Non è più il candidato di due mesi fa. Ora l’ex dirigente Asl e Saf rappresenta il Centro politico di Frosinone: Azione, Udc, movimento Autonomi e Partite Iva, e Progetto Lazio. Ha presentato la sua squadra al Caffè Minotti di Frosinone. E punta ad arrivare al ballottaggio e vincere. «In caso contrario nulla è escluso»
Sgombriamo subito il campo da ogni dubbio: Mauro Vicano si candida a sindaco di Frosinone alle Elezioni amministrative di domenica 12 giugno. Sulle schede elettorali ci sarà anche il suo nome. Premessa doverosa. Perché? Doveva essere il candidato del Campo Largo, ma i Cinque Stelle gli hanno sbarrato la strada dicendo ‘lui no’. Il Segretario del Pd Lazio gli aveva chiesto allora di indicare un nome di sintesi e lui aveva suggerito Domenico Marzi, che è stato acclamato candidato sindaco.
E poi? Poi Mauro Vicano ha deciso di rifletterci su. E decidere se ritirarsi o candidarsi lo stesso. E ora la gente gli domanda: «Dottore, ma si candida o no?». La risposta è arrivata in mattinata con la conferenza stampa tenuta al Caffè Minotti di via Marittima. L’ex direttore generale della Asl e presidente della Saf si candida eccome: «Per una Frosinone città europea».
La potenziale sfida al secondo turno tra Domenico Marzi ed il candidato del centrodestra Riccardo Mastrangeli? Vicano l’ha messo subito in chiaro: «Ci arrivo io al ballottaggio». In caso contrario? «Posso decidere quello che voglio, non ho vincoli». Parole che pesano. Dette da un candidato che resta civico ma rappresenta ormai il Centro politico di Frosinone: Azione e Udc stanno con lui. Anche il movimento Autonomi e Partite Iva, e Progetto Lazio. (Leggi qui E se Vicano passasse in… Azione).
Vicano: «Con Marzi? E chi l’ha detto?»
Non dice che appoggerà Mastrangeli. Ma altrettanto non esclude di farlo. Significherebbe sostenere il centrodestra al secondo turno: la continuità amministrativa rispetto al doppio mandato del sindaco Nicola Ottaviani, coordinatore provinciale della Lega. Che bomba.
I “suoi” Partiti tolgono un pezzo di Centro al Centrosinistra di Marzi e al Centrodestra di Mastrangeli. «Una scelta molto significativa e importante – ha commentato Vicano – perché è vero che riduce un po’ la connotazione civica di questa coalizione, ma dà però una grande impronta politica e un grande spessore politico di Centro».
Non è detto che appoggi l’amico Marzi, a favore del quale aveva fatto un passo di lato prima del ripensamento finale: lo aveva fatto a condizione che cementasse la coalizione di centrosinistra, ma alla fine è rimasto fuori qualche pezzo. Sono quelli che credono nel progetto Vicano.
Vicano e le «decisioni romane»
Ha guidato la Sanità ciociara e poi la Società Ambiente di Frosinone con tutti i suoi rifiuti e anche una parte di quelli della Capitale. «Con discreti risultati», aggiunge lui.
Ma non è lo stesso Vicano visto a fine gennaio quando annunciò che si sarebbe candidato e ancora sperava di poter aggregare tutto il centrosinistra. (Leggi qui: La doppia sfida di Mauro Vicano al centrosinistra).
La location era la stessa, quella in cui lanciò la sua candidatura a sindaco in veste civica. Lo spirito è diverso. Perché nel frattempo si è visto, parlato e straparlato di tutto: passi indietro, passi di lato, invocazioni incrociate all’unità. Erano arrivate, come le definisce il candidato del Centro, le “decisioni romane”: a Marzi gliel’hanno chiesto direttamente il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti e il segretario regionale Bruno Astorre di scendere in campo. Vicano è apparso deluso soltanto da questo: «A livello provinciale si era concordato di fare le Primarie e avevo dato la mia disponibilità alla candidatura, ma poi sono scomparse “misteriosamente”».
Pesa le parole. Marca il suo territorio. Mette in chiaro che non ce l’ha con qualcuno. E meno ancora con il leader provinciale del Pd Francesco De Angelis. Ormai sta pensando a sé stesso, alla sua candidatura e poi si vedrà. Perché si candida «per arrivare al ballottaggio e vincere».
L’altro Vicano: quello di Centro
Quello visto oggi al Caffé Minotti è l’altro Vicano, sostenuto dal Centro politico del Capoluogo: Azione e Udc. Il Partito di Calenda, rappresentato nell’occasione dal segretario provinciale Antonello Antonellis e dalla consigliera uscente e capolista Alessandra Sardellitti, il simbolo lo mette eccome. Con Marzi per loro era impossibile andare: lì c’è il M5S ed è il limite a sinistra tanto quanto FdI lo è a destra nella visione politica di Calenda. Un confine ribadito da Alessandra Sardellitti: «Azione mai con i Cinque Stelle», che stanno ormai nel Campo largo. Quindi il problema della scelta non se l’è proprio posto dove ci sono loro non c’è Azione. Questo non rende completo il Campo Largo del centrosinistra trainato dal Pd e strettosi attorno alla candidatura dell’ex sindaco Domenico Marzi.
E il prototipo ideale di Azione era presente in sala: il sindaco di Isola del Liri Massimiliano Quadrini, ex Democrat al pari della Sardellitti. (leggi qui L’intreccio Pompeo – Buschini dietro l’addio di Quadrini al Pd).
Nessuno spazio per le ambiguità. Azione non è contraria a prescindere alla controversa realizzazione di un biodigestore a Frosinone: argomento da campagna elettorale, con il centrodestra schierato a favore del No. A calcarlo la candidatura al Consiglio comunale nella Lista Ottaviani di due Medici di famiglia per l’ambiente: Giovambattista Martino e Teresa Petricca, notoriamente attivi sul fronte della contrarietà per principio di precauzione.
Udc e Partite Iva dell’avvocato Vicano
La vera sorpresa politica, però, è l’adesione dell’Unione di Centro: sarà rappresentata all’interno di una delle due liste civiche. A presenziare il coordinatore provinciale Angelo D’Ovidio, sindaco di Pastena e già consigliere regionale. Ad intervenire è stato il dirigente Giuseppe Sperduti.
Si è registrata una comunione di intenti con il movimento nazionale Autonomi e Partite Iva, presieduto dall’ex senatore di Forza Italia Eugenio Filograna e rappresentato a livello provinciale, manco a dirlo, dall’avvocato Fabio Vicano: il fratello del candidato sindaco. Ma, come ha tenuto a precisare il responsabile degli API ciociari, il loro Movimento si era già messo in moto prima della sua discesa in campo. Questo non rende completa la coalizione di centrodestra plasmata da Ottaviani a sua immagine e somiglianza.
Inizia a radicarsi nel Capoluogo anche Progetto Lazio: fondato dal già ministro Udc Mario Baccini, dal presidente di ConfimpreseItalia Guido D’Amico e dall’ex dirigente provinciale di Forza Italia Pietro Pacitti. Nella squadra c’è anche l’ex consigliere comunale Vincenzo Enzo Gentile: primo dei non eletti del Pdl nel 2012, subentrò a seguito della nomina ad assessore del compianto Enrico Straccamore nella prima Giunta guidata dal sindaco uscente Nicola Ottaviani. È in uscita dal Polo Civico di Gianfranco Pizzutelli: lista con cui raccolse 170 consensi alle Elezioni 2017, piazzandosi ottavo su trentadue.
«Per una Frosinone città europea»
«Frosinone deve diventare una Città europea, raggiungere gli standard europei sotto tutti i punti di vista: decoro urbano, pulizia, organizzazione, mobilità urbana, funzionalità degli uffici, risposte rapide a cittadini e imprese». È il manifesto presentato in giornata dal candidato sindaco Mauro Vicano. Il programma verrà illustrato nei prossimi giorni, ma ha voluto centrare l’attenzione su quattro grandi opere che vorrebbe realizzare.
«L’opera che può cambiare il volto della città, visto che si parla da vent’anni del Parco, è un progetto per il Fiume Cosa – ha esordito -. Attraversa il Capoluogo in tutta la sua lunghezza ed è significativo dal punto di vista ambientale, ma anche della mobilità e a livello storico-archeologico».
Visto il dissesto idrogeologico, al netto di progetti e proposte precedenti, vorrebbe sistemare le sponde e creare piste ciclabili e percorsi pedonali. Vuole considerare tutti i tesori naturalistici, non esclusivamente la Cascata dello Schioppo, ancora in attesa di essere dichiarata Monumento naturale regionale. Senza parlare del fatto che, come ha accentuato Vicano, «ogni volta che si scava si trovano sempre reperti archeologici».
Cultura, Manutenzione e Salotto Buono
Un’altra grande opera, tra le altre, che vorrebbe realizzare è un Museo d’arte. «Ne abbiamo uno, ma è piccolo e non può essere la risposta a una domanda di cultura. A Frosinone non abbiamo la possibilità di vedere una sola opera d’arte significativa. Allora secondo me, come succede in tutte le città d’Europa, va creato un Museo degno di questo nome cercando di acquisire opere d’arte di valore. Ho già avuto appuntamenti con direttori di grandi musei. E, con tutte le garanzie del caso, potrebbero mettere a disposizione opere di grandissimo valore che loro non riescono a esporre».
E poi la Manutenzione: «La cura della città può sembrare secondaria e banale. Invece è molto importante per la qualità della vita dei cittadini, tanto che anche la manutenzione ordinaria potrebbe essere definita una grande opera». A seguire il “Salotto buono della città” nel centro storico: «Contrariamente a quello che accade nelle grandi città, è forse la zona più trascurata. E penso alla serie di saracinesche abbassate in quello che dovrebbe essere uno dei punti nodali di Frosinone». In che modo rilanciarlo? Puntando sulle norme di defiscalizzazione.
La sede comunale ora è a Palazzo Munari (ex Banca d’Italia) «però attorno va creata una serie di condizioni: parcheggio, infrastrutture, incentivazioni. Non solo movida e disagi ai residenti. E dobbiamo contrastare la fuga continua dei giovani da Frosinone, un flusso che deve essere assolutamente fermato e invertito. Questo significa università, studio, possibilità lavorative e prospettive».
Il Dottore si candida a sindaco. Eccome se si candida.