L’assalto di Iannarilli: «Fuori gli impresentabili da Forza Italia, o io o loro»

Antonello Iannarilli vuota il sacco. La Lega e la voglia di andare via da Forza Italia. «Con questa merda non ho niente a che fare». Fazzone? «È venuto a farsi le pippe mentali». «Troppi impresentabili dentro a questo Partito: o io o loro»

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

Dalle parti di Montecitorio confermano. Hanno sentito bussare alle porte della Lega per verificare se ci fosse uno spazio sul Carroccio nel quale accomodare Antonello Iannarilli. E la risposta è stata no. No all’ipotesi che è stata prospettata. E no anche ad una eventuale richiesta ufficiale. «La Lega di Salvini è un Partito del tutto diverso da quello che molti immaginano: sicuramente non è un taxi e Francesco Zicchieri non fa lo chauffeur».

Dal suo buen retiro di Alatri l’ex deputato, ex assessore regionale, ex coordinatore provinciale di Forza Italia ed ultimo presidente della Provincia eletto, Antonello Iannarilli si prepara a lasciare l’Aventino. Lì dove si era ritirato dopo la sua sconfitta alle Regionali del 2013 nelle quali invece Mario Abbruzzese era stato eletto: il Partito da quel momento era tutto nelle mani di Mario Abbruzzese e Nicola Ottaviani. Che lui ha sempre considerato dei nemici. Ora che anche Mario Abbruzzese ha iniziato a masticare l’amaro sapore della sconfitta elettorale, a Iannarilli è venuta voglia di tornare alla politica attiva.

 

«Si ma deve essere chiaro che io alla Lega non ho chiesto niente: per dirmi di no devo pur fare una richiesta. E io non ci ho parlato».

E chi ha mai detto che ci abbia parlato o fatto richieste: in politica i messaggi si mandano in mille modi. Anche con un’intervista. e nella politica di oggi le risposte arrivano subito, non tra le righe. E la risposta all’ipotesi di Iannarilli nella Lega è stata no. No all’ipotesi e no se farà richiesta.

«Non mi interessa. Al momento in cui deciderò, farò i miei passi: ma non ho ancora deciso con chi vado».

 

Però una decisione c’è: andare via da Forza Italia

«Mi devo chiarire prima con Antonio Tajani. È quello il primo passaggio. Poi se non ci chiariamo c’è un’area di centrodestra abbastanza ampia oltre alla Lega. C’è Energie per l’Italia che he già mi ha chiamato».

Se il partito di Stefano Parisi ha chiamato allora le cose possono essere solo due. O è scoppiata la pace tra Iannarilli ed il suo ex delfino Peppe Patrizi al quale non ha mai risparmiato contumelie in questi anni. Oppure qualcuno sta per segare il buon Peppe da EpI

 

«Ci potrebbe stare Fratelli d’Italia… Lo deciderò al momento opportuno con un gruppo di amici. Ma al momento non ho chiesto nulla a nessuno».

Detto così, sembra solo un modo per dire e non dire. Solo per attirare l’attenzione di Antonio Tajani e chiedergli un ruolo con cui rimettersi al tavolo. Come dire “Io me ne vado” solo nella speranza che qualcuno dica “Ma no, rimani…”

 

«Il concetto è questo: se Forza Italia è questa merda io non ho più niente da fare lì dentro. Non ha più senso andare al Comitato Provinciale e sentir dire che abbiamo vinto le elezioni quando invece le abbiamo perse, non abbiamo eletto un solo parlamentare mentre Lega e Fratelli d’Italia ci sono riusciti. Che senso ha andare al Provinciale per farmi insultare da Adriano Roma o da quel genio politico di Luca Zaccari».

 

Non è soddisfatto di come il coordinatore regionale ha arbitrato quell’incontro?

«Claudio Fazzone è venuto qua e si è fatto le pippe mentali sul programma nazionale. Ma non ci ha spiegato perché il Partito in provincia di Frosinone è stato commissariato. Non mi hanno spiegato perché Gianluca Quadrini è stato cacciato. Nessuno ha spiegato perché il vice coordinatore Alessia Savo è stata cacciata… Volevo delle spiegazioni. E nessuno me le ha date al Coordinamento. Allora che senso ha andarci?»

 

E ora?

«Se non mi chiarisco prima con Antonio Tajani mi metto da solo: mi autosospendo da Forza italia e poi riunisco gli amici che ho in giro per la provincia e decidiamo quello che fare.  Cisa altro devo fare se il Partito e non mi risponde? Domando cosa si vuole fare e non mi risponde nessuno. Farò un’altra riunione o due riunioni e se vedo che l’aria è la stessa… »

 

Ma l’aria è così cambiata dentro Forza Italia?

«Credo che in Forza Italia ci siano degli impresentabili. E e non sono io l’impresentabile».

 

E chi è l’impresentabile?

«O facciamo un coordinamento provinciale fatto per bene o me ne vado. Non può starci Mario Abbruzzese e questo lo dirò in una delle prossime riunioni: è un impresentabile. Rappresenta la peggior politica che ci possa stare. E io non mi ci voglio mettere affianco. E quell’altro, Pasquale Ciacciarelli, deve ancora chiarire il buco da 17 milioni al Consorzio di cui era presidente. Ma con chi debbo andare a farmi vedere in giro? Se oggi la Lega vince è anche sulla serietà, contro il malgoverno. E noi abbiamo malgovernato».

 

Magari dicendolo prima delle elezioni e non dopo avrebbe fatto più effetto.

«Io la mia candidatura alla Regione, siccome non sono scemo, l’ho accettata solo perché avevo un debito di riconoscenza da saldare con Forza Italia. Non ero così presuntuoso da pretendere di essere eletto dopo soli trenta giorni di campagna elettorale: le mie campagne iniziavano almeno sei mesi prima, con il camper, girando per tutti i Comuni ed incontrando la gente… Ho fatto una candidatura di servizio e non mi interessa come sia finita. So solo che dovrebbero ringraziarmi perchè ho contribuito a fare eleggere il coordinatore provinciale, perchè i voti al quorum li ho portati».

 

Quale debito di riconoscenza aveva da saldare con il Partito?

«Silvio Berlusconi a me mi ha dato tanto. Mi ha consentito di candidarmi in un periodo nel quale altrimenti nessuno mi avrebbe mai concesso un’opportunità del genere. Senza Forza Italia io non sarei mai diventato consigliere regionale e tantomeno assessore regionale. È il partito ad avermi fatto diventare deputato due volte. È per questo che gli sono rimasto fedele anche nei momenti difficili. Ma forse ho sbagliato, perché mi hanno inc***to. E non una sola volta».

 

E quando sarebbe avvenuta la… faccenda?

«Quando mi sono candidato alla Regione nel 2013 non dovevamo essere in lista sia io che Abbruzzese. I patti non erano questi. E poi alle elezioni di Alatri: Abbruzzese non ha fatto votare me che ero il candidato di Forza Italia, mi hanno fatto perdere le Comunali. E sono stato zitto. Ora, per quello che mi riguarda, la riconoscenza è finita: con la candidatura alla Regione fatta solo per spirito di servizio, il mio conto è saldato e sono libero di mandare aff***lo tutti . Non è più il mio Partito, ora sono libero, ho pagato il pedaggio, l’ho pagato tre volte. O ci mettiamo d’accordo o me ne vado».

 

Una volta fuori cosa vuole fare?

«Voglio fare politica, un po’ di opposizione, un po di guerra sui grandi temi come l’acqua, la Tosap, l’Ambiente. Ma dove faccio politica se Forza Italia si va mettendo daccordo prima? Da qui a sei mesi farò degli incontri, non c’è fretta perchè non ci sono candidature alle porte».

 

Alla Lega però non ci può andare…

«Non è così. Io non ho chiesto niente. E se un domani dovessi  chiedere di andare alla Lega, se la Lega è intelligente, bene. Se è stupida fa come ci pare».

 

 

Intanto, però, uno che la porta della Lega ad Antonello Iannarilli gliela aprirebbe è Fabio Forte. Su Ciociaria Oggi a Corrado Trento ha detto «La fila per salire sul Carroccio? Nessun pregiudizio verso nessuno».

Sarà bello vedere come andrà a finire.

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