La verità di Zingaretti: «Sono andato via per difendere un’idea»

Nicola Zingaretti svela i retroscena della sua scelta di mollare la guida del Partito Democratico. "L'ho fatto per difendere un'idea". Il post covid: "Abbiamo dimostrato che i problemi si affrontano e si risolvono”. Il caso discariche: "È un'idea vecchia, i rifiuti oggi sono un patrimonio”

Non è stata una resa, non è stato un abbandono del campo: la rinuncia fatta da Nicola Zingaretti è stata una lucida scelta politica. Un atto di denuncia e di amore verso il Partito Democratico. Fatto con la rabbia di chi è deluso ma con la convinzione di chi sa di dover agire. L’ex Segretario nazionale del Partito Democratico lo ha raccontato ieri sera nell’ultima puntata di A Porte Aperte, la trasmissione di Teleuniverso condotta da Fabio Cortina.

Ho difeso un’idea

La domanda arriva a bruciapelo, com’è giusto che sia: “Si è mai pentito di quella scelta?” La risposta è meditata e sincera. Quasi una confessione, una liberazione.

«No. Non l’ho fatta per me. L’ho fatta per difendere un’idea di politica, in un momento nel quale pensavo fosse giusto denunciare. Ho compiuto un atto con il quale spingere il Partito a fare un salto di qualità. Eravamo arrivati ad un momento per cui c’era polemica su tutto, non si poteva più parlare di niente. Eravamo entrati in un governo, il Governo Draghi (che sta facendo molto bene): noi non potevamo avere da una parte il sostegno al Governo e dall’altra una polemica perenne. E quindi ho detto basta, ho pagato un prezzo e sono felice di averlo pagato. Se questo è servito? Mi augurio che questo serva ad avere una comunità più forte e coesa»

Basta piagnistei

Nicola Zingaretti

Il Lazio si è confrontato con le altre Regioni italiane messe di fronte al Covid. Non è stata una sciocca sfida al Palio: è la conseguenza del federalismo in Sanità introdotto negli anni dei governi in cui la Lega parlava ancora di Secessione. La Regione governata da Nicola Zingaretti ne sta uscendo a fronte altissima.

«Stiamo uscendo dall’incubo, siamo vicini all’obiettivo e attendiamo le indicazioni nazionali ed è un altro segnale che avere regole, seguirle e fare la campagna vaccinale sta portando ai risultati che ci auguravamo» ha detto Nicola Zingaretti. Sferrando subito la zampata al centrodestra: «Andiamo avanti così e presto quell’obiettivo diventerà concreto perché il tema non è solo togliere le mascherine ma farlo in sicurezza. Ora lo possiamo fare perché togliere le mascherine non in sicurezza era un errore». 

Un centrodestra che elenca una lunga serie di problemi da risolvere. Il Governatore sembra indossare ancora i panni del Segretario di Partito. «Il fatto che ci siano problemi non significa che non si possano risolvere. Dobbiamo evitare l’equivoco: non dobbiamo aprire questa nuova stagione facendo l’elenco dei problemi che abbiamo. È ovvio che ci siano, come potrebbero non esserci dopo quello che abbiamo avuto in Italia e nel mondo? Ma ora è il tempo di risolverli, abbiamo dimostrato proprio durante la pandemia che lo possiamo fare: con gli investimenti».

Investire in maniera scientifica, mirata. Ad esempio realizzando nel Lazio l’ottava Camera di Commercio in Italia, oppure il più grosso Consorzio Industriale del Paese. Ed il Lazio con la provincia di Frosinone avranno un ruolo. «La rinascita del Paese dovrà vedere il Lazio e la Ciociaria protagonisti. Non è uno slogan. Perché la Ciociaria è un’area produttiva che nel Dopoguerra ha dato tanto all’Italia in termini di capacità di produrre ricchezza e di contributo al sistema Paese. E ora siamo in una situazione analoga. Per questo non sono d’accordo con quella politica che si limita ad illustrare i problemi, ad elencarli, a contarli. Perché questo può strappare qualche applauso però poi lascia sole le persone. Noi dobbiamo sradicare e risolvere quei problemi che creano paure alle famiglie. Sono cosciente dei tanti problemi che abbiamo. Ma abbiamo dimostrato anche che tanti problemi si risolvono».

I rifiuti sono un patrimonio

Nicola Zingaretti (Foto: Livio Anticoli / Imagoeconomica)

La polemica sta montando sul ciclo dei rifiuti. Roma non ha ancora messo ordine al sistema Raccolta – Trattamento – Smaltimento: è il modello che le province del Lazio invece hanno iniziato a costruire da almeno trent’anni. Ora le inadempienze della Capitale stanno diventando un problema regionale: perché Frosinone ha esaurito con 3 anni d’anticipo la sua discarica provinciale. E Roccasecca, dopo vent’anni, non intende fare altri sacrifici. (Leggi qui Rifiuti: Roccasecca “è in elenco”. Sacco: “Non vi avvicinate”).

Nicola Zingaretti mette il dito nella piaga. «Noi purtroppo abbiamo ancora un retaggio psicologico del passato. Il rifiuto, in tutto il mondo, viene considerato in maniera diversa da qui: i rifiuti sono soldi, sono una ricchezza, sono materia prima. Se trattati bene, sono una risorsa che permette di abbassare le tasse, creare lavoro e nuove imprese. Ovviamente bisogna organizzare un ciclo dei rifiuti che sia figlio dell’economia circolare che permette il riutilizzo, il recupero, il riciclo e poi l’avvio della prospettiva industriale per il materiale trattato».

Roma però da quell’orecchio non ci sente. «Da anni dico che Roma, una città con milioni di abitanti, non è possibile che non abbia un ciclo dei rifiuti completo. E questo vuol dire scaricare in mezza italia, significa con un costo per i romani folle di circa 200 milioni l’anno, ma soprattutto significa non utilizzare quella materia prima».

Più riciclo, meno discariche

«Dobbiamo capire anche che il vecchio sito di conferimento non è più la vecchia discarica a cielo aperto sullo stile di Malagrotta: quella roba lì non ci sarà mai più perché è vietato portare in discarica i rifiuti così come sono stati presi dai cassonetti. Poi: non vogliamo le discariche? Facciamo la differenziata. Il Lazio ha già raggiunto buoni risultati ma è chiaro che ci vuole uno scatto in avanti. Facciamo il riciclo, recuperiamo materia prima da quei rifiuti e rimettiamoli in produzione».

Occorre chi lo sappia fare ed occorre la giusta mentalità. «La Regione può però aiutare, dare indirizzi, mettere i soldi. Ma poi dipende dai territori. Faccio un appello: superare l’idea vecchia dei rifiuti. Ora sono una risorsa: non possiamo arricchire i cittadini ed i Comuni di tutta l’Italia perché non lo vogliamo fare da noi».