L’altro Pd di Zingaretti. Quello del Lazio

L'altro Pd della Regione Lazio che è modello operativo contro il Covid e quello governista nazionale che frena Nicola Zingaretti. Con il semestre bianco che incombe, con il Rosatellum che domina e con il centrodestra in pole per vincere.

L’ennesimo braccio di ferro tra Conte e Renzi, i contatti tra Bettini e Letta, la “caccia” ai responsabili alla Camera e al Senato. Una maggioranza senza pace. Con il leader dei Democrat che non può applicare a livello nazionale la ricetta vincente che c’è in Regione.

Ci risiamo. Giuseppe Conte si prepara a sfidare Matteo Renzi cercando i voti dei “responsabili” alla Camera e, soprattutto, al Senato. E’ una costante della politica italiana da sempre. E puntuali tornano le voci di possibili contatti tra Goffredo Bettini (Pd) e Gianni Letta (Forza Italia) per verificare la possibilità di convergenze in aula su singoli punti.

Rosatellum d’annata

Giuseppe Conte

Le indiscrezioni però riferiscono anche dei dubbi di Nicola Zingaretti su possibili cambi di Governo. Per il segretario del Pd l’unica opzione possibile ad una eventuale crisi sarebbe il “Conte tre”. Ma quello che nessuno sembra considerare è che nonostante il taglio cospicuo dei seggi parlamentari (345 in tutto) non è stata ancora varata una legge elettorale in grado di rappresentare i nuovi assetti di Camera e Senato.

Se si andasse ad elezioni anticipate adesso, lo si farebbe con il Rosatellum, un misto di maggioritario e proporzionale. Con una riforma dei collegi che abbiamo visto quanto abbia penalizzato la provincia di Frosinone.

Soltanto per fare un esempio.

Il freno dei governisti

Il fatto è che mancano pochi mesi al semestre bianco, nel corso del quale poi il Capo dello Stato Sergio Mattarella non potrebbe sciogliere le Camere. E’ una corsa ad arrivare a quel momento. (Leggi anche Il capolavoro di Zingaretti: bacchetta Renzi e Conte e senza neppure citarli).

Fra le altre cose tutti i sondaggi concordano nel prevedere, in questo modo, una schiacciante vittoria del centrodestra. Con Pd e Cinque Stelle che, se uniti, potrebbero al massimo rendere più gestibile la sconfitta.

Vale a dire che nella maggioranza di governo nessuno si pone i problemi veri. Che sono quelli di come spendere bene le risorse del Recovery plan, di cosa fare sul Mes, di come affrontare in un contesto europeo la nuova fase contro la pandemia. Nessuno tranne Nicola Zingaretti, che però è frenato dall’ala “governista” del suo stesso Partito.

Matteo Renzi. Foto © Livio Anticoli / Imagoeconomica

Nicola Zingaretti non chiude a nuove elezioni nel caso di crisi perché è convinto che andare avanti in questo modo provocherà soltanto un ulteriore logoramento. Del Governo, della coalizione, del Partito.

Poi però non può andare oltre perché nei Dem prevale l’ala di governo. Mentre sull’altro versante, con Matteo Renzi che martella il premier e i Cinque Stelle, ci sono vaste aree dei gruppi parlamentari che vorrebbero perlomeno affrontare lo scenario di un possibile cambio a Palazzo Chigi. Non è una situazione semplice da affrontare, specialmente in un momento del genere. Troppe incognite, scenari ballerini, pandemia niente affatto domata.

Eppure Nicola Zingaretti un modello di governo che funziona ce l’ha. Il “suo”, quello cioè della Regione Lazio. Dove governa ormai da due mandati senza problemi, senza i Cinque Stelle e con una “squadra” che si sta distinguendo anche nella gestione dell’emergenza Covid.

Ma quello del Lazio è un altro Pd.