L’allarme dei direttori Anbi: il clima cambia più in fretta, i progetti per salvare i campi

Il vertice dei Direttori della Bonifica del Lazio lancia l'allarme: il clima cambia più in fretta del previsto. Occorrono progetti pronti ed esecutivi. Perché l'Europa, il Governo e la Regione Lazio stanno mettendo i soldi. Da Goccia Verde ai Bacini per trattenere l'aqcua dei temporali sempre più tropicali. Tutti i progetti

Non basta. Non basta più risparmiare l’acqua. Occorre altro e di più. La battaglia contro i cambiamenti del clima è dannatamente in ritardo. Greta aveva maledettamente ragione. Lo dicono anche i direttori del Consorzi di Bonifica del Lazio: si sono riuniti insieme al direttore nazionale Massimo Gargano e d’intesa con la neo presidente di Anbi Lazio, Sonia Ricci. Hanno fatto il punto sulla loro nuova mission: non più aprire e chiudere i rubinetti per mandare l’acqua agli agricoltori ma difendere l’Ambiente da questo clima che è impazzito.

La conferenza dei direttori è una novità introdotta un anno fa dal direttore di Anbi Lazio, Andrea Renna. Un luogo nel quale confrontarsi, magari anche alzando i toni, ma con l’obiettivo di mettere di fronte le diverse esperienze, riflettere, individuare una via comune e poi decidere. Insieme. Dalle precedenti sedute è arrivata la piattaforma telematica unica per le gare, la banca dati legislativa, la riorganizzazione del sito istituzionale. E con esse la cabina di regia per le varie attività di progetto per i piani dì classifica sia dal punto di vista giuridico che tecnico. Poi la cartografia regionale.

Efficienza energetica: Anbi sale a bordo del progetto pilota
Sonia Ricci ed Andrea Renna

Ma non solo. Le sinergie hanno prodotto anche il documento di indirizzo richiesto dal Governo, tramite Anbi Nazionale, contro le emergenze nel periodo della pandemia. Un documento che ha spianato la strada ad Anbi per entrare nel progetto-pilota che Eni-Cassa Depositi e Prestiti con Anbi nazionale sta portando avanti a vantaggio dell’efficienza energetica.

In pratica: irrigare le coltivazioni utilizzando solo la quantità di acqua necessaria e non una goccia di più. Risparmiando la risorsa e allo stesso tempo anche l’energia.

Soltanto qualche giorno fa c’è stata l’approvazione del bando per la selezione dei progetti che mirino a salvaguardia idrogeologica e miglioramento dell’irrigazione. Tutto verso un nuovo futuro verde per il Paese. 

Lavori per 86 milioni

Massimo Gargano Foto © Stefano Carofei / Imagoeconomica

All’assemblea dei direttori regionali, la presidente Sonia Ricci ha dato la scossa. Dicendo che “I Consorzi di Bonifica dovranno essere in grado di avere sempre più i cassetti pieni di progetti esecutivi, pronti e finanziabili. Adesso è arrivato il momento di dare la svolta per poi presentarli“. Significa che i soldi ci sono o sono in arrivo: bisogna avere i progetti pronti per spenderli altrimenti rischiano di tornare indietro.

E dove sono i soldi. Arrivano dall’approvazione del Bando di selezione delle proposte progettuali per interventi nelle infrastrutture irrigue, bonifica idraulica, difesa dalle esondazioni, bacini di accumulo, programmi di assistenza e consulenza. In parole semplici: soldi Europei inseriti nel Fondo di Sviluppo e Coesione 2014-2020. La dotazione finanziaria ammonta a 86 milioni di euro, di cui l’80% destinata a finanziare progetti per il Sud Italia e il rimanente per Centro e Nord. 

Potenza della relazione

Sono solo una delle fonti di approvvigionamento per i progetti con cui difendere il suolo ed affrontare i cambiamenti climatici.

Il direttore di Anbi Lazio da un anno, tesse la tela di relazioni, rapporti e sinergie. In Regione Lazio ha ottenuto lo stanziamento di milioni per la difesa del suolo; all’orizzonte grazie ai tre ministeri competenti, Agricoltura, Ambiente e Lavori Pubblici, saranno disponibili altri finanziamenti ed ulteriori altre opportunità.  

E Renna ha tracciato la rotta. «Dovrebbero essere approvate norme per ulteriori misure inserite nel Decreto Rilancio. Dobbiamo andare uniti e convinti di fare, e bene, un gioco di squadra».  Da qualche mese proprio Renna con la presidente Ricci va ripetendo un mantra. «Dobbiamo avere i progetti esecutivi pronti per metterci in competizione anche con le altre Anbi del Nord del Paese». Va fatto in base alle opportunità legislative ed i bandi che partiranno. Un loop, un appello, chiaro e forte. Ora si deve lavorare affinché alle varie  scadenze anche il Lazio sia pronto per salire sui treni che non avranno imitazioni a breve.

E non fermeranno alle stazioni. Dove cioè alla validazione dei biglietti non saranno arrivate conferme circa la presenza di valigie piene di… progetti. Pronti, esecutivi.  Il tavolo dei Direttori ha chiarito un concetto: la cultura dell’emergenza deve lasciare spazio a quella della prevenzione attraverso una  programmazione.

Il Tavolo ha hanche indicati una strada: partendo dalle necessità vanno inquadrate ed individuate  le risorse necessarie. Vanno scongiurati e debellati i percorsi fatti al contrario. L’ambiente non fa sconti, lo abbiamo visto. Tutti. 

Il webinar per Goccia Verde

SISTEMA DI IRRIGAZIONE TRADIZIONALE

A settembre ci sarà un webinar per presentare in anteprima un progetto rivoluzionario. Sarà Anbi a lanciare  “Goccia Verde”. Lo farà con Massimo Gragano ed il presidente Francesco Vincenzi, nell’ambito del Macfrut, l’8 settembre, nella giornata inaugurale.

Goccia Verde è il sistema di irrigazione a Goccia che va a sostituire l’attuale sistema a pioggia oppure a scorrimento. Alla coltivazione va solo il necessario: in base all’umidità del giorno, alle pioggie cadute nelle ore e nei giorni precedenti.

Ma non basta. Si punta a creare anche un marchio di certificazione della sostenibilità idrica dei territori agricoli. Cosa significa? Ad esempio: le mele, gli ortaggi e tutti i prodotti agricoli che usano sistemi di irrigazione ‘sostenibili’ potranno fregiarsi di un marchio. In modo che il consumatore le riconosca subito.

I bacini del ministro

Francesco Vincenzi (Presidente nazionale Anbi) e Teresa Bellanova (Ministro delle politiche Agricole) Foto © Imagoeconomica / Sara Minelli

Il tavolo dei direttori ha detto anche che le risorse rese possibili dal Governo con la ministra Bellanova devono coniugarsi in interventi di rilevanza. Dove? Nei campi delle infrastrutture irrigue, bonifica idraulica, difesa dalle esondazioni. Inoltre di bacini di accumulo e programmi collegati di assistenza tecnica e consulenza.

Cosa significa? Che piove sempre meno. E quando piove ci sono delle tempeste sempre più simili a quelle tropicali. Troppa acqua e tutta insieme. La terra si inzuppa e non la trattiene. Finisce al mare. Meglio allora creare dei bacini per trattenerla ed utilizzarla dove e quando serve.

La ministra ha spinto tanto per rendere disponibili quasi tutti i finanziamenti dedicati all’irrigazione dal Programma Operativo Agricoltura.

L’importanza dell’intesa con la Pisana

Albino Ruberti © Imagoeconomica

Non c’è solo il Ministero. In un anno dalla Regione Lazio, grazie alla regia del Capo di Gabinetto Albino Ruberti, sono arrivate risposte importanti. Sono giunte mediante il Piano di Sviluppo Rurale prima, e attraverso i Por dopo. Senza tralasciare l’imponente lavoro chiuso per il settore energetico che, sbandierato da anni, si è chiuso grazie proprio al pragmatismo e la lungimiranza di Ruberti.

Ora le convenzioni in scadenza con i soggetti idrici  integrati e per la salvaguardia e la manutenzione dei territori rappresentano un altro banco di prova. Per migliorare l’intesa, declinare percorsi e definire obiettivi.

Tubi rotti e siccità non hanno colore

La risorsa idrica non va mai data per scontata

Altro punto sul quale la presidente Ricci ed il direttore Renna hanno battuto. «Anche questo è il cambiamento, anche questo l’obiettivo. Siccità ed effetti tropicali, perturbazioni violente e rotture di condotte, non hanno né bandiere né ideologie da difendere. Qui c’è solo da salvaguardare cittadini, territori ed imprese con il proprio reddito e i numeri occupazionali. Il tutto insieme ad un Made in Lazio meraviglioso che arriva grazie all’irrigazione garantita dalle strutture consortili».

La legge di riforma si traduce con le fusioni dei Consorzi di Bonifica: da 10 resteranno in 4. Un processo iniziato e concluso con Litorale Nord di Roma, andranno avanti prima con il territorio di Viterbo/Rieti e poi con quelli di Latina e Frosinone. Anbi Lazio è il collettore primario di attività che collegandosi con quelle opportunità che arrivano da Europa e Governo potranno rappresentare per i consorzi di bonifica la chiave di volta.

Per cosa? Catturare risorse finanziarie significative in ogni rivolo. La scommessa è farsi trovare pronti, senza guardare indietro. Invece «solo con in testa  l’obiettivo di consolidamento, crescita e affermazione».

Obiettivo che compete a chi lavora per salvaguardare l’ambiente dove viviamo. Contribuendo alla sicurezza e rendendo disponibile, senza sprechi,  una risorsa come l’acqua. Ed è risorsa che va difesa ma che troppo spesso diamo, sbagliando,  per scontata.