La sfida di Sarah per costruire l’unità

I segnali di Sarah Grieco all'area di Peppino Petrarcone. Non si fida. Ecco perché. E cosa occorre per superare l'ostacolo. Gianrico Langiano pronto per un tavolo con la Lega. "Si discute sui nomi, senza pregiudizi".

Carlo Alberto Guderian

già corrispondente a Mosca e Berlino Est

Su un fronte, Sarah non si fida di Peppino. E Francesco gioca come al solito su almeno tre tavoli. Sull’altro fronte nessuno si fida dell’altro e tutti temono che si manifesti lo spettro di Mario. Le intese elettorali per le prossime elezioni comunali di Cassino non sono affatto lineari.

A Porte Aperte

La situazione è emersa ieri sera in tutta la sua chiarezza durante la puntata di A Porte Aperte su Teleuniverso. L’avvocato Sarah Grieco sarà uno degli elementi centrali di questa tornata: fa riferimento all’area di centrosinistra che durante le scorse amministrative ha deciso di non correre con il sindaco uscente Petrarcone, rappresenta un mondo dell’associazionismo che è estraneo al Pd, nei mesi scorsi il leader della componente maggioritaria Francesco De Angelis aveva lasciato capire che l’avrebbe vista bene come candidata sindaco.

«Io mi candido a rappresentare un progetto, a portare avanti le istanze di un’area della società che chiede un cambiamento costruito su un percorso. Non possiamo continuare a ragionare sulla base delle caselle» ha detto ieri sera Sarah Grieco. È lo stesso concetto che ha lasciato emergere durante la riunione tenuta all’inizio della settimana dal segretario cittadino Marino Fardelli in cui era emersa la sola candidatura di Giuseppe Golini Petrarcone. (leggi qui Verso la candidatura di Petrarcone: le primarie non servono più).

Cosa significa? La traduzione dal linguaggio liturgico della politica è: 1. Da sola non ho i numeri per diventare sindaco 2. Rappresento però un’area sociale e politica fondamentale per eleggere un sindaco. 3. Sbrigatevi a costruire una convergenza: o candidando me o collocando la mia area in un discorso unitario. Soprattutto c’è un punto. 4. Sarah e la sua area non si fidano di Peppino Petrarcone.

Diffidenze da superare

Il punto emerge in tutta la sua nitidezza a mano a mano che la trasmissione va avanti. Per un paio di anni, le due anime Dem elette a Cassino hanno vissuto da separati in casa: una arroccata intorno all’ex sindaco Giuseppe Golini Petrarcone e l’altra arroccata intorno all’imprenditore Francesco Mosillo. Tra l’una e l’altra si colloca il mondo rappresentato da Sarah Grieco. C’è voluto un anno di lavoro del segretario Fardelli per limare gli angoli ed accorciare le distanze.

Ma nonostante tutto il lavoro fatto c’è una differenza culturale, ideologica, caratteriale a marcare le distanze. E Sarah Grieco lo ha lasciato capire per tutta la trasmissione. Su Peppino Petrarcone grava il peso di cinque candidature a sindaco e soprattutto il timore che se rientrasse in municipio si ricomporrebbe subito il cerchio magico che lo ha posto sotto tutela per tutta la scorsa legislatura.

Una posizione inaccettabile per Sarah Grieco. Peppino Petrarcone vuole governare così? Vada avanti da solo. Vuole una coalizione? Con la quale rompere finalmente gli schemi e mettersi accanto un volto femminile, dotato di idee non convenzionali, capace di moltiplicarne l’azione e raccoglierne l’eredità? «È il candidato sindaco che a questo punto deve fare un passo e dirci che vuole farlo, in quale modo è disposto a coinvolgerci nella costruzione della futura Cassino, se ci chiama ne parliamo».

Il messaggio politico è nitido. Sarah Grieco dice in sostanza: se dobbiamo essere gli inascoltati soci di una ininfluente minoranza interna non ci interessa. Perché è il risultato minimo che siamo capaci di raggiungere da soli candidandoci senza fare alleanze con te.

Occorre allora un confronto chiaro. Ed un patto alla luce del sole. Scritto nel nome dell’unità. Che non sia solo un’alleanza elettorale. Ma che getti le basi per un metodo lavoro di almeno dieci anni. Sarah Grieco chiede di mettersi in discussione oltre ad aprirsi alla società: sta a Petrarcone inserirlo nel Dna del suo progetto se vuole un accordo.

I tre tavoli di Francesco

Non è un caso che Francesco Mosillo, da buon leader politico, stia trattando contemporaneamente su tre tavoli: come gli inglesi chiuderà la partita solo all’ultimo giro e dove riterrà più conveniente la posta.

Uno di quei tavoli è con il mondo rappresentato da Sarah Grieco. Ed un altro è quello con il vice presidente della Provincia Massimiliano Mignanelli. Se sia il tavolo più vantaggioso o uno di quelli ai quali bisogna far sapere che ci si è accomodati, facendo salire il prezzo sugli altri due, lo può sapere soltanto Mosillo.

Ma se Peppino Petrarcone vuole superare quel fossato deve gettare un ponte. Non può essere Marino Fardelli a farlo per lui. Perché un livello è il confronto politico ed altro livello è il confronto amministrativo.

Petrarcone ha avanzato la sua candidatura. Vuole che sia unitaria? Deve costruire quell’unità. Se non sarà possibile – come tre anni fa – è meglio che gli elettori lo sappiano subito. Mettendo in chiaro chi e perché non vuole l’intesa. Se Petrarcone perché vuole regnare da solo. O se Mosillo e la sua area perché vogliono metà del regno tutta per loro. Oppure ancora se Sarah Grieco ed il suo mondo perché fatto di progetti troppo ambiziosi.

I tavoli del centrodestra

Gianrico Langiano è il delegato pro tempore alle trattative per ricomporre il quadro unitario di centrodestra a Cassino. Una scelta fatta in attesa che Mario Abbruzzese vinca il congresso provinciale di Forza Italia, elegga Tommaso Ciccone coordinatore provinciale, ottenga l’espulsione dei tre dissidenti che con la loro firma hanno determinato la caduta di Carlo Maria D’Alessandro. Tra cui il coordinatore sub judice Dino Secondino.

L’ipotesi lanciata nei giorni scorsi dal consigliere regionale Pasquale Ciacciarelli è quella di elezioni primarie per individuare il candidato sindaco di Cassino in modo unitario. La Lega è abbastanza fredda sul tema. «

Chi non vuole un accordo unitario se ne assume la responsabilità politica poi su tutti i tavoli» mette in chiaro Gianrico Langiano.

La Lega rivendica il diritto di esprimere la candidatura. «Il centrodestra di oggi non è quello di un anno fa. Ora è a trazione leghista. Ma proprio per questo le Primarie sono in grado di evitare abbagli, equivoci, errori di valutazione».

La Lega non vuole le primarie e vuole esprimere il suo candidato sindaco. «A scatola chiusa mi sembrerebbe un accordo poco sensato. Se c’è un nome capace di aggregare come lo è stato Carlo Maria D’Alessandro tre anni fa ben venga, valutiamolo. C’è questo nome?».

Il nome non c’è. La Lega non lo ha. Nella serata di ieri Forza Italia ha avviato una ricognizione su quattro nomi. L’intento è quello di ridurre a due l’elenco ma Pasquale Ciacciarelli si accontenterebbe di avere l’adesione da uno soltanto. C’è un magistrato, un imprenditore, un docente, un medico. Poi c’è anche il nome del sindaco uscente Carlo Maria D’Alessandro.

«Noi – spiega Gianrico Langianonon vogliamo alimentare nessuna spaccatura, vogliamo un centrodestra unito: i risultati dell’Abruzzo e della Sardegna sono stati chiari. Si vince dove c’è unità. Allo stesso tempo però ci deve essere rispetto. Siamo pronti a metterci in discussione. Ma non a fare le ruote di scorta. Sediamoci e iniziamo a valutare i nomi: senza pregiudizi, senza veti incrociati».