L’anatema di Sara: “Nel Pd non c’è spazio per chi ha alimentato lacerazioni”

Il consigliere regionale Sara Battisti: «Il Pd di Nicola Zingaretti è tornato finalmente a tendere l’orecchio a terra». «Chi ha partecipato alle lacerazioni che hanno azzerato la nostra storia in diversi Comuni deve farsi da parte»

La vittoria in Toscana ed in Puglia è stata una trasfusione di fiducia. Il risultato del referendum un’iniezione di vitamine che molti all’interno del mondo Dem non hanno capito. Ma obbligherà a riscrivere le regole del gioco. E vuoi o non vuoi, riscriverai le regole di un’Italia più moderna. Nicola Zingaretti lo aveva capito: è per questo che aveva orientato la prua del Partito Democratico verso il Si alla riforma della Costituzione.

Il ‘dopo‘ è già iniziato. A spiegarlo è Sara Battisti, consigliere regionale del Pd. «Questo Paese, soprattutto dopo l’esperienza traumatica vissuta in questo 2020, ha bisogno di stabilità ma anche di una classe politica che conosca le reali esigenze dei cittadini».

Orecchio a terra

Sara Battisti

Sara Battisti analizza le mosse compiute dal Segretario Nazionale: «Nicola Zingaretti ha dimostrato prima in Regione Lazio, oggi alla guida del Pd, che un altro modo di fare politica è possibile. Abbiamo assistito per anni ad una politica urlata, poco preoccupata delle sorti del Paese più concentrata su equilibrismi di palazzo: il Pd guidato da Zingaretti è tornato a vivere nelle piazze, nelle strade, tende finalmente “l’orecchio a terra” ».

Il cambiamento non è distante. Anzi, il Partito Democratico ha iniziato a declinarlo anche sui territori. Frosinone è uno dei primi esempi. C’è stato un cambio di Segretario Provinciale: che non è stata un’operazione di facciata, ma un orientamento verso una rotta precisa, anche in questo caso.

«In provincia di Frosinone, come ho già avuto modo di dire, abbiamo scelto di eleggere un nuovo segretario, giovane ma con un’esperienza importante alle spalle. Guardando il dato di Ceccano e Pontecorvo, al netto dell’impegno di chi ha fortemente voluto candidarsi, credo che sia necessaria una riflessione su come si costruisca una nuova classe dirigente capace di riconquistare i nostri elettori e renderli protagonisti, decidendo non dentro le stanze ma ascoltando nelle strade, nelle piazze, nelle case, quello che i cittadini si aspettano. Ma fatta questa riflessione, bisogna agire subito».

Il solco con il passato

Francesco De Angelis, Antonio Pompeo, Luca Fantini

C’è un solco. Netto, profondo. Che divide il presente dal passato. Con la logica delle correnti e dello scontro interno capace di produrre più danni del confronto con gli avversari politici. Perché lo scontro interno lacera, divide, fa perdere di credibilità di fronte ad un elettorato che vuole sostanza. Un elettorato che fa una sintesi elementare ma dannatamente efficace: “se non sono buoni a governare in casa loro come possono governare il Paese?”

«Abbiamo eletto Luca Fantini sapendo che chi ha partecipato alle tante lacerazioni interne che hanno azzerato la nostra storia in diversi Comuni, deve farsi da parte. Chiaro che questo processo non è stato possibile farlo partire ad un solo mese dal voto ma ora non abbiamo più scuse. Che si lasci al nuovo gruppo dirigente, in piena autonomia, la scelta di come ripartire da queste sconfitte, da chi ripartire, come farlo in tempi brevi».

C’è allora una strada da percorrere. Sara Battisti suggerisce che al Segretario venga dato mandato di «collaborare con le esperienze territoriali e amministrative virtuose, fuori dallo schema delle “casacche” e delle componenti».

Occorre un luogo di confronto

Nicola Zingaretti

Non c’è più il confronto. Ce n’è il disperato bisogno in un Paese degli uomini soli al comando, dei leader che poi si perdono o tra le lenzuola di palazzo Grazioli o in un mojito di troppo al papeete Beach.

«A Luca Fantini avanzo una proposta: questa provincia ha bisogno di un luogo in cui dibattere le scelte da assumere nei diversi livelli di governo, decidendo su quali segmenti investire, assumendo queste decisioni attraverso la condivisione con le parti sociali, le categorie economiche, le associazioni che si occupano di valorizzazione e promozione territoriale, con quanti operano nel sociale e nella sanità territoriale».

Chi siamo, dove stiamo andando? «Sul Recovery non possiamo farci trovare impreparati, dobbiamo chiedere a gran voce che alcune risorse vengano utilizzate per la crescita della provincia di Frosinone. Ma vale lo stesso criterio utilizzato a livello nazionale che ho citato prima: strategia e lungimiranza».

L’Industria nelle ore scorse ha tracciato la rotta per il prossimo quadriennio. la politica risponde con una visione, in parte analoga. (Leggi qui Camilli prende il timone di Unindustria e traccia la rotta).

I quattro assi

SARA BATTISTI

Sara Battisti individua 4 segmenti sui quali bisogna investire. «Riorganizzazione del sistema sanitario e dei servizi alla persona, ridisegnare la mobilità interna in funzione della Tav attraverso opere infrastrutturali che servano l’impresa territoriale, incrementare come già si sta facendo grazie al lavoro del Consorzio Industriale e della Regione gli investimenti sulla riconversione industriale in chiave green, investire concretamente su un nuovo asset di sviluppo sul quale personalmente credo fortemente come quello del turismo. I dati ci dicono di un aumento delle presenze turistiche nelle province del Lazio, quindi anche a Frosinone, rispetto all’estate scorsa».

L’esempio è arrivato nelle ore scorse dalla Regione Lazio che ha interamente ridisegnato l’assistenza agli anziani. (Leggi qui Rsa: rivoluzione le Lazio. Venti nuove sedi, mille letti). Il resto è tutto in mano ai territori.

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