato che per ogni lavoro qualificato creato in zone ad alta intensità di capitale umano se ne creano 5 non qualificati. Detto in altro modo? Per ogni singolo ingegnere, impiegato, informatico che va a lavorare, nascono 5 contratti per baristi, camerieri, addetti alle pulizie e tutte quelle figure che ruotano intorno a negozi e centri commerciali.

Per questo da Isola del Liri il sindacato ha detto che «è importante per i territori attirare imprese tecnologiche ad alta intensità. Perché hanno un alto coefficiente moltiplicatore di lavoro umano».

Il sottinteso

L’ingresso Catalent di Anagni

Luca Bozzi è abile nel non riaprire la polemica: perché è il giorno dei segnali lanciati alla Politica. E perché la politica che oggi prende le decisioni ha un colore diverso da quella che dovrebbe andare ad attaccare e quindi non avrebbe senso. Ma il sottinteso è il caso Catalent di Anagni con i suoi 100 milioni d’investimento per creare un polo europeo di ricerca sul Chimico Farmaceutico e generare così un centinaio di posti ad alta specializzazione. Ma per due anni non sono arrivate risposte e alla fine la multinazionale ha ricollocato nel Regno Unito il suo progetto.

Parla di una provincia di Frosinone da rilanciare partendo da Isola del Liri indicata come simbolo dei luoghi che stanno soffrendo di più la crisi del lavoro. Il sindacalista Cisl riafferma «la volontà di rinascita e crescita di un territorio ferito, vittima di una crisi industriale ed economica importante e messo in ginocchio dalla pandemia e dalla crisi che ne è scaturita». In che modo? Concretizzando la messa a terra di tutte le risorse tese allo sviluppo, alla crescita culturale e professionale. Azioni che – per il sindacato – viaggiano in parallelo con la nascita delle nuove infrastrutture, sia materiali che immateriali.

Il sindacato ha evidenziato la delicata fase di riassetto che in provincia di Frosinone sta attraversando il settore della Carta, del Chimico Farmaceutico di Anagni, l’Automotive con Stellantis di Cassino, il Sin ‘Bacino del Fiume Sacco’. Per Cisl «il futuro deve coincidere con il presente. Perché se gli ammortizzatori sociali sono stati ‘l’aspirina’, utile ma non decisiva, il ‘vaccino’ dovrà essere quello degli investimenti. Ripartire equivale infatti a formare le imprese, le lavoratrici ed i lavoratori del futuro».

Formazione contro povertà

La formazione è la scommessa che viene fatta dal sindacato. Per contrastare anche quella che è stata definita “pandemia della povertà”: si tratta di una nuova emergenza che nel Lazio si è già delineata. Perché tra i “nuovi poveri” ci sono famiglie che, nonostante il lavoro o la pensione, si sono trovate dall’oggi al domani in condizioni di indigenza assoluta.

«La stagnazione economica, gli strascichi della pandemia, l’inflazione, la perdita del potere d’acquisto delle pensioni e dei salari, l’aumento del prezzo dell’energia e la crescita dei tassi di interesse sui mutui stanno minando alla radice il tessuto economico, produttivo e sociale laziale».

È per questo che da Isola del Liri i sindacati hanno chiesto di «avere il coraggio di osare e di agire subito. Nulla può essere rinviato. Alla Regione Lazio abbiamo detto che questo è il tempo delle azioni e che occorre mettere sempre al centro la persona».

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