L’asse Pd – Lega genera la più grande occasione di ripartenza per il Lazio

Doveva essere l'annuncio del via ai lavori per le rotatorie che rivoluzioneranno la viabilità nella zona industriale di Frosinone. Si scopre invece l'asse tra Pd e Lega. Che ha generato la più grande opportunità per il Lazio negli ultimi 25 anni. Il ruolo di Durigon e De Angelis. E Melilli nell'ombra.

Le rotatorie? Chiacchiere. I maxi investimenti per le infrastrutture? Ci saranno ma non sono il piatto ricco del giorno. Quello servito nel salone delle riunioni del Consorzio Industriale di Frosinone è ben altro: è la perfetta sintonia tra Lega e Partito Democratico, la rappresentazione plastica del nuovo asse nel sud Lazio tra Francesco De Angelis e Claudio Durigon.

La conferenza stampa è stata convocata per annunciare il via ai cantieri delle nuove rotatorie destinate a cambiare la viabilità nell’area industriale di Frosinone. L’argomento viene liquidato in dieci secondi. Il vero tema è il rilancio economico: delle province di Frosinone e Latina, cioè del Sud del Lazio, cioè di una delle aree industriali del Paese. Qui c’è l’ottava Camera di Commercio d’Italia per peso economico, sta nascendo il più grosso consorzio industriale d’Italia.

La pre riunione

La vera riunione è quella che precede la Conferenza Stampa convocata al 1° piano del palazzo Asi. Il clou invece è al 3° Piano: nell’ufficio del presidente Francesco De Angelis. Lì in processione sono saliti il sottosegretario alle Finanze Claudio Durigon, il sindaco di Frosinone (e coordinatore provinciale della Lega) Nicola Ottaviani, il consigliere regionale del Lazio (e responsabile Organizzazione del carroccio) Pasquale Ciacciarelli, il presidente nazionale di ConfimpreseItalia Guido D’Amico. All’interno, con il titolare della Presidenza, hanno trovato ad aspettarli il presidente del Cosilam Marco Delle Cese, il presidente di Unindustria Frosinone Miriam Diurni. Fino a pochi minuti prima erano stati lì Il presidente di Cna Giovanni Proia ed il consigliere d’amministrazione Asi Gianfranco Pizzutelli. Con ritardo ma arriva anche Salvatore Forte, presidente del Consorzio Industriale del Sud Pontino.

Lì va in scena la politica. Lega e Partito Democratico sono dentro allo stesso Governo guidato da Mario Draghi. E questo ha abbassato di molto gli steccati: facendo vedere gli immensi risultati che è possibile raggiungere insieme. Dicono che l’anello di unione sia stato l’onorevole Fabio Melilli: presidente della V Commissione Bilancio a Montecitorio, politico di lungo corso siede alla Camera dal 2013, in precedenza è stato presidente della Provincia di Rieti per due mandati. Soprattutto è stato Segretario Pd del Lazio per 4 anni. Durante i quali il dialogo con Francesco De Angelis è stato fitto.

I rumors romani assicurano che sia stato lui ad intavolare il dibattito e far capire che il rilancio economico ed industriale del Lazio è possibile. Perché in questo momento le condizioni economiche e politiche ci sono tutte. Ma occorreva un passaggio: il dialogo sui territori abbassando gli steccati. È quello che hanno fatto Claudio Durigon e Francesco De Angelis. Che poi abbia preso forma un asse solidissimo è un altro fatto. Il risultato è micidiale: il Consorzio Industriale Unico del Lazio che sta nascendo attraverso l’iter di fusione affidato a De Angelis. Sarà un super assessorato regionale all’industria ed allo sviluppo. Un mini ministero.

Gli steccati e la prateria

Claudio Durigon

Quel colosso nascerà perché l’asse Pd – Lega c’è. Si comprende leggendo tra le righe delle dichiarazioni fatte in mattinata all’Asi. Ad esempio quando Francesco De Angelis ringrazia “il sindaco di Frosinone per le interessanti sollecitazioni che ha fatto pervenire”. In realtà fino a qualche settimana fa il sindaco leghista Nicola Ottaviani aveva puntato la pistola politica alla tempia del Consorzio Industriale Unico del Lazio. È stata la mediazione di Durigon a trovare la sintesi.

L’ha individuata attraverso la fondamentale opera sul campo attuata da Pasquale Ciacciarelli. Il coordinatore regionale leghista lo ringrazia “per gli emendamenti approvati in regione Lazio che vanno a garanzia dell’autonomia dei territori”. È la modifica che la Lega chiedeva per disarmare la pistola puntata da Ottaviani.

In pratica? Il super consorzio deciderà la politiche industriali in base alle linee strategiche decise dalla regione Lazio. Ma saranno i territori ad avere in mano una chiave di autodeterminazione con cui si garantiscono l’ultima parola su una serie di temi. All’atto pratico? A livello centrale il Consiglio di Amministrazione del Consorzio si occuperà di infrastrutture, finanziamenti comunicatari e nazionali. Ma i cambi di destinazione d’uso e gli iter di autorizzazione e di rilascio delle concessioni rimangono sui territori. È una sorta di federalismo economico: le scelte strategiche si prendono a livello centrale ma le decisoni operative si prendono sul territorio.

Frosinone e Latina strategiche

Marco Delle Cese e Nicola Ottaviani

A prescindere dai dettagli e dalla suddivisione dei poteri, il Consorzio Industriale sarà una macchina per l’attrazione degli investimenti europei e nazionali.

Non è un caso che Nicola Ottaviani la paragoni ad «una cassa per il Mezzogiorno 2.0, o se preferite un nuovo Piano Marshal come quello che consenì la ricostruzione del Paese dopo la Seconda Guerra Mondiale».

Mette subito in chiaro la storia della pistola (politica) alla tempia. «La nostra opposizione non è stata fatta per rivendicare poltone o prebende. Ci siamo impuntati per garantire i territori».

Chi comanda: né Pd né Lega ma…

In sala chiedono se verrà migliorata la viabilità che collega Frosinone con Latina. Claudio Durigon non è venuto a Frosinone per cercare applausi. Con onestà dice: «I fondi del recovery non sono destinati a finanziare le infrastrutture viarie».

C’è chi ha paura che una volta varato, il maxi consorzio finisca nelle mani dei romani e come sempre, le province resteranno a subire. «La governance iniziale la deciderà Zingaretti» taglia corto Francesco De Angelis. In realtà è molto difficile tagliare fuori le province: si tratta di un consorzio industriale e storicamente le industrie non stanno a Roma. Le quote sono calcolate in base alle infrastrutture che verranno conferite: strade, depuratori, impianti… L’Asi di Frosinone ha il 37%, il Cosilam ha il 9%, se fanno strategia con il Cosind di Formia – Gaeta hanno la maggioranza. (Leggi qui Consorzio unico, il socio di maggioranza? La Ciociaria).

Una strategia finalmente

Quello che emerge dalla Conferenza stampa è che c’è finalmente una strategia. Che passa per i due Partiti del Governo. E quella visione strategica delle infrastrutture dovrà superare lo scoglio della prossima Finanziaria. «Latina è sinergica a Frosinone – evidenzia Claudio Durigon insieme rappresentano un mercato da un milione di abitanti». Cita l‘Ospedale del Golfo, il nuovo ospedale di Latina, il rilancio degli ospedali di Frosinone e Sora. E appena viene citati l’argomento, si inserisce Ottaviani: rinnova il suo progetto di «raddoppio dell’ospedale di Frosinone, realizzando un intero padiglione per la cura delle pandemie da affiancare alla struttura per le cure ordinarie».

Durigon è ancora più pragmatico: «Il potenziamento e lo sviluppo economico ed industriale del principale consorzio industriale italiano sono strategici. La battaglia per la vita sarà sulla realizzazione di infrastrutture strategiche per il Lazio ed il Paese: come l’autostrada Roma-Latina, la superstrada Cisterna – Valmontone. È su questo che dobbiamo concentrarci. Sulle nomine: chi se ne importa».

Ha ragione lui. Ha ragione Francesco De Angelis. Soprattutto ha ragione una formula di governo che ha avuto il coraggio di mettere insieme forze politiche così lontane tra loro. Obbligate a confrontarsi hanno messo a punto la più grande occasione di ripartenza per il Lazio.