Il Partito Socialista Italiano ha fatto capire che la candidatura a sindaco di Vincenzo Iacovissi non è affatto di trattativa. Anzi, per la verità lo ha fatto capire direttamente Iacovissi, attivando da subito un sito ad hoc e scrivendo quello che è un vero e proprio programma elettorale. Soltanto un caso che sia avvenuto in questi giorni, dopo l’ennesima Caporetto del Pd in sede di conferenza dei sindaci sul piano tariffario dell’acqua? Forse no.
Il punto non è soltanto che nelle scorse settimane i Democrat avevano lanciato messaggi chiari, tutti finalizzati a riaprire la trattativa politica con gli alleati, a cominciare dai Socialisti. Con un obiettivo chiaro: presentare il centrosinistra unito alle elezioni comunali di Frosinone, con un candidato condiviso.
La storia politica recente del centrosinistra provinciale è fatta di lacerazioni importanti tra Democrat e Socialisti: alle Provincia, al Comune di Frosinone, ma anche a Sora, Ferentino e in tanti altri posti. Per non parlare degli enti intermedi. Per non parlare delle posizioni agli antipodi su temi come il servizio idrico.
Il fatto che a livello nazionale i Socialisti facciano parte del Governo Renzi e che sul piano regionale sostengano Nicola Zingaretti vale fino ad un certo punto.
Il Comune di Frosinone, guidato per tre mandati consecutivi dal centrosinistra (due volte con Domenico Marzi, una con Michele Marini), ormai rappresenta un simbolo. Il centrosinistra, in particolare il Pd, non può fallire.
La prospettiva dei Socialisti è diversa: a Gianfranco Schietroma interessa cogliere un risultato politico e amministrativo, magari in doppia cifra, per confermare che il capoluogo ciociaro resta una roccaforte del partito. Paradossalmente questo può avvenire più facilmente con una differenziazione dei Socialisti alle elezioni. Il che vuol dire che i Democrat dovranno impegnarsi molto per cercare di convincere il Psi a tornare sui propri passi.
Al momento per la verità non sembrano esserci le condizioni.
