L’affaire Quadrini: cosa c’è dietro alla sua espulsione

Cosa c'è dietro all'espulsione del capogruppo Gianluca Quadrini dalla Lega. Il patto segreto per l'Egato. La mossa di Mastrangeli in apparenza suicida. Il segnale a FdI. L'accordo per Tagliaferri. Ora tutto quadra

C’è un foglio non firmato dietro alla scelta di mettere il capogruppo Gianluca Quadrini fuori dalla Lega. C’è un patto costruito su di lui dietro alla scelta della Lega di abbandonare l’Assemblea che l’altro giorno ha eletto i vertici dell’Egato. (Leggi qui il precedente: Egato, Buschini presidente: la Lega caccia Quadrini e Girolami).

Si spiega così la strategia messa in campo nel palazzo della Provincia dal sindaco di Frosinone Riccardo Mastrangeli. Si spiega così il provvedimento di espulsione per Quadrini e per l’assessore comunale di Fiuggi Simona Girolami, firmato dal coordinatore provinciale Nicola Ottaviani.

Una decisione suicida in apparenza. Perché mina una parte dei ponti fondamentali all’onorevole Ottaviani per costruire l’elezione a Presidente della Provincia per Mastrangeli. Invece ci sono altri ponti che stanno per essere alzati al loro posto e puntano a ricostruire l’alleanza nel centrodestra.

Il foglio non firmato da Quadrini

Claudio Durigon e Gianluca Quadrini

Sono quattro gli elementi fondamentali per comprendere questa storia. Il primo è un foglio di carta intestata con il logo della Lega – Salvini Presidente. È un modulo. Quello per accettare la propria candidatura a Consigliere regionale del Lazio nella tornata che si terrà il prossimo febbraio.

Quel modulo è stato messo su un tavolo davanti al capogruppo della Lega in Provincia Gianluca Quadrini. Non lo ha firmato. Qualcuno sostiene che gli sia stato chiesto tre volte. E mai ha messo il suo autografo. Per il coordinatore Ottaviani, il sindaco Mastrangeli, il responsabile provinciale Organizzazione Pasquale Ciacciarelli quell’atteggiamento conferma le voci in circolazione da un paio di mesi. Voci che mettono in seria discussione la lealtà di Gianluca Quadrini.

Quali voci? La prima sostiene che abbia bussato con insistenza alla porta di Fratelli d’Italia proponendo una sua candidatura nella loro lista alle Regionali; gli avrebbero risposto che i candidati sono l’unica cosa che in questo momento non manca. Ci sono 5 pretendenti per 3 posti: l’ex presidente del Consiglio provinciale Daniele Maura, il coordinatore comunale di Frosinone Fabio Tagliaferri, l’ex deputato Antonello Iannarilli, il responsabile regionale Aree di Crisi Gabriele Picano, l’ex sindaco di Pontecorvo Riccardo Roscia. In FdI di tutto sentono il bisogno ma non di un altro pretendente.

Amicizie avversarie

Antonello Antonellis

L’altra voce assicura di un suo intenso dialogo con i centristi di Azione ed Italia Viva, su un fronte con il coordinatore provinciale Antonello Antonellis e sull’altro con il coordinatore nazionale di Italia Viva Ettore Rosato. Viene data per certa la sua candidatura alle Regionali insieme al sindaco di Isola del Liri Massimiliano Quadrini con un patto blindato, in virtù del quale nessuno resterebbe a piedi.

C’è anche una ulteriore voce che vuole sia andato in visita alla Farnesina per incontrare il ministro degli Esteri Antonio Tajani e concordare con lui un rientro in Forza Italia. Si rivela una pista del tutto falsa.

Ma una certezza c’è: i sindaci che storicamente stanno con Quadrini hanno firmato per la candidatura del sindaco di Sora Luca Di Stefano a Presidente della Provincia, sostenuto dal fronte Progressista. Alle Politiche, il candidato renziano al Parlamento Adamo Pantano di Posta Fibreno ha utilizzato come sede un locale di Quadrini.

La strana mossa di Mastrangeli

Pasquale Ciacciarelli e Riccardo Mastrangeli

È con questo sospetto ben chiaro nella mente che il sindaco di Frosinone Riccardo Mastrangeli e l’onorevole Pasquale Ciacciarelli ne controllano le mosse all’Assemblea per l’elezione Egato.

La Lega è perplessa. A differenza di Fratelli d’Italia non paragona Egato ad un inutile poltronificio. Sa bene che si tratta di una norma nazionale e che il Lazio è in ritardo nel recepirla; gli Egato esistono già in altre regioni e dove funzionano stanno generando ottimizzazioni e risparmi. Allora dove sta la perplessità? Sulla fretta con cui viene riunita l’assemblea per eleggere il Presidente ed il Consiglio di Amministrazione. Perché il Lazio non ha il Presidente da quando Nicola Zingaretti è diventato deputato commissariato e Nicola Ottaviani ritiene che il Presidente Daniele Leodori possa firmare solo atti urgenti; dubita che quell’assemblea sia un’urgenza. Mastrangeli lo dice, ne chiedendo il rinvio; fa notare che nelle altre province non c’è stata altrettanta precipitazione.

Di fronte al No dell’Aula chiede ai sindaci di centrodestra d’andare via. Alcuni lo fanno, altri restano e tra loro c’è pure Gianluca Quadrini nella veste di capogruppo alla Provincia.

Perché Riccardo Mastrangeli va via? Perché rinuncia a governare il centrodestra dentro quell’Assemblea? Cosa lo spinge a farlo dal momento che all’una della notte si è conclusa una riunione (dicono governata da Daniele Leodori) nella quale è stato definito un equilibrio politico regionale sugli Egato, assegnando presidenze e CdA in modo proporzionale, così da garantire la giusta rappresentanza a tutti? (Leggi qui il precedente: Egato, Buschini presidente: la Lega caccia Quadrini e Girolami).

Il Patto a nome della Lega

Simona Girolami

Riccardo Mastrangeli scopre che il patto c’è. E che alla Lega in provincia di Frosinone spettano due consiglieri d’amministrazione: uno per diritto ed uno assorbendo il posto che i Fratelli d’Italia hanno rifiutato. Una vulgata vuole che il nome proposto fosse quello del presidente dell’agenzia provinciale per l’Energia (Apef) Fabio De Angelis. Ma la Regione non avrebbe modificato l’interpretazione restrittiva della norma che lo rende inconferibile: deve attendere due anni di raffreddamento dall’incarico precedente. FdI allora molla: perché Fabio De Angelis è un nome di equilibrio, garanzia, esperienza; uscire da quello schema aprirebbe un confronto interno che il coordinatore Massimo Ruspandini giudica inopportuno.

Alla Lega quindi toccano due nomi. E allora? Riccardo Mastrangeli scopre che qualcuno ha apparecchiato tutto e lo ha fatto a nome del Partito. Indicando un nome gradito al sindaco di Roccasecca Giuseppe Sacco ed ai suoi sindaci del cassinate: Piergiorgio Gentile. Ed uno che chiude il cerchio con Fiuggi designando l’assessore Simona Girolami.

Mastrangeli capisce che qualcuno sta usando la Lega. Ne informa Nicola Ottaviani. Concordano: “Se c’è un accordo con la Lega, i referenti istituzionali del territorio ne sono all’oscuro. Andiamo via e chiediamo a tutto il centrodestra di fare altrettanto”.

La mossa apparentemente suicida

Di Stefano, Mastrangeli, Germani

Quadrini resta, lancia l’operazione Gentile – Girolami. Meno di un’ora più tardi Nicola Ottaviani caccia dal Partito Gianluca Quadrini e Simona Girolami. Con una mossa apparentemente suicida. Perché?

Perché in questo modo Quadrini si intesta l’operazione e potrà andare a battere cassa sia a Fiuggi che a Roccasecca: tanto per le elezioni Provinciali e tanto per le Regionali. Allo stesso tempo, in apparenza si indebolisce la candidatura a Presidente della Provincia per Riccardo Mastrangeli che perde quelle due potenziali fronti di voto.

Invece no. E per capirlo bisogna leggere con attenzione la nota con cui Ottaviani annuncia le espulsioni. È un evidente messaggio tra le righe, scritto in codice politichese. Chiaro per Fratelli d’Italia. Che sulle Provinciali si sono spaccati, non sostengono Mastrangeli ma stanno con una parte del Partito Democratico sul nome del sindaco Dem di Arce Gino Germani. Il messaggio dice: “La ragionevolezza ed il senso della misura sono evidentemente venuti meno. È ovvio che la vicenda avrà un seguito importante, davanti al quale chiederemo anche agli altri alleati del centro destra cosa intendano fare, nel concreto”.

Traduzione. Il Pd è venuto meno al patto che avrebbe tutelato Fabio De Angelis e voi state sostenendo ancora il loro candidato alla Provincia; le tensioni nazionali tra Lega e FdI sono venute meno, noi abbiamo rispettato la vostra linea sugli Egato: ora voi che fate? Vogliamo tornare a dialogare? Se gli riesce ricompatta il centrodestra.

Le Regionali senza Quadrini

Il presidente del consiglio comunale di Frosinone Max Tagliaferri

In apparenza è un suicidio anche in chiave Regionali. Perché si va ad indebolire la lista della Lega: nella quale Quadrini non verrà candidato.

Ma non è così. Perché Quadrini non ha firmato l’accettazione alla candidatura. Secondo alcuni puntava alla Lista del Presidente dove non rischia di portare acqua ad un candidato più forte e vincente contribuendo alla sua elezione. Ma Ottaviani e gli altri Segretari hanno fatto muro: nella civica del Presidente si candidano esponenti della società civile e non gli esclusi dai Partiti, che altrimenti drenerebbero consenso.

Nella lista della Lega al posto di Quadrini verrà candidato il Presidente del Consiglio Comunale di Frosinone Max Tagliaferri ed un posto lo troverà l’ex vicepresidente della Provincia ed attuale consigliere uscente Andrea Amata. Saranno loro a contendere l’elezione a Pasquale Ciacciarelli. Non Gianluca Quadrini.

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