La tela di Ottaviani, il sindaco che sa aspettare

Questa sera in consiglio comunale illustrerà il programma di governo per il secondo mandato, a quasi tre mesi dalla rielezione a sindaco al primo turno con il 57% dei voti. Nicola Ottaviani non lascia nulla al caso. E nella sostanza non ha mai chiuso la campagna elettorale. Ma non perché aspiri a diventare deputato o senatore. Forse nemmeno la partecipazione alle primarie del centrodestra per la corsa alla presidenza della Regione Lazio è una soluzione che lo alletta fino in fondo. Ottaviani vuole passare alla storia politica del capoluogo come il sindaco che ha cambiato volto a Frosinone.

Il nuovo stadio Benito Stirpe è l’architrave ma il programma si articola su vari punti. Il Parco Urbano del Matusa, ma anche il Parco sul fiume Cosa, per arrivare a “cucire” l’intero tessuto urbanistico della parte bassa della città. Il progetto di rilancio sull’area dell’ex Permaflex servirà per modificare completamente il traffico in entrata e in uscita da Frosinone, per agganciarsi poi all’ultimazione della Monti Lepini e a quell’anello viario atteso da anni. Perché solo in questo modo si potrà prevedere un Piano di mobilità alternativa che possa consentire la pedonalizzazione permanente del centro storico e altre misure per combattere la vera “piaga”, quella dell’inquinamento da polveri sottili.

Nicola Ottaviani ha mantenuto l’urbanistica per avere personalmente il polso della situazione. Attacca l’opposizione per serrare le file di una maggioranza apparsa già litigiosa e debole. L’unico modo di mantenerla “reattiva” è quello di farla restare sulla corda.

Ottaviani vuole rilanciare amministrativamente il capoluogo per proseguire anche l’azione di rafforzamento politico: sull’acqua, sugli ambiti del gas, su temi come l’immigrazione e la prostituzione Nicola Ottaviani vuole insistere sulla centralità del capoluogo.

Il sindaco è uno che sa aspettare: alla Camera o altrove potrebbe concorrere la prossima volta, anche perché si preannuncia una legislatura breve, in particolar modo se dovesse davvero scattare l’asse tra Silvio Berlusconi e Matteo Renzi.

Alle politiche nessuno vincerà davvero e Ottaviani non ha la vocazione di chi alza la mano pur di sentirsi chiamare onorevole.

La battaglia politica dentro Forza Italia la giocherà fino in fondo però. Non ha bisogno di mediatori per parlare direttamente con Antonio Tajani e con Silvio Berlusconi.

Non ha bisogno di mediatori per neutralizzare l’eventuale fuoco amico del coordinatore regionale Claudio Fazzone.

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