La sottile strategia di Salvini per destabilizzare Forza Italia

La sottile strategia di Matteo Salvini. Dopo avere incassato le candidature nel Nord d'Italia è partita la destabilizzazione degli alleati nel Lazio. Per indebolire Forza Italia e FdI. E restare il più forte sul campo dopo le elezioni.

Licandro LICANTROPO

per Ciociaria Oggi

e Alessioporcu.it

 

Non è certo Fabio Rampelli l’obiettivo di Matteo Salvini nella tattica suicida che sta portando su un piatto d’argento le elezioni Regionali del Lazio verso la bacheca con i trofei del Centrosinistra.

Tantomeno l’obiettivo Giorgia Meloni leader di Fratelli d’Italia, partito che a Roma e nel Lazio ha pari dignità, anche in termini numerici, con l’alleato maggiore Forza Italia.

Il vero obiettivo di Matteo Salvini è Silvio Berlusconi. Facendogli perdere il Lazio, manovrando ad arte la pedina Sergio Pirozzi, la Lega ottiene un duplice vantaggio. Il primo: togliere energia alla ricostruzione romana di Forza Italia dopo le ultime debacle (su tutta quella alle ultime comunali di Roma). Il secondo: rimettere in pista un mondo, quello di Francesco Storace, che ora invece sta ai margini del tracciato d’asfalto.

Grazie a questo schema la Lega guadagnerebbe, in un colpo solo, uno spazio politico nel Lazio inimmaginabile, sottraendolo in gran parte a ciò che rimane di Forza Italia. Anche se a farne le spese sarebbero pure gli uomini di Giorgia Meloni che si ritroverebbero ovunque a discutere con un alleato altrimenti ininfluente nelle geografia politica della seconda Regione d’Italia dopo la Lombardia.

Il tutto viene innescato in un momento preciso: subito dopo avere incassato tutte le candidature strategiche per la Lega nel Nord d’Italia. Come se la strategia fosse: incassare al Nord e destabilizzare al Sud. Ottenendo così il massimo e spianando la strada verso palazzo Chigi.

Questa mattina sono arrivati sul tavolo della coalizione gli ultimi sondaggi. Vedono la coalizione di Centrodestra ancora testa a testa con quella di Centrosinistra. Ma solo nel caso in cui vada con un solo candidato alle urne, evitando di dividersi tra Pirozzi e Rampelli o chiunque altro.

Infine l’ultima non irrilevante novità: Sergio Pirozzi non si dà per vinto e presenta al Viminale, per alzare la sue pretese (e quelle di Salvini/Storace) al tavolo della coalizione, il simbolo per partecipare alle elezioni del Senato nel Lazio. (leggi qui Pirozzi presenterà lista Scarpone anche al Senato. Minacce via internet)

Che significa? Non avrà certo la possibilità di superare lo sbarramento del 3% che gli consentirebbe di eleggere dei senatori a Palazzo Madama. Allora perché farlo? Perché a questo punto potrà usare lo Scarpone come arma con cui far perdere al Centrodestra i seggi in bilico ove non fosse accontentato nella candidatura per il Lazio.

Le notizie dal quartier generale di Sergio Pirozzi riferiscono di una certa delusione tra coloro che avevano condiviso la partenza della campagna elettorale. Alcuni candidati della sua lista starebbero cercando ospitalità altrove visto che il sindaco ha fatto trapelare l’intenzione di candidarsi capolista nella Capitale, togliendo spazio agli altri pretendenti che avevano aderito al progetto. E a Guidonia l’appuntamento previsto per oggi è stato annullato.

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