La vigna di Sarah, i miei primi ‘anta’ in terra di Prosecco

Il vostro affezionatissimo ha appena compiuto 40 anni e ha ricevuto un gran bel regalo…

Marco Stanzione

Non invitatemi mai a bere...

Spesso l’ho citata in questa rubrica senza farne il nome, l’ho apostrofata diverse volte la “mia povera lei” perché è vittima della mia sete e della mia voglia di girare per cantine. Ha molta pazienza Paola, talmente tanta che ha deciso di infiocchettare per me un gran bel regalo di compleanno. E siccome la cifra è tonda mi ha regalato una due giorni in mezzo le vigne.

Non solo: abbiamo addirittura dormito in una botte! No, non mi sono addormentato sbronzo con la testa in una botte. E no, non era piena e ci ho nuotato dentro. Perché lo so che lo avete pensato!

La vigna di Sarah

Quello che abbiamo fatto è stata una vera e propria esperienza nel cuore della Valdobbiadene. Non una semplice visita ad una cantina ma una vera a propria full-immersion sulle colline del prosecco, tra bollicine intriganti, cibo eccellente e paesaggi mozzafiato.

La Vigna di Sarah nasce in un contesto di pregio assoluto, tra Conegliano e Vittorio Veneto, e proprio in queste colline la giovane imprenditrice Sarah dei Tos ha avviato una decina di anni fa questo grande progetto di accoglienza e valorizzazione del patrimonio locale: il prosecco.

Dopo essersi laureata in economia Sarah, figlia di imprenditori molto famosi in zona per la produzione e lavorazione del legno, decide di sfruttare al massimo i terreni e le vigne di proprietà della famiglia da diverse generazioni. Uva che fino ad un decennio prima era destinata ad altri produttori o cantina sociale. Nasce così La Vigna di Sarah, una cantina moderna e rinnovata affiancata da una struttura ricettiva che comprende un agriturismo ed aree relax tra le vigne.

Un progetto ambizioso ed innovativo: “Il prosecco è la nostra anima, una bollicina famosa in tutto il mondo. Il nostro obiettivo era ed è renderlo unico ed offrire diverse interpretazioni, tenendo presente alcuni punti di incontro tra i vari prodotti. In primis abbiamo puntato subito sull’agricoltura biologica, ci abbiamo sempre creduto e abbiamo ottenuto anche la certificazione. Poi è fondamentale per noi lavorare il Glera in purezza, non abbiamo altre uve, il nostro prosecco è fatto solo con uve Glera provenienti dai nostri appezzamenti“.

Cucina di mare e prosecco

Il sommelier nella Jacuzzi

A raccontare il percorso dell’azienda è Michael Esposito, per tutti in zona Mr. Proseccone, chef e nostra guida all’interno dell’azienda. Michael è di origini napoletane ma nativo di New York, dopo aver girato in lungo e in largo ed aver fatto tante esperienze nel mondo della ristorazione si è fermato in zona per proporre la sua visione di cucina volta ad abbinare ed esaltare il proprio prosecco: “L’abbinamento cibo/vino che funziona quasi sempre è quello che rispecchia il territorio, io invece tendo a sfruttare le mie origini per proporre una cucina di mare, tendenzialmente napoletana/mediterranea, da abbinare al nostro prosecco.  Tanto pescato fresco, verdure, pomodori, agrumi e sapori semplici, tutte pietanze che riescono ad esaltare le nostre bottiglie nel migliore dei modi”.

La scelta non è però azzardata, bollicine e mare vanno (quasi) sempre a braccetto, poi Michael ha talento ed esperienza e, soprattutto, tanta inventiva, le pietanze sono spesso aromatizzate all’origine o sfumate con il prosecco, insomma c’è un filo conduttore territoriale e sensoriale sempre presente. Dopo aver approfittato della Jacuzzi vista vigne ed essermi sentito come Will Smith appena approda a Bel Air, mi accomodo ad un tavolino sotto un albero, pronto per essere coccolato dalle bollicine…

I Vini

L’azienda oggi si presenta con diverse tipologie di prosecco, Michael mi concede una degustazione davvero completa e vi parlerò delle tre proposte che mi hanno colpito particolarmente… Che la didattica abbia inizio! 

Grappoli di Luna Prosecco Superiore DOCG Millesimato 2020

L’omaggio alla luna piena, ai suoi influssi, ai suoi umori, non può che avvenire di notte. Succede dunque che alla prima luna piena di settembre (più o meno in questo periodo) si vendemmia di notte; Sarah organizza una vera e propria festa dove amici ed appassionati si cimentano nella raccolta rigorosamente manuale delle uve che daranno poi vita a questo prodotto.

L’iniziativa nasce dall’idea di sfruttare le più fresche temperature della notte per rallentare il processo di fermentazione delle uve appena raccolte, in modo da preservarne aromi e profumi. Ed è proprio l’olfatto che stupisce, soprattutto al primo impatto: pera, mango, passion fruit. Il sorso è cremoso e piacevole, sorprende la persistenza, davvero notevole.

Michael ci ha proposto come abbinamento un suo classico: tagliolini al prosecco con zucchine bianche dell’orto e salmone fresco. 

Colle 170 Prosecco Superiore DOCG Brut Millesimato 2020

Forse il prodotto più elegante che ho assaggiato oggi, Colle 170 gode di una “posizione di partenza” unica, viene infatti prodotto con le uve della collina Carpesica nel comune di Vittorio Veneto. Una collina situata a 170 metri sul livello del mare e che gode di una massiccia esposizione solare, praticamente tutta la giornata. Prosecco dal perlage finissimo e persistente, dona al naso aromi molto accentuati: mela verde, giglio bianco, glicine. Freschezza che domina  in bocca, effervescenza che accarezza il palato e ti fa ritrovare tutto quello che hai sentito al naso, anche in questo caso lunghezza notevole.

L’abbiamo accompagnato ad un branzino sfumato al Prosecco, con una crema di limone, chef Michael ci incanta con la semplicità.

Surly – Glera IGT Col Fondo

La sorpresa di giornata! Un prodotto sperimentato solo nelle ultime annate da vita ad una bollicina davvero particolare. Surly è uno sguardo al passato, all’antico metodo di produzione degli spumanti, ma allo stesso tempo guarda con attenzione alle nuove tendenze del mercato perché tante aziende si cimentano ormai in questa tipologia di bolla.

Il problema, almeno per il sottoscritto, è trovarne di decenti! Infatti nella mia rubrica ho parlato solo 4/5 volte di rifermentati in bottiglia proprio perché è difficile trovarne qualcuno che mi resti impresso. Surly fa eccezione perché non è estremo, è un po’ meno limpido rispetto agli altri prodotti dell’azienda ma non è torbido, è deciso ma mantiene una certa piacevolezza al palato. Il perlage è molto delicato, le note floreali si sentono ma sono accompagnate da sentori di pera, agrumi e frutta secca. Il sorso è teso e pieno, piacevolmente sapido e dal retrogusto amarognolo.

Duttile all’abbinamento, lo vedo bene con formaggi semi stagionati, una frittura di pesce oppure, come piacerebbe a Michael, una immarcescibile e “sempre sia lodata” pizza Margherita. 

Chiudiamo la cena/degustazione con una chicca di Mr. Proseccone, un semplice gelato fiordilatte con gocce di olio d’oliva aromatizzato al limone, una porzione in tazzina che ha letteralmente mandato in secondo piano tutta la degustazione, la cena, la Jacuzzi e chi più ne ha più ne metta! Detta alla Dan Peterson maniera “Fenomenale”!

La Lunotta, la luna, le stelle.

E concludiamo dove avevo iniziato: dormire in una botte. Dopo la cena e la grappa (fatta con  vinacce di Glera della vendemmia notturna) ci fermiamo a guardare un po’ le stelle e andiamo nella nostra stanza, la botte! Una delle attrattive principali dell’agriturismo La Vigna di Sarah infatti è la possibilità di dormire in una lunotta dotata di tutti i comfort, una mini suite in legno di larice con bagno, doccia e aria condizionata. Insomma non ci siamo fatti mancare proprio nulla, il giorno dopo Michael ci saluta con una lauta colazione e ci congediamo con un pizzico di tristezza perché la voglia di rimanere ancora era tanta. 

Il viaggio prosegue, destinazione prossima cantina. In macchina “Grapefruit Moon” di Tom Waits, melodia rilassante e malinconica, pensando ai grappoli di luna…

“Grapefruit moon, one star shining, shining down on me
Heard that tune, and now I’m pining, honey, can’t you see?
‘Cause every time I hear that melody, well, something breaks inside
And the grapefruit moon, one star shining, can’t turn back the tide”.

(Leggi qui tutte le scorribande di Marco Stanzione).

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