L’anno del “leone”: anche la sconfitta non fa male

Lo scivolone contro il Cosenza è stato praticamente indolore per la capolista che mantiene un vantaggio rassicurante (+11) sul terzo posto ora occupato dal Sudtirol. Perde il Bari che resta a -12. Il secondo ko interno figlio delle assenze, di un calo di tensione e della scarsa lucidità in alcuni momenti della gara

Alessandro Salines

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Il Frosinone cade in piedi. A conferma che probabilmente è il suo anno. La sconfitta col Cosenza è stata praticamente indolore dal punto di vista della corsa alla promozione diretta. Il vantaggio sul terzo posto è sempre rassicurante (+11) quando mancano 8 partite. Si temeva il Bari che avrebbe potuto accorciare a -9 ed invece i pugliesi hanno perso a Terni. (Leggi qui: Decimato e poco lucido: Ko in casa per il Frosinone).

La trentesima giornata insomma va in archivio con un Frosinone battuto ma sempre saldo in testa. Un ko quindi che non dovrebbe avere strascichi, catalogandolo alla voce “incidenti di percorso”. Ora la sosta per ritrovare le energie e recuperare gli infortunati.

La terza resta a distanza

Pierpaolo Bisoli, tecnico della rivelazione Sudtirol, ora terza

Lo scivolone del Frosinone ha consentito al Genoa di portarsi a -6 ma ciò che interessa ovviamente è la terza posizione ora occupata dalla rivelazione Sudtirol lontana 11 punti. Una distanza ampia che ad 8 turni dalla fine pare difficile da colmare. Prima dell’ultima giornata erano comunque 12 le lunghezze. Il Bari invece resta a -12 dal Frosinone e s’allontana anche dal secondo posto distante 6 lunghezze. Tuttavia la lotta alla seconda promozione diretta è ancora aperta soprattutto grazie al Sudtirol che non ha nulla da perdere e proverà a giocarsela fino alla fine.  

Alla ripresa delle ostilità il Frosinone sarà di scena a Perugia per ripartire confidando nella statistica. La squadra giallazzurra infatti non è mai stata per più di 2 partite senza vincere. Cercherà quindi di confermare il trend. Dopo la trasferta in Umbria il Frosinone giocherà in casa con l’Ascoli, poi a Cagliari, il doppio turno interno con Sudtirol e Reggina, sfida a Pisa, lo scontro al vertice col Genoa allo “Stirpe” e finale a Terni. Quattro partite in casa ed altrettante fuori.

Troppe assenze dietro la sconfitta

Luca Mazzitelli, uno degli assenti di lusso del Frosinone

E’ indubbio che alla lunga le assenze possano incidere. Fabio Grosso non ha mai cercato alibi, esaltando la forza del gruppo, ma dover rinunciare a 6 potenziali titolari come è successo sabato non è sicuramente facile. Fa onore al tecnico che non si lamenta. Comunque il problema c’è e si spera che la sosta possa consentire di recuperare più elementi possibili in vista di un rush finale molto tirato.  

A centrocampo le assenze di Mazzitelli, Kone, Lulic e Rohden (squalificato col Cosenza) non sono passate inosservate. Come anche quelle di Ravanelli e Szyminski in difesa. Tutto ciò senza nulla togliere a quanti giocano e tirano la carretta sempre con grande impegno. Ma è fuori discussione che Grosso in questa fase si sia dovuto barcamenare ed abbia avuto meno alternative considerando pure che alcuni elementi non sono al meglio e faticano.

Il difensore Szyminski infortunatosi contro il Cosenza in avvio di gara

Senza contare che i 3 infortuni in corso d’opera hanno condizionato i cambi dell’allenatore. Alla ripresa a Perugia mancherà sicuramente lo squalificato Frabotta, uscito anche lui per guai fisici. Da valutare poi Szyminski. Rientrerà Rohden e si auspica anche Kone, Mazzitelli e Ravanelli.

Questione di equilibrio

Fabio Grosso

Il Frosinone ha scontato una giornata storta che ci può stare durante un percorso straordinario. La capolista non è riuscita ad imporre il proprio ritmo (merito pure degli avversari), è stata lenta e non ha saputo verticalizzare come sa. E poi in alcuni frangenti non ha giocato da squadra affidandosi solo alle iniziative personali.

Ma c’è anche un altro elemento dietro alla sconfitta. È stata pagata la frenesia di voler vincere tutti i costi perdendo l’equilibrio che è fondamentale. E così in contropiede il Cosenza ha trovato l’acuto vincente proprio all’ultimo tuffo. Come ha sottolineato Grosso, bisognava prima di tutto non prenderle. Un punto può far sempre comodo soprattutto quando la partita si complica. Ed invece la squadra non avuto la lucidità per gestire i momenti della gara e addirittura ha perso l’equilibrio. Era già successo contro il Parma con il gol segnato da Vasquez. Tra l’altro simile a quello di Brescianini per sviluppo e finalizzazione.  

Sconfitta indolore ma i punti ora valgono doppio

Capitan Lucioni (Foto © Mario Salati)

La capolista non ha sicuramente sottovalutato il Cosenza ma probabilmente ha allentato un po’ la tensione. In questa fase della stagione però nessuno può permettersi di abbassare la guardia. Il campionato entra nella fase decisiva dove si fanno i giochi. I punti pesano molto di più perché ogni squadra deve raggiungere l’obiettivo che in alcuni casi può essere vitale per l’intero club. Quindi i valori s’appiattiscono: tutte possono vincere o perdere contro tutte.

Insomma la sconfitta di sabato potrà servire da lezione al Frosinone. L’asticella deve essere sempre alta come ha sottolineato a fine partita capitan Lucioni in zona mista. La Serie B è durissima e non a caso spesso i verdetti sono arrivati soltanto all’ultima giornata.  

Il Frosinone però cade in piedi.