La tempesta Fardelli: «Ti ho smascherato, sospetti confermati». E si riavvicina a Buschini

Le prove le ha avute poco prima della mezzanotte scorsa. Chiare, decisive, inoppugnabili. Così, il consigliere regionale Marino Fardelli ha voluto comunicare al ‘traditore’ di avergli fatto tana. Lo ha scritto sulla sua bacheca: «Stasera ho avuto una certezza perché seppur forse ingenuo o alcune volte faccio finta di esserlo, ognuno di noi ha mezzi e amicizie che poi confermano il sospetto, ma le prese per il sedere (sic!) no. Quindi la regia è stata scoperta, gli attori li conosciamo bene e gli ordini da dove provengono».

Di mezzo c’è una scadenza elettorale. Perché Fardelli prosegue scrivendo: «Ultima cosa: ti ringrazio di cuore perché così mi dai ancora più forza e voglia di vincere. #sospettoconfermato #tana #giulamaschera #cometimuovifaidanni»

Chi è l’infiltrato? Cosa stava realizzando nelle file di Fardelli? I sospetti si concentrano su due obiettivi: le elezioni regionali e la corsa per la segreteria nazionale del Pd, con annesse liste locali per l’Assemblea Nazionale collegate ai tre aspirati Segretari Matteo Renzi, Andrea Orlando, Michele Emiliano.

A rendere ancora più complicata la ricostruzione del mosaico c’è un altro elemento. Nella serata di venerdì c’è stato un concreto riavvicinamento del consigliere (Pd area Scalia) con l’assessore Mauro Buschini (Pd area De Angelis)

Gli uomini oltre le linee parlano di «un nuovo rapporto tra il consigliere e l’assessore».

Le stesse fonti escludono in maniera categorica che ci sia stata una clamorosa rottura tra Fardelli ed il senatore Francesco Scalia. Del quale, proprio nella serata di ieri Fardelli ha detto ad alcuni fedelissimi «E’ una persona corretta». Allo stesso modo, sono solidissime le relazioni con il deputato Nazzareno Pilozzi e con il presidente del Partito Domenico Alfieri. Di loro, ad un’altra fonte, poco prima della sfuriata via web ha detto «Con loro siamo tutti una cosa». Giuseppe Golini Petrarcone, allora? Nemmeno: in agenda hanno appuntamento il 26 aprile e non è stato cancellato, anzi: è sottolineato in rosso.

Marino Fardelli non vuole commentare. In mattinata ha salutato gli amici ed è partito, staccando i telefoni.

Intanto, in città, prende quota la discussione per la scelta del segretario nazionale. Dopo le dichiarazioni fatte da Salvatore Fontana (capolista di Emiliano in provincia di Frosinone) ad Alessioporcu.it (leggi qui) ha preso posizione Luigi Russo.

L’ex direttore generale della Provincia ha detto «Se entro domenica non leggo una autocritica dei chiamiamoli big (lettera minuscola) del Pd Provinciale sulle dinamiche che hanno condotto alla sconfitta a Cassino alle ultime elezioni amministrative, sui metodi che stanno lacerando e riducendo al lumicino in provincia il primo Partito d’Italia, sul perché ancora non e possibile indire il Congresso cittadino, per la prima volta non voterò Matteo Renzi».

Russo sostiene che sia per lui un dovere. «Lo devo a Cassino ed ai miei concittadini. Abbiamo sempre sostenuto Renzi da soli contro tutti e con ottimi risultati. Oggi è tempo di chiarezza e assunzioni di responsabilità. Voteremo con il cervello e non più col cuore. Anche perché, se devo essere sincero fino in fondo, a noi le ammucchiate non piacciono».

Chiaro il riferimento al listone dei renziani. ha messo insieme tutte le anime dei big Pd in provincia di Frosinone: da Scalia a De Angelis, da Buschini a Costanzo, da Pilozzi ad Alfieri. Cioè proprio quelli che Russo ed i suoi considerano responsabili della sconfitta elettorale alle corse comunali di Cassino.

Non ultimo dettaglio: il listone renziano è sostenuto anche da Fardelli. C’è per caso un legame tra i due messaggi?

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