L’analisi della campagna in attesa del voto

Chi vincerà lo diranno le urne. Ma l'analisi della campagna elettorale dei quattro candidati aiuta molto a capire le differenze in campo

Paolo Carnevale

La stampa serve chi è governato, non chi governa

Chi vincerà ad Anagni? E che campagna elettorale è stata quella che si è svolta in città? Alla prima domanda è difficile rispondere. La presenza di quattro candidati rende l’esito finale fluido, alimentando l’ipotesi concreta del ballottaggio tra quindici giorni. Per la seconda domanda può essere invece d’aiuto fare una breve radiografia di quelle che sono state le campagne elettorali dei quattro candidati.

La campagna di Natalia

Francesco Rocca e Daniele Natalia

Daniele Natalia, candidato a sindaco di Anagni in movimento, ha puntato tutto su una possibilità; fare l’elenco delle cose fatte e proporre agli elettori la propria rielezione in nome della continuità amministrativa. Una chiave precisa, che è stata il leit motiv di tutta la campagna elettorale di Natalia. Tanto da diventare anche materia per satira, meme ed altri elementi di ironia politica, visto il numero davvero imponente di inaugurazioni e di annunci fatti negli ultimi mesi.

Cose molto attese, come il Museo archeologico; o gli annunci sulla ripartenza della Sanità. La spallata decisiva potrebbe darla il Governatore del Lazio, Francesco Rocca. Se davvero venisse ad Anagni nelle prossime ore per la chiusura della campagna elettorale. E confermasse davanti agli elettori anagnini i suoi impegni presi lo scorso fine settimana per restituire un ruolo all’ospedale cittadino.

Resta un punto importante,  la spada di Damocle su tutta la sua candidatura. Se Natalia riuscirà a dimostrare che quello degli ultimi tempi non è solo fuffa elettorale ma può diventare un trend importante per il futuro, potrebbe anche cambiare la storia.  

Se però dovesse passare l’idea di un sindaco che negli ultimi 4 anni e mezzo ha fatto relativamente poco (con ritardi anche importanti come la frana della Calzatora), il giudizio degli elettori potrebbe essere cattivo.

La campagna di Cardinali

Alessandro Cardinali

Alessandro Cardinali di SiAmo Anagni si è invece posto da subito come referente di una coalizione larga. Che doveva essere, almeno inizialmente, la traduzione locale del campo largo, per cercare di avere un consenso più trasversale possibile.

Un sogno che si è realizzato in larga parte: con tanto di adesione di una parte autorevole del Partito Democratico. È quella che fa riferimento alla componente maggioritaria di Francesco De Angelis: nel nome del Campo largo e dell’allargamento del fronte ha ammainato il simbolo e scelto il progetto civico. Mentre l’altro troncone Dem, con nome e simbolo sta sulla candidatura dell’avvocato Luca Santovincenzo.

La campagna elettorale del consigliere provinciale è stata “moderata”; senza (troppi) ricorsi a toni polemici, cercando di puntare sulle proposte, ma senza evitare (vedi la sanità e Calzatora) le stoccate a Natalia; una strategia democristiana, si può dire. Pensata per fare colpo su un elettorato pragmatico e poco orientato sul piano ideologico. Pochi scossoni ed un occhio alla concretezza, al futuro a medio-lungo termine (il rinnovo del piano regolatore).

La campagna di Tuffi

Danilo Tuffi

Per quanto riguarda Danilo Tuffi di Anagni Futura la questione è diversa. Tuffi è arrivato alla candidatura in maniera piuttosto rocambolesca. Di fatto, all’ultimo secondo, quando si pensava che il candidato di quell’area potesse essere Franco Fiorito.

La necessità di recuperare l’obiettiva scarsa dimestichezza con i media (almeno all’inizio), ha portato a puntare su una campagna più urlata, con slogan (“Il sindaco del no al biodigestore!”), video e denunce di impatto, tutte contro l’amministrazione Natalia. Ecco perché arrivano da quella parte le punte più aspre della campagna elettorale, come per la questione dei manifesti strappati, con tanto di denuncia ai carabinieri.

Tuffi paga comunque una penalizzazione iniziale. Bisognerà vedere se questi toni saranno serviti a farlo recuperare.

La campagna di Santovincenzo

da sinistra: Luca Santovincenzo, Marta Bonafoni, Egidio Proietti Proietti Fantini.psd

Quella di Luca Santovincenzo di LiberAnagni è invece la  candidatura forse più politica del parterre. Non perché gli altri non abbiano le loro idee (vedi Natalia che da subito ha rivendicato il suo essere esponente del “centrodestra anagnino”); quanto perché LiberAnagni si è da subito caratterizzata come una coalizione di stampo chiaramente progressista; anche per l’arrivo, sempre dopo la spaccatura di cui sopra, del Partito democratico.

Una coalizione, quella di LiberAnagni, che ha fatto la propria campagna elettorale agitando le bandiere del rinnovamento, dell’onestà, della legalità e della trasparenza. Con un uso accorto dello stile tradizionale (i comizi nei quartieri) ed una strizzatina d’occhio al digitale ed alla spettacolarizzazione (i viaggi con l’Apetta).

L’idea di Santovincenzo è stata da subito quella di mostrarsi alternativo agli altri tre ( “i cloni”); senza dimenticare ovviamente il punto di partenza; la lotta al biodigestore, rivendicata come la svolta, il momento in cui Santovincenzo ha deciso di scendere in campo sul serio. Un’idea confermata anche dall’endorsement dell’ex sindaco Fausto Bassetta, arrivato poche ore fa.

Stasera ci saranno gli ultimi comizi; poi il silenzio (apparente) elettorale. Prima del fine settimana lungo (lunedì compreso) più caldo degli ultimi 5 anni. Se poi si dovesse (probabile) arrivare al ballottaggio, si aprirebbe un’altra storia. Ancora tutta da raccontare.