L’antipasto del rimpasto: ecco le mosse che potrebbero scattare a settembre

Le ipotesi di rimpasto. Le strategie del sindaco di Sora. Soprattutto l'attivismo su due fronti: quello di Forza Italia (sponda Quadrini) e quello Dem (per una riunificazione). Che servirebbero a...

Maurizio Patrizi

Rem tene, verba sequentur

Sembrava essere una questione archiviata dopo che Fratelli d’Italia aveva portato all’incasso la nomina dell’Amministratore unico di Ambiente Surl, la municipalizzata per la raccolta delle immondizie a Sora. In realtà si era anche vociferato di un probabile ingresso in Giunta di Natalino Coletta al posto della “tecnica” Maria Gabriella Paolacci. Poi il silenzio. E la sensazione che tutto sarebbe stato posticipato a settembre, dopo le vacanze estive. E invece no. Qualcosa nel Palazzo comunale di Corso Volsci a Sora si muove e si muove bene.

Qualcuno starebbe tentando di risolvere l’annosa questione delle correnti del Partito Democratico, che a Sora divide il Partito in almeno tre ‘sensibilità’. Trapelano indiscrezioni che danno per possibile l’entrata del Dem Natalino Coletta nell’Esecutivo cittadino: prenderebbe il posto di Maria Gabriella Paolacci, l’assessore esterno scelto direttamente dal sindaco Roberto De Donatis subito dopo le elezioni. È una sua fedelissima, con lei il primo cittadino aveva fatto parte della Giunta del compianto sindaco Cesidio Casinelli. Paolacci prese all’ultimo istante il posto di Coletta il cui nome era circolato fino a poche ore prima dell’ufficializzazione.

In che modo l’ingresso di Coletta potrebbe agevolare il dialogo interno al Pd? E quale vantaggio porterebbe al sindaco un Partito Democratico che ritrova un’unità di intenti?

Le ipotesi del mini rimpasto

Per comprenderlo bisogna partire dalle ipotesi che circolano in queste ore. Natalino Coletta entrerebbe il giunta ma la richiesta del sindaco, come contropartita politica, è l’apertura di una linea di dialogo politico nel Pd. In pratica, un riavvicinamento tra Coletta e Maria Paola D’Orazio (anche lei del Pd ma all’opposizione).

L’arrivo di Maria Paola D’Orazio nell’orbita della maggioranza darebbe una maggiore stabilità all’esecutivo del sindaco Roberto De Donatis. Che potrebbe essere riconosciuta attraverso una sfera di influenza del Pd sulla Farmacia comunale. Per sgomberare il campo dai dubbi: non una lottizzazione. Bensì: visto che più volte hai sollevato il problema della Farmacia, indicaci tu quella che ritieni sia la soluzione politica ed amministrativa ideale.

L’assessore alla Cultura Sandro Gemmiti (in quota Vinciguerra passato all’opposizione) non verrebbe toccato: un segno di distensione nei confronti del chirurgo che nei mesi scorsi ha lasciato la maggioranza, accusandola di non averlo votato quando si è candidato alle Provinciali. (leggi qui Nove a otto: la maledizione colpisce ancora il Consiglio).

In bilico ci sarebbe anche Silvia Ucciero, l’assessore al Commercio: in quota Forza Italia ed in particolare a Mario Abbruzzese; poiché gli equilibri interni al centrodestra sono cambiati, il sindaco potrebbe rimettere in gioco la delega, compattando anche il centrodestra e riportando dentro l’ala anti Abbruzzese.

C’è però un problema: Natalino Coletta vorrebbe la delega da vicesindaco, questo tuttavia creerebbe un doppio problema, l’alterazione dei già fragili equilibri interni e l’uscita di scena di Paolacci, che senza assessorato è fuori dai giochi.

Non è solo un rimpasto

Ma sotto un’apparente e innocuo mini-rimpasto ci sarebbe molto di più. Niente di meno che una manovra dall’alto dei Dem. Si mormora che parta da Roma e porti la firma di Bruno Astorre, ma soprattutto che punti a riunificare le due anime del Partito con un obiettivo preciso. Creare le basi poi  fra due anni piazzare proprio Maria Paola D’Orazio come candidata sindaco del Pd. Del resto la stessa D’Orazio ad Alessioporcu.it  aveva detto che “la candidatura la sceglie il Partito”. (leggi qui E Maria Paola frustò Ernesto: «Maschilista, sessista, di cattivo gusto e…»)

E in tutto ciò, De Donatis starebbe a guardare in silenzio? In realtà lui avrebbe un altro obiettivo. Arrivare al 2021, finire il proprio mandato e poi puntare a un’altra candidatura più in alto, all’interno di un “altro Pd”, quello che vorrebbe costruire Zingaretti. È esponente del Partito Socialista, il Pd sta cercando di allargare i suoi orizzonti: Roberto De Donatis sarebbe ben felice di dare il suo contributo. E per dare una spinta maggiore sarebbe disposto a scendere in campo in prima persona: o con una candidatura alle Regionali o con una alle Politiche nel proporzionale.

Il sindaco in carica dunque starebbe tentando di ricucire uno strappo ormai antico per “spianarsi la strada” e approdare a lidi diversi.

Primum vivere

Primum vivere deinde philosophari insegnavano i Romani: per prima cosa bisogna sopravvivere e poi si può fare filosofia. Proprio per questo Roberto De Donatis risulta attivissimo anche sul fronte del centrodestra. Ha avuto un paio di confronti con il vice coordinatore regionale di Forza Italia Gianluca Quadrini.

Vuole capire i nuovi equilibri politici interni al Partito di Berlusconi. È da lì che nasce il pericolo per l’assessore Ucciero e la possibilità che la sua delega venga messa a disposizione del centrodestra, nell’ambito di un riassetto interno.

Il tutto, finalizzato a dare più stabilità al suo esecutivo.

E chi dice che accettino?

Dunque, chiariti i rapporti di forza la situazione sarebbe questa: Natalino Coletta dichiara di “essere a disposizione della maggioranza, se la maggioranza riterrà opportuno un mio intervento in Giunta come collante, come elemento di ricucitura”. C’è chi giura che il suo intento, a poco più di un anno e mezzo dalle elezioni, sarebbe invece  quello di rimanere a debita “distanza” da un’Amministrazione che avrebbe ormai perso ogni legame con la realtà.  Stessa posizione potrebbe essere quella di Maria Paola D’Orazio e ovviamente per lo stesso motivo.  E c’è addirittura chi vede come molto improbabile un riavvicinamento fra le due anime del Pd, visto che la stessa D’Orazio avrebbe deferito Coletta al comitato di garanzia del Partito. 

Un discorso a parte merita invece l’assessore alla Cultura Sandro Gemmiti: mentre un mese fa si ipotizzava una revoca della sua delega, vista l’assenza di “copertura” da parte di Vinciguerra passato all’opposizione, ora sembra invece che la sua vicinanza all’assessore Paolacci lo abbia messo al “sicuro”.

Sempre che la delega al Bilancio non passi a Natalino Coletta.