L’allarme di Gargano: «Il clima cambia, salviamoci finché siamo in tempo»

Il clima sta cambiando. Anche nel Lazio. E questo sta costando milioni di euro. Miliardi in Italia. In arrivo la rivoluzione. Nel Lazio 7,5 milioni. Il caos cartelle al Valle del Liri

«Bisogna avere sul coraggio di chiamare le cose con loro nome: 2,7 miliardi l’anno è il costo che il nostro Paese paga per assistere in maniera notarile agli effetti dei cambiamenti climatici. Abbiamo avuto 40 morti in un anno, 12 regioni sono state sconvolte dalle conseguenze del Clima». Massimo Gargano paga il prezzo del nome affibbiato oltre settanta anni fa ai Consorzi che oggi dirige. Perché se dici ‘Consorzio di Bonifica’ la gente pensa alla bonifica delle Paludi Pontine, agli acquitrini ed alle pozze di acqua salmastra. «Noi oggi ci occupiamo di difesa del suolo, siamo sulla linea del fronte contro i cambiamenti climatici». Per una decina di anni ha diretto Coldiretti Lazio, poi è passato alla Bonifica nazionale con un ruolo più politico. Adesso dirige l’Associazione Nazionale dei Consorzi di Bonifica d’Italia. Il cui nome completo sarebbe anche “e per la tutela Ambientale e la difesa idrogeologica”. È a Frosinone per partecipare ad un confronto organizzato dal suo direttore del Lazio, il ‘principeAndrea Renna.

La situazione è seria. Il clima è cambiato. Ci sono già le conseguenze concrete nel nostro giardino. Ma non ce ne accorgiamo. «Il consumo del suolo sta determinando lo spopolamento di una parte del Paese: la dorsale appenninica si sta svuotando e si sta riempiendo l’area lungi le coste; le due pressioni diventano due fragilità».

La burocrazia non c’entra. L’Italia è uno dei pochi Paesi in Europa ad avere messo in chiaro chi deve fare cosa. Per una volta siamo riusciti a cancellare i bizantinismi. «Nessuno in Europa ha una situazione chiara come la nostra. Abbiamo la programmazione che è affidata a Stato e Regioni; la pianificazione compete alle Autorità di Bacino di Distretto; la gestione viene fatta dai consorzi di bonifica; l’emergenza viene gestita dalla Protezione Civile».

Sarà pure ben organizzato, ma l’ondata di cartelle inviate dal Consorzio di Bonifica Valle del Liri a Cassino non è stata accolta bene. «Perché non siamo stati bravi a spiegare tante cose. Molti vedono la tassa come se fosse un inutile balzello. Invece dobbiamo spiegare che quella tassa serve a tutelare la proprietà dei cittadini, tutelare le risorse, evitare morti».

La gente però è arrabbiata. Molti, prima d’ora non avevano mai ricevuto la cartella. «Da un lato è vero che è mancato il raccordo con il territorio. Ma dall’altro lato è vero che pure il territorio non si è raccordato».

Cosa intende? «Allora: molti hanno ricevuto solo ora le Cartelle perché i notai non avevano mai segnalato che avevano comprato i terreni. Abbiamo aggiornato i nostri dati, ci siamo allineati al database dell’agenzia delle Entrate. Ma dobbiamo ammettere anche una cosa».

Quale? «Dobbiamo ammettere che in una certa fase è mancato il contatto con il territorio: il Piano di Classifica e di Bonifica, cioè quello in base al quale si pagano le nostre tasse, doveva essere messo a punto con il territorio. Cioè dialogando con i sindaci».

Cosa è accaduto? «I sindaci, oggi sono il front office del territorio. Al Valle del Liri abbiamo avuto un periodo di commissariamento. Che per sua natura scavalca il dialogo: il commissario ha la mentalità della persona che deve risolvere una situazione di emergenza e lo deve fare in fretta e restituire lo scenario al dialogo. Noi ora siamo intervenuti e stiamo assistendo al ritorno del dialogo».

I dipendenti devono preoccuparsi? «Si devono preoccupare solo dei cambiamenti climatici. Il loro posto di lavoro non è in discussione».

La fusione dei Consorzi nel Lazio? È più a buon punto nel nord della regione: Rieti e Viterbo diventeranno il consorzio dell’Etruria Meridionale. Invece Litorale Nord, Pratica di mare, Bacino del Tevere, Tarquinia, diventeranno un’altra realtà: «credo che entro ottobre potremo indire le elezioni». A Frosinone c’è una vicenda spostata nelle aule di tribunale «dobbiamo aspettare la definizione di quelle questioni e poi si vedrà: forse entro un anno».

Il futuro passa attraverso la modernizzazione. «La Regione Emilia Romagna ha sviluppato un sistema irriguo che ha regalato ai Consorzi di Bonifica. hanno messo a punto un algoritmo in base al quale riusciamo a dare sul telefonino di ogni agricoltore quanta acqua deve dare e quando, in base al grado di maturazione della pianta, l’umidità e le caratteristiche del terreno. Un drone raccoglie i dati e li aggiorna. Il nostro obiettivo è tutelare le risorse. Abbiamo una Terra soltanto.

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