La strana giornata di Agata che chiude Facebook e compra un fondotinta

Perché alla fine è un fondotinta a coprire i problemi... Fino a quando hai voglia di nasconderli. Ma a volte serve per disegnare una nuova vita

Piero Cima-Sognai

Ne elegantia abutere

Tutto sommato inizia bene, la strana giornata di Agata, con un incedere quasi solenne: la sveglia alle 5.30 sembra una benedizione dopo una notte in bianco passata a dormire su un lato solo. E il primo caffè sembra esattamente quello che dovrebbe essere: una delle poche prove dell’esistenza di Dio. Casa è decisamente sporca, non lercia, ma di quello sporco infido ed umbratile che sussurra maligno la rotta della sgabuzzino delle scope.

Dopo le faccende in bagno converrà pensarci, prima che si svegli il resto della truppa. Per uno strano motivo sul quale Agata ha smesso da tempo di interrogarsi la seduta diaccia sul water coincide ormai da anni con l’apertura di Facebook dal telefonino, in un pigro e rituale scorrere la timeline a contrappuntare ciò che la natura impone.

Ed è lì, nel punto esatto in cui si incontrano necessità fisica e schiavitù social, che Agata realizza distrattamente e con un solo occhio aperto che sullo schermo è tutto un fiorire di mimose. Oh si, Agata lo sa bene cosa vogliano dire quelle mimose: vogliono dire che no, oggi non è una giornata di Festa come scrivono certe sciacquette insipide che lei conosce.

Ma chi se ne importa dell’incendio…

No, oggi è una Giornata di Riflessione perché non ricorda bene quando e dove in una certa fabbrica molte donne morirono per colpa di uomini cattivi e di un mondo stronzo che assecondava la loro cattiveria. Agata non ha studiato, non ne ha avuto né tempo né voglia, ma mentre srotola la carta igienica segnando uno strappo diplomatico fra funzione e costo della stessa intuisce a livello limbico due cose.

La prima è che lei non ha il background per capire le cose ma ha Wikipedia per sanare le sue falle, la seconda è che a lei di sanare quelle falle non importa un cacchio di niente. Non le va di verificare come e quando morirono quelle donne, non ha voglia di vedere mimose, e inviti e menu e offerte di collant tre per uno che “sotto quel tubino nero là ci stanno un amore”. Lei sa benissimo che le Giornate Internazionali servono alle donne studiate per scrivere cose importanti e agli uomini solidali ma non del tutto convinti per ribadire che si, hanno capito tutto, perciò sempre dal cesso scrivono saggi che “le donne si rispettano tutti i giorni e non solo l’otto marzo”.

Agata ha bisogno di un fondotinta, piuttosto. Uno color carne effetto mat che sfumi bene e non unga facendo luccicare il viso nel sole cretino di marzo. Prova ad aprire il secondo occhio ma è troppo pesto e gonfio per rispondere ai muscoletti diligenti delle palpebre. Colpa della birra, è sempre colpa della maledetta birra, lui è un brav’uomo e per l’anniversario le ha regalato uno zircone grosso come una lenticchia pasciuta ma la birra gli fa fare cose che altrimenti non si sognerebbe mai di fare.

Ti serve un fondotinta, Agata

Cose come entrare caracollante in casa e menare un cazzotto dritto a nord ovest della sua bocca che gli stava chiedendo dove cacchio fosse stato e perché non avesse telefonato. Agata quel diretto se lo è visto arrivare, telefonato e carico del nerbo pigro dell’abitudine, mentre lui camminava dritto verso il bagno a pisciar via sei ore di part-time in fabbrica e due ore con gli amici. Otto ore totali a maledire il mondo, il governo, i migranti, i ladri del reddito di cittadinanza e i sindacati che ormai sono puttane a servizio del potere.

L’occhio di Agata è il punto esatto in cui il livore del marito va in catarsi e, liberato dalle nocche sparate sull’orbita, si stempera e torna alla quotidiana rassegnazione ed alle carezze imbarazzate del dopo sbornia. Ecco perché accucciata a piangere sul bidet lei decide di chiudere Facebook e di non guardare più quelle mimose. Ecco perché ad Agata non importa nulla di quella fabbrica e di quell’incendio che pare neanche sia proprio esatto.

No, a lei importa comprare un fondotinta per nascondere quello che gli altri non devono sapere. Ma lei lo saprà sempre. Perciò dopo le lacrime, una tirata di naso rassegnata ed essersi sistemata i pantaloni in bagno Agata fa uno sforzo, apre tutti e due gli occhi e vede, vede tutto. E decide di cominciare quella strana giornata riprendendo il cellulare in mano.

Per chiamare il 113, e si fotta il fondotinta.

(Foto di copertina © DepositPhotos.com)