L’amarezza di Cretaro: «Troppi incompetenti e incapaci nella politica di oggi»

Simone Cretaro

Simone Cretaro è una delle certezze del Centrosinistra. Sindaco di Veroli rieletto a furor di popolo. Oggi denuncia che "In politica Mancano i politici eletti dai cittadini, quelli che dovevano conquistarsi il consenso nei loro collegi e venivano poi giudicati in base ai risultati". Soprattutto servono "Competenza e capacità"

Maurizio Patrizi

Rem tene, verba sequentur

Il ruolo dei sindaci “civici” nel Pd che sta costruendo Nicola Zingaretti, il motivo della grande  ed eccezionale affermazione alle ultime Elezioni Comunali di Veroli, nonostante la schiacciante e contestuale vittoria delle destre alle Europee, il rapporto con i cittadini, il ruolo degli esclusi  “eccellenti” e il futuro politico della città quando sarà terminato il suo secondo mandato, che si è appena avviato. A poco più di un mese dalla schiacciante riconferma alla carica di primo cittadino, intervista escusiva dell’avvocato Simone Cretaro ai lettori di Alessioporcu.it

L’altro giorno non ha partecipato alla Direzione provinciale del Pd, eppure il suo risultato alle Comunali di maggio è stato straordinario: ha vinto senza alcun patema contro il candidato schierato dalla Lega e per il quale si era speso in prima persona Matteo Salvini. Come ha potuto mancare?

Semplicemente perché alla Direzione provinciale partecipano gli iscritti al Partito Democratico e io non ho la tessera. I sindaci civici, a mio avviso, devono essere coinvolti con modalità e forme diverse”.

Questo significa che Zingaretti sta fallendo nella sua missione di allargare il Partito a quelle forze che ad oggi non si riconoscono nel Pd: perché lì non si sente a casa sua?

Zingaretti sta portando avanti un lavoro importante, che richiederà tempo per costruire una squadra e una progettualità all’altezza della situazione. È del tutto evidente, poi, che dovrà avere la capacità di coinvolgere le tante forze civiche radicate nel territorio. Io ho un ottimo rapporto con tutti i rappresentanti del Pd, con i quali lavoriamo insieme quotidianamente per far crescere il nostro territorio e per la risoluzione dei problemi dei nostri concittadini”.   

La Lega a Veroli e in provincia di Frosinone non ha sfondato, sugli altri territori del Lazio invece si: perché?

Sappiamo tutti, o quasi, che a livello comunale contano più le persone che i simboli. La competizione comunale richiede poi la conoscenza del territorio e l’elaborazione di una progettualità credibile. Con i simboli, se ti dice bene, puoi arrivare in Parlamento, ma non sono sufficienti per vincere le elezioni comunali”.

Tutti oggi si accorgono che sono i sindaci ad avere un ruolo centrale nella politica e buona parte del rinnovamento si basa proprio sul ruolo degli amministratori locali: è perché siete rimasti gli unici a parlare con i cittadini?

Il sindaco rappresenta un riferimento importante per i cittadini, i quali osservano e valutano quotidianamente il suo operato e quello dell’Amministrazione. Questo genera uno stretto rapporto di fiducia, che negli altri livelli istituzionali è inesistente”.

Cosa manca alla politica di oggi?

Mancano i politici eletti dai cittadini, quelli che dovevano conquistarsi il consenso nei loro collegi e venivano poi giudicati in base ai risultati conseguiti. Da qualche anno i cittadini non hanno più la possibilità di scegliere i propri rappresentanti nazionali, ma devono limitarsi a barrare un simbolo senza sapere chi li rappresenterà. Questo genera un profondo scollamento tra gli elettori e gli eletti, i quali sono più interessati ad essere fedeli al segretario del partito piuttosto che a rappresentare le istanze dei territori e dei cittadini”.

Dovremmo tornare indietro?

Se per ‘indietro’ intendiamo una politica fatta di ascolto allora la risposta è si. L’ascolto è importante. Ma quello di cui c’è estremamente bisogno è il ritorno ad una politica fatta di competenza e capacità. È necessario coinvolgere le persone migliori, a tutti i livelli, e convincerle a impegnarsi nella politica. Oggi, purtroppo, siamo arrivati al punto di considerare l’ignoranza, soprattutto per quel che riguarda la conduzione della politica, una virtù”.

A proposito di ascolto, di cosa ha ancora bisogno Veroli? Quale è una delle priorità secondo lei?

Veroli ha bisogno di uomini e donne che lavorano insieme per la crescita della città. In questi anni abbiamo cercato di coinvolgere tutte le realtà presenti sul territorio nella convinzione che un’amministrazione, da sola, può fare poco”.

Ha da poco formato la nuova Giunta municipale. Mancano nomi di collaboratori storici. Scelta sofferta?

Sono soddisfatto delle scelte effettuate perché sono state condivise da tutti e, soprattutto, perché è composta da persone capaci che hanno grande voglia di lavorare per la nostra comunità”.

Nonostante la sua schiacciante affermazione nella sua compagine ci sono stati alcuni esclusi “eccellenti”, fra assessori  e nuovi entrati. Questo significa che i cittadini hanno dato fiducia a lei personalmente?

I cittadini hanno premiato il lavoro fatto in questi anni e il merito è da condividere con le tante persone che hanno lavorato per migliorare la nostra città. Il risultato personale dipende poi da tanti fattori, difficili da prevedere. Tutti sanno però che chiunque vorrà continuare a impegnarsi, a prescindere dal ruolo istituzionale, troverà le porte spalancate”. 

Veroli è una città che costruisce il suo futuro, in politica: D’Onorio lasciò crescere Cretaro fino a farlo diventare il suo erede, chi sarà l’erede di Cretaro?

In questo momento dobbiamo lavorare per realizzare il programma sottoposto al giudizio dei nostri concittadini. Al momento opportuno si discuterà su come allestire una squadra credibile e un progetto adeguato per la città, ma sarà sempre il gruppo a decidere”.   

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