Latina, il centrodestra, tra prove d’amore, Tar e le regionali

La 'prova d'amore' chiesta dal centrodestra a Forza Italia. Che non intende concedersi. I nuovi segnali di distanza. I punti della rottura. E l'aria delle Regionali

Andrea Apruzzese

Inter sidera versor

Una prova d’amore, la si potrebbe quasi definire. No, non è esattamente come “quella” prova, che in decenni ormai remoti, i fidanzati futuri mariti chiedevano alle fidanzate future mogli. Ma è molto simile. O, se si vuole essere più moderni e aderenti alla realtà dei fatti politica, si può definire come una prova di fiducia. Fiducia tra alleati che devono ritrovare chiarezza e rispetto reciproci, dopo 12 anni di incomprensioni e sgambetti.

FdI e Lega, a Latina, chiedono a Forza Italia di garantire, subito, che firmerà insieme a loro la mozione di sfiducia al sindaco – ora decaduto – Damiano Coletta, in caso non si torni alle urne per le 22 sezioni elettorali del capoluogo pontino il cui risultato di ottobre è stato annullato dal Tar.

Si va al voto, ma…

Il commissario Carmine Valente

FdI e Lega sono fiduciose che il Consiglio di Stato confermi la sentenza del Tar e l’annullamento del voto di ottobre, obbligando così le 22 sezioni a tornare a votare. C’è già la data, ufficializzata nelle ore scorse dal commissario Carmine Valente, nominato dal prefetto. Si rivota il 4 settembre, i comizi elettorali sono convocati il 21 luglio. La legge è chiara.

Ma qualcosa potrebbe non tornare. «Se il Consiglio di Stato annulla la sentenza del Tar si torna come si era prima del 7 luglio, allora Forza Italia deve decidere: non può restare in maggioranza con il sindaco Coletta, ma lo deve dire ora, affermando che firmerà la mozione di sfiducia», ha tuonato il vice coordinatore regionale di FdI, Enrico Tiero.

Ma Forza Italia non ci sta: è prematuro, rispondono.

I malumori nel centrodestra

Claudio Fazzone, Nicola Calandrini e Claudio Durigon

Ma a FdI e Lega non sta bene soltanto che Forza Italia sia in maggioranza nel Comune capoluogo con Pd e Cinquestelle. Non sta bene neanche che sia al governo in Provincia, insieme ad Italia Viva di Gerardo Stefanelli. Soprattutto, il fatto che FdI e Lega abbiano detto, in occasione delle elezioni provinciali di dicembre, a FI «ok, tu hai più sindaci, spetta a te scegliere il candidato presidente» e che FI abbia risposto «bene, per me è Gerardo Stefanelli»: cioè un sindaco proveniente dal Pd ed ora renziano.

Più altre situazioni da chiarire in provincia: dalle maggioranze di Terracina a quelle di Fondi. Beninteso, FI ha garantito agli “alleati” che sosterrà il candidato sindaco Vincenzo Zaccheo in queste elezioni “suppletive”. Ma questo appare come l’unico punto di intesa.

Quello che appare è che la vittoria al Tar, con la riapertura delle 22 sezioni che potrebbe – forse – portare a una vittoria al primo turno di Zaccheo, non è una circostanza da sola in grado di riunire il centrodestra pontino. Anzi. A tal punto che ieri il capogruppo della Lega, Massimiliano Carnevale, non si è appellato solo a FI, ma anche a tutte le liste civiche propostesi al primo turno con altri candidati sindaco: dite da che parte state, se con Coletta o con Zaccheo (perché il punto sarà anche il ruolo degli altri ex candidati sindaco…).

Lo stesso vento d’autunno

Vincenzo Zaccheo

Di fronte alla campagna elettorale per settembre, il centrodestra sembra tornare a dividersi come non mai negli ultimi 12 anni. Che pure sono stati difficili: gli alleati lamentano infatti diverse cose agli azzurri: Forza Italia ha sfiduciato Vincenzo Zaccheo nel 2010. Nel 2015 FI ha sfiduciato Giovanni Di Giorgi, passato nel 2013 a FdI (e a cascata precipitarono altre amministrazioni come Terracina). Forza Italia ha fatto l’accordo per la governance dell’acqua con Pd e civici nel 2016. FI nel 2021 ha supportato in maggioranza per quasi un anno Damiano Coletta, sindaco civico in un’amministrazione con Pd e Cinquestelle.

In più, c’è lo sgambetto del primo turno a Zaccheo: le sue liste superano il 53%, lui si ferma al 49%.

Nessuno formula accuse precise nei confronti degli alleati, perché ognuno è tenuto in primis a guardare in casa propria, ma è palese che molti candidati consiglieri si siano presi il voto personale, senza far dare quello per il sindaco. Si chiama voto disgiunto, ed è consentito dalle norme elettorali. Ma spacca le alleanze.

Non è una partita locale

A questo punto può sembrare una partita locale, ma non è così. Davanti ci sono le elezioni regionali e le politiche del 2023. Domani, in pratica. Latina è solo una parte di una battaglia molto più ampia.

Claudio Fazzone, senatore, coordinatore regionale del Lazio di FI, è artefice di molti degli accordi in piedi, e ora deve guardare anche alle imminenti elezioni.

Di lui dicono che abbia varie possibilità: immaginarsi candidato per la presidenza della Regione che nel 2023 sarà orfana di Nicola Zingaretti, ruolo per ambire al quale avrebbe bisogno di trovare molti voti, forse anche in quella parte di centrosinistra con cui ha intessuto intese negli ultimi anni. Oppure riconfermarsi allo scranno di palazzo Madama. Meglio ancora, essere ago della bilancia in nuovi equilibri e nuove intese: il suo essere infatti del sud pontino potrebbe non giocare in favore di una candidatura che dovrebbe essere la più unitaria e condivisa possibile per via Cristoforo Colombo, e in FI c’è qualcuno che ha iniziato a farlo notare. (Leggi qui: Gli incroci che portano al candidato del centrodestra).

I primi movimenti

Chiara Colosimo (Foto: Stefano Carofei / Imagoeconomica)

I movimenti sono già iniziati, per la Regione come per le politiche. Nel centrodestra, per la Regione, si muovono i nomi di Gennaro Sangiuliano, uomo apprezzato dalla Lega che lo ha voluto alla guida del Tg2; in queste ore sta iniziando a battere il terreno e la sua presenza viene registrata in molti eventi del centrodestra. Se occorre un nome di convergenza, il suo lo è.

Se invece dovesse toccare a Fratelli d’Italia esprimere la candidatura per mettere a terra il suo valore aggiunto nel Lazio, la leader nazionale Giorgia Meloni ha a disposizione nomi collaudati ed affidabili. Come la sua fedelissima Chiara Colosimo. Oppure l’ex portavoce Nicola Procaccini (che avrebbe già fatto sapere ‘No grazie, ho già fatto il sindaco per troppi anni, preferisco l’Europa).

I tempi per decidere i candidati, a livello regionale e nazionale, ci sono ancora. Per essere alleati sulle 22 sezioni di Latina, no: il 26 luglio il CdS potrebbe confermare le elezioni. E il 27 bisognerà correre per Zaccheo. Lui, intanto, è già tornato a battere il territorio del capoluogo pontino.

Chi fa da sé fa per tre.

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