Latina, Frosinone, Viterbo ed il paradosso della graduatoria

Frosinone, Latina, Viterbo ottengono la doppia tripla A nella graduatoria dei Comuni virtuosi. Sono nell'Olimpo dei 15 capoluoghi italiani. Ma siamo sicuri che sia una cosa positiva?

Andrea Apruzzese

Inter sidera versor

Una doppia tripla AAA; tutti soddisfatti, ma le buche restano. A casa mia, quando ancora c’erano gli anziani (tra poco lo diventerò io, ma questo è un altro discorso) c’era un detto: «Chi più spende, meno spende». Ovvero: spendi una volta su una cosa buona, e ti dura 10 anni; spendi poco, ti si rompe e dovrai ricomprarla. Latina ha preso una doppia tripla AAA, ovvero rating massimo, nella speciale graduatoria dei Comuni capoluoghi di provincia che spendono meno per uffici e strutture per la manutenzione stradale e per questo vengono definiti “virtuosi”.

In particolare, il capoluogo pontino ha speso, nel 2020, anno preso in esame, che poi è quello della pandemia e si è potuto intervenire di meno, 308.720 euro.

I numeri della graduatoria

Foto: Ernesto e Slava / Pixabay

La classifica è della Fondazione Gazzetta Amministrativa nell’ambito del Progetto Pitagora che, nel corso dei mesi, ogni volta analizza i capitoli di spesa degli enti pubblici su un settore piuttosto che un altro.

In questo caso, la classifica è relativa alla spesa per il mantenimento di uffici e strutture per la manutenzione di infrastrutture stradali. Non quindi delle pure operazioni concrete.

Nel Lazio, Roma, ovviamente, è quella che spende di più, con 73 milioni di euro, mentre Frosinone spende 318.666 euro, Rieti 769.939 euro, Viterbo 440.674 euro. La doppia tripla AAA significa che non risultano scostamenti eccessivi di spesa rispetto a parametri prefissati. Quel riconoscimento spetta, oltre a Latina, anche a Viterbo e Frosinone, mentre Roma e Rieti si fermano a due singole A.

Latina, Viterbo e Frosinone sono quindi nell’Olimpo dei 15 capoluoghi più virtuosi (rispettivamente al 5°, 13° e 15° posto).

I polli di Trilussa

(Foto Stux)

Fin qui i dati. Che però vogliono dire poco, con buona pace delle classifiche, delle graduatorie e anche dei primi posti in queste ottenute. Trilussa lo cantò in romanesco, delle statistiche, spiegando che se di tre persone una mangia due polli, una ne mangia uno e l’ultima non mangia proprio, tutte e tre avranno mangiato un pollo, ma intanto l’ultima muore di fame.

Spendi poco, le buche restano. E il primo paradosso della classifica è questo: Latina è virtuosa, ma le buche ancora ci sono in alcune strade. Via Rappini la faccio spesso, tutti i giorni e l’asfalto sembra Beirut degli anni ’80, con il rispetto per chi a Beirut ha vissuto ed è morto in quegli anni. E non è l’unica, in centro. Strada piccola, certo, ma cruciale, ad esempio per raggiungere la casa circondariale (che, per la parte maschile, non è un carcere; per quella femminile si, e pure di massima sicurezza).

Gli effetti ignorati

Il secondo paradosso delle statistiche è quello di Trilussa: non si prendono in considerazione gli effetti finali. Se si parla di euro, infatti, Latina da anni ha adottato lo schema modello dell’accordo quadro per la manutenzione stradale: due anni di durata, due settori (Latina nord orientale e sud occidentale), 5,7 milioni di euro di impegno. Grazie a questo, sono stati rifatti integralmente lunghi tratti di strada.

Ad esempio via della Rosa. Per decenni era rimasta in condizioni disastrate a causa delle radici dei pini che avevano reso l’asfalto degno di un Camel Trophy. Ora è un tavolo da biliardo. Liscio come l’olio. In attesa dell’operatività del nuovo accordo quadro, il Comune impegna 330.400 euro da bilancio, altri 230mila euro da finanziamento statale, mentre alla Regione sono stati chiesti 400mila euro e si valuta pure l’ipotesi di un mutuo da 10 milioni di euro alla Cassa depositi e prestiti, sempre che la Ragioneria generale lo giudichi sostenibile per le casse.

Alla fine della fiera: le statistiche sono utili, ma vanno anche correlate, con buona pace di Trilussa.