La zona rossa innesca il cortocircuito tra Ciacciarelli e Abbruzzese

Nel pieno della crisi del coronavirus la politica cassinate va in cortocircuito. Ondata di fuoco amico. Abbruzzese contro Ciacciarelli. Evangelista attacca il sindaco e Bevilacqua lo difende. Divisi anche i Fratelli d'Italia

Alberto Simone

Il quarto potere logora chi lo ha dato per morto

Abbandonaticausa quarantena‘ dagli addetti stampa. Costretti ad arrangiarsi davanti ad uno strumento che spesso sottovalutano: la comunicazione. I politici cassinati, di fronte alla notizia del rischio di un focolaio di Covid-19 a Cassino si sono lanciati in una sequenza di dichiarazioni. Senza filtri e senza assistenza, hanno dato vita ad un’imbarazzante sequenza di epic fail. Fino alla perla della giornata: il fuoco amico tra Pasquale Ciacciarelli e Mario Abbruzzese, che si sono attaccati, l’uno contro l’altro, senza nemmeno saperlo. Con il primo ad invocare la zona rossa. Ed il secondo a sconfessare “è assolutamente inutile“.

Il focolaio

Enzo Salera

Un mese fa, venerdì 21 febbraio, il primo focolaio, a Codogno. Si istituì la prima zona rossa. Nel frattempo il coronavirus dal lodigiano ha viaggiato in lungo e in largo lo Stivale. E, ironia della sorte, proprio nel giorno in cui si festeggiava il Santo Patrono, San Benedetto, anche Cassino ha dovuto fare i conti seriamente con l’emergenza sanitaria. Per tutto il giorno le forze politiche hanno fatto pressing sul sindaco per istituire la zona rossa: blindare la città, posizionando le Forze Armate a bloccare le vie di ingresso e di uscita. Chiudendo tutte le attività.

Un’opzione che sabato sera è stata presa in considerazione nel corso del vertice con il prefetto e con la cabina di regia che sta gestendo l’emergenza. Oggi è stato deciso che non ci sarà alcuna zona rossa. Non ce n’è bisogno. Almeno per ora. Anche se la guardia resta altissima. I numeri, del resto, non permettono di abbassarla.

I comunicati

Angela Abbatecola (FdI)

E mentre infuria la bufera, la classe politica dà prova di scarsa maturità. Per un Gabrile Picano che chiede la zona rossa c’è un’Angela Abbatecola che evidenzia che la zona rossa esiste già. E sono entrambi dello stesso partito: Fratelli d’Italia.

La Lega va all’attacco del sindaco con Evangelista e a difesa con Bevilacqua, la quale chiede di non strumentalizzare.

Mignanelli, Petrarcone e Fontana bocciano il sindaco su tutta la linea. E sentenziano: “La situazione Coronavirus a Cassino sembra essere sfuggita di mano al sindaco che è la massima autorità per ciò che concerne la salute pubblica. L’Unità di Crisi della Regione Lazio ha deciso di mettere in isolamento la struttura sanitaria riabilitativa ‘San Raffaele’ dopo che il numero dei contagiati è arrivato a 24. Siamo stati informati con ben sedici giorni di ritardo rispetto al presentarsi del primo caso. Ad informarci è stata la Regione e non il Comune di Cassino che pur essendo a conoscenza della ‘bomba ad orologeria’ presente nel cuore della città, ha preferito tacere“.

Poi arriva anche Pasquale Ciacciarelli a chiedere la zona rossa. Ma su tutti chiosa Mario Abbruzzese con un severo monito: “Noi stiamo facendo la geurra contro un mostro e facciamo a gara a chi la spara più grossa. Dichiarare Cassino zona rossa significa penalizzare il territorio. Dobbiamo contribuire a risolvere il problema e non fare allarmismi inutili, anche perchè ad oggi in tutta la provincia abbiamo 59 casi su 500.000 abitanti. L’Italia è tutta zona rossa ma la blindatura della città era assolutamente inutile”.

Mario Abbruzzese in quarantena

E chi la chiede mi ricorda coloro che volevano l’area di crisi complessaa. Come se fosse una medaglia da mettere al petto. Bisogna rasserenare gli animi e avere senso di responsabilità, non improvvisarsi medici o virologi. Bene hanno fatto a non dichiarare la zona rossa: bisogna solo sterilizzare il San Raffaele“.

Finita? Ma certo che no! Franco Evangelista gli risponde per le rime: “Abbruzzese dovrebbe leggere il Rammarico dei sindaci di Codogno e comuni vicini, per non aver chiuso subito per tutelare il tessuto economico, non vorrei essere al loro posto“.

Cala il sipario. Una volta finita la quarantena, sarà possibile capire cosa ha innescato il cortocircuito tra Abbruzzese e Ciacciarelli. E perché uno abbia sollecitato la zona rossa e l’altro l’abbia stroncata senza riserve.

Domani si annuncia un’altra lunga, estenuante e faticosa giornata.