L’abate Ogliari resta a Montecassino

Il Papa sceglie il nuovo vescovo di Torino. Un'indicazione nel solco della sua tradizione: un giovane, outsider, di scuola boariniana. Dom Ogliari era in pole fino a pochi giorni fa

Dom Donato Ogliari resta a Montecassino. Il padre abate non andrà a Torino a fare il vescovo. Papa Francesco ha indicato come successore di monsignor Cesare Nosiglia un prete di 55 anni: don Roberto Repole. Governerà sia la diocesi di Torino che quella di Susa: il pontefice ha unito le due sedi in persona episcopi cioè nel nome dello stesso pastore.

Il nome del successore di San Benedetto era nell’elenco dei dieci possibili vescovi, portati all’attenzione del Papa al termine delle consultazioni condotte dal nunzio apostolico in Italia Emil Paul Tscherrig.

Chi è don Repole

don Roberto Repole (Foto © Mihai Bursuc)

L’annuncio è avvenuto in contemporanea dalla sala Stampa Vaticana e dal santuario della Consolata. È un luogo dal forte valore simbolico: la Consolata è la chiesa più amata dai torinesi.

Papa Francesco ha fatto una scelta nel solco della sua tradizione: ha indicato quello che molti ritengono un outsider; un giovane, che conosce bene la diocesi e le sue realtà, con una solida preparazione. In piena sintonia con la riforma che il Papa sta portando avanti: nei suoi scritti ha sollecitato spesso quella maggiore sinodalità che Francesco chiede in continuazione. Viene considerato un boariniana cioè uno di quei sacerdoti formatisi quando il seminario era sotto la guida di don Sergio Boarino. 

Don Roberto Repole è nato nella città metropolitana di Torino. Sacerdote dal ’92 è laureato in Teologia Sistematica all’Università Gregoriana di Roma; è direttore e docente nella Facoltà Teologica dell’Italia settentrionale; per otto anni è stato presidente dell’Associazione Teologica Italiana.

I ‘papabili’ insieme ad Ogliari

dom Donato Ogliari

A gennaio il nome di dom Donato Ogliari era finito nella decina segnalata al santo Padre. Le indiscrezioni dicono che Francesco abbia interpellato personalmente il padre abate ed altrettanto abbia fatto con il vescovo di Pinerolo Derio Olivero. (Leggi qui In pole per la diocesi di Torino c’è l’abate di Montecassino).

Una rosa di tutto rilievo. All’interno di quell’elenco c’era anche il francescano Francesco Patton, 168° custode di Terra Santa a Gerusalemme; l’abate Erio Castellucci, vicepresidente della Conferenza Episcopale Italiana, arcivescovo di Modena-Nonantola e vescovo di Carpi; il presidente di Caritas italiana Carlo Maria Roberto Redaelli, arcivescovo di Gorizia e già ausiliare di Milano;  il piemontese Derio Olivero di Cuneo, vescovo di Pinerolo ed anche lui molto in sintonia con il Pontefice; l’ex preposito generale dei Carmelitani scalzi Saverio Cannistrà; monsignor Gian Carlo Perego, arcivescovo di Ferrara-Comacchio; monsignor Antonio Suetta, vescovo di Ventimiglia-Sanremo; e monsignor Egidio Miragoli, vescovo di Mondovì.

In quella rosa non c’era don Repole o comunque il suo nome non era mai trapelato nelle anticipazioni. “Come sempre ha fatto di testa sua” dicono in Curia.