La vendetta di Peppino. E le mosse di Francesca (Conte della Selvotta)

I telegrammi del Conte della Selvotta sulla politica Cassinate. Petrarcone medita vendetta. La Lega prova a chiudere. Ma la sedia scotta. E le api di Tito Livio sono pronte a tornare in azione

Domenico Malatesta

Conte della Selvotta

Un ingente sciame di api invase il Foro di Cassino”. ANNO CCVIII a.C. Tito Livio Libro XXVII.
Cassino, 2019 d.C. Uno sciame di api invade l’Aula consiliare.
Montecassino, 2019 d.C. Uno sciame di api invade l’Albaneta.

Petrarcone, voglia di sindaco

Dopo il gran rifiuto il silenzio. Giuseppe Golini Petrarcone, due volte sindaco e due volte consigliere comunale di opposizione, sembrava sparito, telefoni muti, nessuna comunicazione all’esterno. Per trovarlo bisognava bussare al suo ufficio o a casa sua.

Sotto la cenere cova la vendetta. Una parte del Pd e del centrosinistra gli aveva negato la ricandidatura. In suo soccorso ora sono arrivati quelli che cercano un leader collaudato. E così Massimiliano Mignanelli e Niki Dragonetti e i sottoscrittori di alcune liste civiche lo vogliono a capo di un raggruppamento di un polo civico per tentare di arrivare al ballottaggio. Non necessariamente con loro dentro.

Che senso ha? Dimezzare i voti del cartello di Centrosinistra, abbassandone il risultato al punto da impedirgli di agganciare il ballottaggio.

Oppure, a seconda delle candidature che proporrà il centrodestra, mettersi tutti insieme nel Polo civico e poi scontrarsi magari con il vincitore delle primarie del centrosinistra o con Mario Abbruzzese se si candiderà.

Io e te andremo al ballottaggio”, disse il vate Mario Abbruzzese a Petrarcone dopo la cerimonia del 15 marzo. Poi successe la rivolta nel Pd.

La più pazza campagna elettorale

È la più pazza precampagna elettorale a Cassino dal dopoguerra ad oggi. Ricorda il cronista antico Domenico Tortolano. A poche settimane dalla presentazione delle liste (27 aprile) sia il centrodestra che il centrosinistra sono alle prese con i candidati sindaco. Ma anche i candidati singoli non sono certi di andare da soli rischiando di non essere eletti.

La Lega vorrebbe andare da sola, Forza Italia e Fratelli d’Italia invocano l’unità per arrivare al ballottaggio. Divisi, dicono, si va al suicidio. E la Lega ora è indecisa tra Carmelo Palombo e Giuseppe Sebastianelli. Per Fdi: ”Dove sta la discontinuità con il passato invocata dalla Lega?”.

Telefonate leghiste

Ieri mattina deve essere rimbombata una telefonata di fuoco dal Quartier Generale di Matteo Salvini.

Pare abbiano chiesto informazioni su cosa sta accadendo a Frosinone. Informatissimi, hanno evidenziato che a Cassino due deputati della Lega spingono per il sostegno ad un candidato sindaco ancora fresco di Partito Democratico (leggi qui E sul tavolo della Lega arrivò il nome: Mignanelli sindaco). Poi, che a Terracina il coordinatore Regionale é all’opposizione di una amministrazione di centrodestra. E che a Pontecorvo una deputata della Lega, capogruppo di maggioranza, va all’opposizione di una amministrazione di centrodestra. Poi, a Veroli un senatore della Lega flirta con il Pd.

L’ordine è stato: niente Pd, si va con il centrodestra. E da qui hai voglia a spiegare che Mignanelli in realtà è uno di Forza Italia, passato a Ncd di Alfano e poi con Lorenzin, infine ha chiesto un ‘passaggio’ al Pd ma come indipendente e solo per essere eletto in Provincia. Più difficile spiegare la questione dei rapporti con il mondo dei migranti. (leggi qui La Lega boccia Mignanelli e oggi annuncia il candidato)

L’impressione è che al momento della telefonata con cui sono stati chiesti chiarimenti, si sia registrato il fuggi – fuggi. Con Claudio Durigon che si è limitato a dire come lui sia responsabile solo di avere portato Nicola Ottaviani sul Carroccio ma di cassino se ne occupano altri. Francesco Zicchieri ha detto che la delegata alla candidatura di Cassino è Francesca Gerardi per la sua riconosciuta capacità politica.

Ora, resta da capire: potrebbe decidere su puntare su Mignanelli, se vince nessuno andrà a badare al capello né al pedigree; se perde, Gerardi paga. Oppure potrebbe giocare la carta più prudente: Sebastianelli (leggi qui Lega, ora è braccio di ferro sui nomi di Palombo e Sebastianelli), proposto Dalai dirigenti cittadini; se perde, la colpa è di tutti, ma salta l’asse costruito con Zicchieri ed il potentissimo Claudio Fazzone di Forza Italia per mettere fuori dai giochi Mario Abbruzzese.

La crisi dei leader

Tutta colpa della mancanza di leader politici di un certo livello capaci di sintesi e di aggregazione. La Lega, dopo aver fatto cadere l’Amministrazione di Carlo Maria D’Alessandro, si è scoperta povera di un leader per fare il sindaco. Ed ora litiga con se stessa.

Non ci sono leader per vincere al primo turno. E così si rischia di nuovo di far entrare nell’aula Di Biasio modesti rappresentanti comunali.

Le api di Tito Livio sono pronte ad entrare in azione. Un avvertimento.