Lacrime per Silvio Di Francia, l’assessore visionario

Silvio Di Francia era uno dei più geniali costruttori di eventi culturali. Lo vollero al loro fianco Rutelli e Veltroni a Roma, Coletta a Latina. Il cordoglio per la sua scomparsa

Andrea Apruzzese

Inter sidera versor

In kimono e piedi nudi è stato un campione: titolo italiano tre volte e molte convocazioni in Nazionale. In giacca e cravatta era un politico atipico. Più ancora nel ruolo di assessore: pensava a come rendere la Cultura a portata di mano per tutti, stava attento all’aspetto umano, non si infilava nelle polemiche. Fu per questo che lo vollero come assessore prima Francesco Rutelli e poi Walter Veltroni a Roma, infine Damiano Coletta a Latina. Silvio Di Francia se n’è andato nella notte.

Aveva 67 anni, era malato da quattro. Ha affrontato fino alla fine una sclerosi laterale primaria: sapeva benissimo che non c’era cura.

Il politico in kimono

Silvio Di Francia con Angela Terzani (Foto: Luigi Mistrulli © Imagoeconomica)

Romano di Torre Maura, i primi passi in politica li aveva mossi dentro Lotta continua. Una passione coltivata insieme a quella per le arti marziali: appese le medaglie era diventato presidente regionale della Federazione Judo, Lotta e Karate.

Poi l’incontro con i Verdi. È con loro che entra in Campidoglio: per tredici anni è consigliere comunale. Ma soprattutto è l’allievo del mitico Renato Nicolini al quale si deve l’Estate Romana: ne diventa il successore. E poi prende il timone di Zètema, il grande incubatore di progetti culturali per Roma Capitale. A lui si rivolgono Regione Lazio e Ministero dei Beni Culturali. Quando Latina si mette nelle mani di un siundaco né di destra, né di sinistra, né grillino, Damiano Coletta lo chiama nella sua giunta.

Il cordoglio pontino

Latina è una città che per lui è come un sogno interrotto: il teatro pronto ma non utilizzabile perché mancano le certificazioni, i musei che sono pieni di opere ma vuoti di visitatori. Ci sono tutte le condizioni per rimboccarsi le maniche e costruire. E Silvio Di Francia lo fa. Fino a quando un giorno nota di avere difficoltà nel pronunciare le parole.

Damiano Coletta (Foto: Stefano Carofei © Imagoeconomica)

Pensa sia colpa della stanchezza. Che un po’ di riposo possa bastare. Invece i giorni trascorrono e le difficoltà aumentano. Va a fare una visita. La diagnosi non lascia scampo. Si dimette dalla Giunta Coletta e lascia la politica per curarsi. 

E Damiano Coletta è uno dei primi sui social, a ricordarne la figura: «Sono stati anni in cui ho potuto apprezzare l’uomo Silvio, ma anche le sue qualità politiche, e le sue capacità amministrative. Da assessore alla Cultura si è fatto promotore di proposte innovative, ha portato in città alcuni tra i protagonisti più noti della cultura, della politica, dello spettacolo”.

«Ha saputo vedere oltre il quotidiano, aprendo ai giovani e alle novità. È sua la visione di un Museo Cambellotti nuovo, un museo 2.0. Mi piace ricordare come abbia condiviso con me la decisione di chiudere il teatro D’Annunzio, ormai ingestibile sul piano della sicurezza: “Prima la tutela dello spettatore, lo spettacolo viene dopo”, mi disse».

Di Francia il visionario

Valeria Campagna

Anche il profilo social della civica Latina bene comune saluta Di Francia. Lo ricorda come «persona che ha portato cultura, bellezza e una visione straordinaria. Lo ricorderemo come un grande amico e un grande assessore».

Tra i tanti, anche il ricordo di Valeria Campagna: «Con Silvio Di Francia avevamo un rapporto molto diretto. Non dimenticherò mai il suo instancabile impegno per portare, a Latina, un modo nuovo di fare cultura: aperto, visionario. Non sempre siamo stati d’accordo ma ho imparato tanto da lui, dalle sue capacità politiche e amministrative».

Se Patrizia Ciccarelli, ex assessore al Welfare lo ricorda come «il mio scanzonato compagno di banco in giunta», l’ex consigliera comunale Chiara Grenga lo ringrazia «per essere stato un visionario e avermi regalato tanta bellezza».

Ma, a dimostrare l’apprezzamento senza steccati, c’è anche il post dell’ex consigliera comunale Annalisa Muzio (FI). «Anche se avevamo idee politiche differenti, ho apprezzato la tua serietà e la tua storia di impegno vero nello sport, in particolare nel judo una disciplina che condividevamo, e nel sociale. Fai buon viaggio Silvio».

Alcuni, come Oliveri Tassi (prima Lbc, oggi Azione, ex presidente del Consiglio comunale) ricordano anche la «lunga e terribile malattia» che colpì Di Francia, già nella fase finale della consiliatura 2016-2021. Delle tante iniziative realizzate a Latina, vengono ricordate in particolare “La notte della luna” del 2019, quando riuscì a portare nel capoluogo pontino personaggi del calibro di Achille Lauro; e poi la visione per il nuovo Museo Cambellotti, con una nuova disposizione delle opere, con le sale tecnologiche, con l’offerta audiovisiva anche per i più piccoli.

Ma l’eredità più grande è il suo modo di vedere la politica, fare Cultura, pensarla e realizzarla. Resterà a lungo.