La sindrome della valigia per le vacanze

 

Palma Lavecchia di PALMA LAVECCHIA

scrittrice e blogger su ‘Ho partorito due canaglie

 

Ditemi di partire e sono praticamente già pronta al gate, ma non appena realizzerò che mi occorrerà preparare la valigia, mi vedrete precipitare letteralmente nel panico! Una valigia per quattro, e peggio mi sento se in periodi di stagione incerta. Ma guardiamo il problema più da vicino, giusto per capire se succede la stessa cosa anche a voi.

Noi donne, mentre prepariamo quelle che comunemente chiamiamo valige ma che sarebbe più corretto definire “container”, iniziamo a ciondolare per casa con quella sensazione chiara, precisa e puntuale che potremmo aver dimenticato qualcosa di importante.

Ora, sul concetto di “importante” potrebbe aprirsi un mondo di opinioni diametralmente opposte, e che vede, in linea di massima (escludendo le eccezioni, è chiaro), schierati gli uomini da una parte e le donne dall’altra.
Infatti, vediamo: che cosa è veramente importante per un uomo che parte per la vacanza? Uno spazzolino, un cambio pulito, il caricabatterie, il libro che sta leggendo da mesi, un paio di scarpe per una corsetta. Direi che basti. Anche se sta partendo per 15 giorni, fa niente.

Invece, che cosa è veramente importante per una donna? Qui, a voler essere esaustivi e per amore della verità, occorrerebbe prenderla un pochino alla lontana, concedetemelo.
Converrete con me sul fatto che quasi ogni dinamica all’interno della relazione uomo/donna potrebbe avere radici prevalenti in epoca primitiva, compreso il significato di “importante” nel contesto delle valige: perché l’uomo andava a caccia e doveva necessariamente uscire di casa piuttosto leggero, mentre la donna – che si preoccupava di: accudire i cuccioli, presidiare la grotta, raccogliere frutti lì attorno e cucinare la carne della belva feroce che intanto aveva stordito con un qualche chiacchiera – aveva necessità di molti più arnesi per svolgere le sue mansioni.

Ed ecco che l’uomo questo suo stato di leggerezza se l’è portato dietro nel lungo raggio dei Millenni trascorsi, sostituendo la clava con roba di poco più attuale, e la donna, parimenti, ha continuato a conservare la tendenza a prevedere ogni possibile evenienza, dall’arrivo improvviso della nuova era glaciale ad agosto fino a un’invasione aliena, passando per ogni forma di malanno imprevedibile e improvviso, tipo la peste bubbonica. Ogni. E quando dico ogni significa davvero ogni. Chi è in coppia, lo sa.

Di contro, a livello ancestrale ecco spiegata anche la difficoltà dell’uomo a capire la necessità della donna a portarsi dietro ogni cosa, sì da farsi cogliere dallo sturbo quando quelle valige (ma leggasi container) in qualche modo deve caricarle in macchina.

Però, poi, l’ingrato non apprezza mai abbastanza il fatto che quando inizia a chiedere “Che per caso hai preso il dentifricio?” … “C’è qualche paio di calzini miei da qualche parte?” … “Mica hai il mio pigiama?” … “Un paio di ciabatte dove le trovo?” … “Mi occorrerebbe un golfino più pesante: non è che ti è cascato in valigia?” … “Protezione solare?” … “Hai un pacchetto di fazzoletti?”, ogni sua richiesta viene immediatamente esaudita. E mica perché abbiamo gli stessi superpoteri del Mago Silvan, eh!

Insomma, non potendo evidentemente incidere su un patrimonio culturale e comportamentale che ci è stato tramandato dai nostri lontanissimi antenati, le chiacchiere stanno a zero e qui tocca trovare un compromesso. Per esempio, potremmo fare così: se Voi deciderete di accogliere con pazienza la vastità delle nostre valige, noi potremmo addirittura valutare l’opportunità di concedervi l’indulgenza plenaria su quella stramaledetta tavoletta del bagno sempre perennemente alzata! Che dite? Affare fatto? E invece noooooo.. scherzavo! Mai rinunceremmo al nostro cavallo di battaglia per eccellenza, quello con cui darvi il tormento e che scatena l’annoso dibattito uomo/donno, quello che vede molte coppie sedute sconfitte davanti ai consulenti matrimoniali. Quello per cui l’ultima volta che ho visto i miei genitori (alla soglia dei 70 anni, mica proprio di primo pelo!)si stavano scontrando animatamente …ma ne parleremo più ampiamente in altro post 😉

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