L’appello di Zingaretti, i tentennamenti di Conte

Il Coronavirus sta dettando tempi e strategie dell’agenda politica. In una lettera a La Repubblica il segretario del Pd indica la strada: “Massima attenzione ai nervi tesi del Paese, ma anche ai tanti avvoltoi in agguato”. La bordata a Matteo Renzi e l’apertura a Silvio Berlusconi.

Il governo si concentri sull’efficienza e la serietà, sul dialogo e l’apertura con il Paese, le persone, le forze produttive e sociali, il tessuto associativo, e sul coinvolgimento e confronto con le forze di opposizione”: è questo il “cuore” dell’appello lanciato dal segretario del Pd, Nicola Zingaretti, nella lettera pubblicata oggi dal quotidiano La Repubblica.

Una lettera che è più di un manifesto politico, considerando la drammaticità del momento a causa del dilagare del Coronavirus. Sono tutti consapevoli che non sarà possibile evitare un altro lockdown e la politica dovrà provare a gestire questa ennesima situazione di stress.

Lo stress degli italiani

Nicola Zingaretti

Non a caso Nicola Zingaretti spiega: “Altre democrazie non si sono mosse per tempo e stanno pagando costi immensi. Ma noi abbiamo ancora la possibilità di fermarci prima, di salvare l’Italia e il suo futuro, di combattere insieme e di agire uniti”. 

Zingaretti riconosce però anche che dopo “la battaglia” vinta in primavera contro il virus, “il livello di stress degli italiani è ormai altissimo”. E il Governo ha le sue responsabilità, perché nella sostanza è stato dato il “rompete le righe”.

Oggi c’è il Pd schierato per la linea rigida del lockdown vero e generalizzato. Mentre il premier Giuseppe Conte e i Cinque Stelle, a furia di prendere tempo, hanno perso del tempo prezioso. Quindi c’è Italia Viva, con Matteo Renzi che non si schioda dal ruolo di “battitore libero”. Un ruolo e una linea politica, quelle di Renzi, che Zingaretti semplicemente non sopporta. E non intende sopportare più. L’apertura alle opposizioni va letta pure in questo senso. Anche se naturalmente è rivolta principalmente a Forza Italia di Silvio Berlusconi. Non alla Lega di Matteo Salvini e a Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni.

I nervi del Paese

Nicola Zingaretti. Foto © Paola Onofri / Imagoeconomica

Prosegue il segretario del Pd: “Massima attenzione ai nervi tesi del Paese, a chi scende legittimamente in piazza per esprimere paura e chiede di non essere abbandonato. Massima attenzione anche ai tanti avvoltoi in agguato, pronti a gettarsi sulla solitudine e sulla rabbia, quella parte d’Italia che da sempre lavora contro il patto sociale e lo Stato. Per questo ora è vitale ritrovare forza di iniziativa, spirito unitario e coesione”. Il rischio che le piazze vengano infiltrate da facinorosi è altissimo e già si è manifestato. In più c’è l’intero fronte dei negazionisti e dei riduzionisti che soffiano sul fuoco della rabbia sociale. Senza avere però nessuna proposta alternativa di gestione della pandemia. E spesso senza avere neppure il coraggio di intestarsi la protesta.

Conclude Nicola Zingaretti: “Stiamo uniti per combattere l’unico vero nemico, il Covid.  Oggi gli italiani sono stanchi. E tuttavia la speranza di uscire da questo incubo non è nell’illusione di non far nulla. Si può uscire da questo incubo solo se lo si combatte”. 

È un richiamo al senso di responsabilità e anche a quello delle istituzioni. Ma è un richiamo all’unità di una coalizione di Governo che deve fare i conti con i perenni “distinguo” di Matteo Renzi, le amnesie di Luigi Di Maio e i tentennamenti di Giuseppe Conte. (Leggi qui Dpcm e Mes, Zingaretti in vantaggio dopo il I tempo).

Il Partito Democratico ha voluto far capire che governare è complicato. Ma è l’unica cosa da fare. Il virus non se ne andrà da solo. Nemmeno sarà mandato via dalla danza della pioggia dei negazionisti e dei riduzionisti.