L’agguato sventato a Zingaretti ed il regalo di Salvini

Cosa dice la Direzione Pd di ieri. L'agguato a Zingaretti sventato. E l'assist a sorpresa regalato da Salvini. La concentrazione resta tutta sul rapporto con i Cinque Stelle, dai quali però non arrivano segnali mai. E allora è arrivato il momento che si guardi ad un’altra possibile soluzione sul piano delle alleanze.

La sintesi migliore la offre ancora una volta Giovanna Vitale su La Repubblica. È lei a rivelare il retroscena della Direzione Nazionale Pd che si è tenuta ieri. E ad offrire due spunti di riflessione fondamentali per capire cosa è accaduto in quella riunione tenuta a porte chiuse e senza streaming: la prima volta che accade nella gestione Zingaretti.

Zingaretti: Hanno provato a farmi fuori

Nicola Zingaretti. Foto © Paola Onofri / Imagoeconomica

Riferisce oggi il quotidiano fondato da Eugenio Scalfari: “La verità è che hanno provato a farmi fuori, ma il risultato di oggi testimonia che non ci sono riusciti“. Il segretario che visse due volte si sente rinato dopo il voto in Direzione che ha approvato all’unanimità la sua relazione, qualche sparuto dissenso riservato solo all’ordine del giorno che dà indicazione per il sì al referendum.

Un trionfo. Dopo l’agosto parolaio è tornata la leadership“, scherzano i suoi a proposito dei mesi vissuti col fiato sospeso, a sventare le trame ordite – dentro e fuori il Pd – per cercare di detronizzarlo. Persino i tanti che si sono espressi per il no al taglio dei parlamentari, da Cuperlo a Zanda, hanno dichiarato una convinta adesione alle sue tesi, restituendogli quella centralità e un consenso interno al partito che qualcuno per tutta l’estate ha provato a picconare.

E lui, Nicola Zingaretti, non ha potuto fare a meno di notarlo: sorpreso, in particolare, dal doppio sì di Stefano Bonaccini, sulla carta il rivale più insidioso nella gara (prematura) per la successione. Che però, dopo la performance di ieri, sembra rinviata a tempi migliori. (Leggi qui Zingaretti pronto a mettere tutto sul piatto).

L’assist di Salvini a Zingaretti

Matteo Salvini Foto © Marco Cremonesi / Imagoeconomica

L’altro elemento messo in evidenza è l’assist servito da Matteo Salvini.

È stato Matteo Salvini a regalare l’assist che consentirà al Nazareno di cantare vittoria anche se dovesse finire in pareggio o, peggio, 4 a 2 per il centrodestra: il capo della Lega ha detto di puntare al 7 a 0, ma “noi glielo impediremo” ha tuonato non per caso il segretario nel bel mezzo della Direzione.

Un regalo insperato quel 7-0 annunciato da Salvini. Che consente al Pd di stappare lo spumante anche se dovesse vincere solo in Campania e Toscana.

Solo disturbo

NICOLA ZINGARETTI E LUIGI DI MAIO. FOTO © BENVEGNU’ GUAITOLI / IMAGOECONOMICA

Nicola Zingaretti ha poi messo finalmente i puntini sulle i di M5S e Italia Viva. Lo ha fatto quando ha evitato di nascondere i problemi ed i rischi, dicendo: «Alle regionali i candidati del Pd sono presenti ovunque e ogni altra candidatura è velleitaria. Nessun altro candidato ha possibilità di battere la destra».

Vuol dire che le candidature del Movimento Cinque Stelle e di Italia Viva non hanno alcuna possibilità di battere il centrodestra.E che di conseguenza si riveleranno di disturbo sul piano elettorale prima che politico.

Poi Zingaretti ha affermato: «Abbiamo dovuto pagare un prezzo nel nome della salvezza della Repubblica. Senza questo Governo non avremmo potuto affrontare la pandemia. Il populismo, il nazionalismo, una volta andato al Governo genera problemi anziché soluzioni, come si vede in altre parti del mondo. Abbiamo un orizzonte diverso rispetto a un anno fa. L’Italia guida il rinnovamento dell’Europa, dall’altra parte c’era chi lavorava per una Italiaexit. Ma attenzione: c’è ancora un consenso forte e roccioso».

Zingaretti ha ancora una volta detto che il Pd è il perno di una coalizione alternativa a quella di centrodestra. Il problema però è capire chi fa parte di questa coalizione. Il premier Giuseppe Conte ha messo le mani avanti, facendo capire che il Governo resterà in carica comunque. Tuttavia questo è uno scenario rischioso, perché l’effetto logoramento potrebbe esserci sia nel breve che nel lungo periodo.

Con chi realizzare la coalizione

Carlo calenda e Matteo Renzi

Ma il Pd deve prendere l’iniziativa e capire con chi realizzare una coalizione: Italia Viva di Matteo Renzi, Azione di Carlo Calenda, Più Europa di Emma Bonino. O Articolo 1-Leu di Pierluigi Bersani e Massimo D’Alema, Sinistra di Nicola Fratoianni. Ma anche le formazioni che si richiamano all’ex Pci. Oltre al Psi naturalmente. E poi le Sardine e i vari movimenti della società civile.

Esiste un variegato e spezzettato mondo alla sinistra del Pd che il Partito Democratico non guarda. Troppo concentrato esclusivamente sul rapporto con i Cinque Stelle, che non decolla però. Pure questo è un aspetto sul quale decidere.

Se dai pentastellati non arrivano segnali, meglio guardare a sinistra. Ma pure al centro. E farsene una ragione.