L’abbraccio fra energia e ambiente: le misure le prende Vigo

Tra i massimi esperti mondiali di metrologia, l'ex rettore dell'università di Cassino parla di una visione che lo vide pioniere: quella per cui la natura offre i combustibili per scaldare l'uomo. E per 'surriscaldare' la green economy della Ciociaria.

Fabio Cortina

Alto, biondo, robusto, sOgni particolari: molti

Professore Universitario, poi Rettore, nel frattempo presidente del Palmer (il Parco Scientifico e Tecnologico del Lazio Meridionale). Il suo nome è sotto centinaia di progetti nei più disparati campi scientifici ed industriali. Il Professor Paolo Vigo è tra i massimi esperti di metrologia al mondo: partenopeo verace ma ciociaro d’adozione.

In questo periodo di transizione energetica rappresenta un punto di riferimento sul tema del tanto discusso rapporto tra energia ed ambiente.

Il professor Paolo Vigo con Sergio Marchionne. Foto © Paolo Scavuzzo / Imagoeconomica

Una discussione tutta ciociara: nel resto del Lazio vanno avanti. Nelle ore scorse il Comune di Contigliano (non un privato) ha presentato il progetto Biosyngas: un sito ad alta tecnologia, innovativo, per realizzare gas in maniera naturale dai rifiuti senza nessun tipo di emissione nell’aria. È un piano da 5 milioni di euro condiviso con la Comunità montana Montepiano Reatino.

Le discussioni hanno fatto perdere enormi occasioni alla provincia di Frosinone nel passato. Su tutte: il riscaldamento gratis per tutte le case di Cassino attraverso il Teleriscaldamento che poteva essere garantito dal termovalorizzatore di San Vittore del Lazio.

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Professor Vigo, lei venne chiamato a Vienna dalla società di trasporto TAG che gestisce i gasdotti austriaci veicolando il metano siberiano verso l’Italia a dirimere la questione relativa al consumo di gas siberiano. Questione di metri cubi e lei di metri e misure è tra i massimi esperti. Alla luce di quella esperienza: energia fossile o naturale? Petrolio o Eolico? Ed il bio?

«Mettiamo un po’ d’ordine! Il metano è di per sé fossile e quindi come dice il suo stesso nome è Gas Naturale – GN».

Impianto di biogas Foto © Riccardo Squillantini / Imagoeconomica

«Per quanto riguarda le energie alternative, vista la impraticabilità del Nucleare e valutati i livelli di consumi energetici a cui tutti noi siamo abituati, l’unica scelta è quella di puntare sul Gas Naturale. Gas che rispetto agli altri combustibili quali carbone o gasolio non solo garantisce limitate emissioni, ma è anche non clima alterante. E grazie alla sua origine non contribuisce al bilancio della CO2».

Il ciclo del gas, è sicuro? Perché alla gente fa tanto paura parlare di gas…

«Le tecnologie del gas sono più che consolidate e sicure. Abbiamo ormai più di 150 anni di esperienza nelle reti. Di ogni dimensione: da quelle cittadine a quelle territoriali e sovranazionali. Ma la parola gas genera in molti attenzione, quasi terrore: per il legame con lo scoppio, l’incendio. Con l’ulteriore aggiunta dell’essere velenoso. Ecco, dobbiamo dire che questo era possibile con il gas di città manufatto, con il quale ci si poteva suicidare perché conteneva monossido di carbonio. Infine, in merito allo scoppio, questo è un evento sempre riconducibile ad un guasto, ad un errore umano, o a scarsa manutenzione. E francamente non accade da tempo immemorabile».

Il gas però possiamo produrlo in diversi altri modi. Cosa ne pensa dei biodigestori?
Impianto per la produzione di bio metano

«I biodigestori sono dei fermentatori attualizzati. Si tratta di quello che “Madre Natura” ha fatto nelle sue viscere nei millenni “digerendo le foreste” grazie alle enormi pressioni geodetiche. Oggi questo miracolo è possibile realizzarlo in scala con coltivazioni no food, ovvero piante non inserite nella catena alimentare. Se volessimo fare un esempio, potrebbero essere quelle che nella Valle del Sacco agirebbero da un lato come spugna sugli inquinanti disciolti nei terreni, dall’altro potrebbero essere utilizzate proprio per produrre bio gas. O bio metano, prodotto bio che come il Gas Naturale non produce CO2 e non è clima alterante».

Cosa è invece il GNL o LNG? Questo come si può produrre?

«Il GNL è Gas Naturale Liquefatto e “grazie a Dio”, a pressioni pari a quella atmosferica, diventa liquido alla temperatura di – 166°C. Questo liquido – sempre “grazie a Dio” – ha un rapporto di espansione di 1:628 cioè con un litro di GNL si ottengono 628 litri di GN. Con la rigassificazione, cioè semplicemente riscaldandolo, il gas viene reimmesso in rete (a 60Bar). Il GNL diventa in questo modo un liquido facilmente trasportabile tramite dei doppi vasi con una intercapedine tra di loro (Vasi Dewar). E generando un mercato mondiale del GNL. In Italia ad esempio arrivano grandi navi metaniere (tanti vasi dewar) a Ravenna e Panigaglia. Navi che immettono poi il gas, dopo la sua rigassificazione, in rete».

Tra le province di Frosinone e Latina c’è il primo esperimento di metano bio: si paga meno se si produce da fonti rinnovabili? (Leggi qui A dicembre arriva il carburante green che fa bene all’Ambiente).
Il riscaldamento green è un antico rovello del professor Vigo

«Come detto il metano Bio, quello prodotto dalla fermentazione, spesso collegato alle sole deiezioni animali ed umane, è una soluzione che si va via via affermando. Ed è ovvio che per quanto riguarda i costi, o i prezzi, se la materia prima è gratuita, il prezzo è determinato solo dagli importi di produzione che restano contenuti. Ma solo fino a quando la politica non decide di tassarne la produzione (vedi accise)».

Lei venti anni fa disse: “Perché dal termovalorizzatore non riscaldiamo le case?” Qualcuno la prese per scemo. Oggi il teleriscaldamento è una realtà imprescindibile per un paese civile. (Leggi quiPaolo Vigo: “Tutte le sfide che ho perso e con me l’intero territorio“).

«Sì, ormai quasi tutto il nord Italia, come tutta l’Europa centrale specie nelle grandi città, è teleriscaldato dai rifiuti (gratuiti come materia prima). Ciò avviene con centrali di teleriscaldamento di quartiere ed inoltre si vanno via via affermando soluzioni quali la cogenerazione e la trigenerazione. Soluzioni economicamente più che sostenibili negli usi condominiali o nei super condomini. Soluzione, quella del teleriscaldamento, che è addirittura green. Lo è in quanto rispetto alla caldaiette ed alle “maledette” stufe a pellets, garantisce rendimenti di combustione elevatissimi ed emissioni concentrate. Ed anche basse o zero emissioni e manutenzioni che, specie nelle caldaiette, non vengono di norma effettuate con un continuo degrado».

La presenza del pubblico in una iniziativa privata per la creazione di nuova energia può essere una garanzia di sicurezza? (Leggi qui Saf, si al metano bio con gli avanzi delle nostre cucine).

«Senza dubbio, ma ripeto: in tema di salute e sicurezza le normative sono più che una garanzia ed il gas è sicuro».

Lei è il più ciociaro dei non ciociari. Ha legato la sua vita alla crescita dell’Unicas: di cosa ha bisogno questa porzione di Italia, potenzialmente così ricca, ma nei fatti così cagionevole?
Paolo Vigo quando era rettore dell’Unicas © Antonio Gravante / CrushPixel

«Come ho scritto proprio su Alessioporcu.it pochi mesi fa, intitolando il mio articolo “la quadratura del cerchio in Ciociaria”, il nostro amato territorio ha tutto per potersi affermare. E per migliorare la qualità della vita delle sue città, da anni tra le ultime nelle graduatorie tematiche». (Leggi qui Pi greco LM: la quadratura del cerchio nel Lazio Meridionale (di Paolo Vigo))

«Le linee di sviluppo devono solo non trascurare il concetto dello sviluppo sostenibile del Glocal. Cioè della valorizzazione delle specificità territoriali e locali: dalla enogastronomia, ai trasporti; dai beni culturali, alle tradizioni locali e sociali. Bisogna riuscire ad esempio a non far fallire le opportunità della fermata TAV e a valorizzare l’altra metà del cielo in termini ambientali. Parlo dei nostri territori nel Parco dei Simbruini e di quello del Lazio Abruzzo e Molise, dobbiamo esaltarne l’utilizzabilità anche sociale».

Frecciarossa
La Tav e il Glocal sono strettamente legati al green Foto © Stefano Bertolotti

«Come? Sfruttando le potenzialità alberghiere della Citta di Fiuggi ad usi sanitari, per garantire soggiorni disintossicanti per le vie aeree disastrate degli abitanti delle grandi città. Oppure offrendo una qualità dell’aria h24 naturale e non artificiale, come invece si vantano di realizzare negli hotel a 5 stelle di Singapore».

«Ebbene, solo allora potremo orgogliosamente dire di essere “ciociari”, figli di tanta storia e non cittadini di serie b, costretti a sopravvivere tra le due megalopoli di cui diventeremo una anonima periferia».