Latina, l’isola pedonale e le sperimentazioni che durano due anni

L'esperimento per l'isola pedonale doveva durare pochi mesi: è arrivato, di proroga in proroga, a due anni. Ora una ulteriore. Con un significato preciso: quando tornerà la politica toccherà a lei decidere

Andrea Apruzzese

Inter sidera versor

Ancora sei mesi. Di sperimentazione. Ovvero, fino alla fine – presunta – del mandato da commissario del Comune di Latina. Poi, sarà la politica, che per allora sarà tornata, a decidere il futuro. Il ruolo del commissario: tracciare la strada, che poi la politica deciderà se seguire o meno.

Non ci sono solo i conti delle casse comunali da tenere in ordine, i rifiuti da gestire, i 90 anni da celebrare. C’è anche da decidere – o meno – sul prosieguo dell’isola pedonale nel centro storico della città.

Isola si, isola no

Il varco Ztl

Una storia antica: tentativi di pedonalizzazione dell’area urbana attorno a piazza del Popolo avvennero già negli anni ’90 del secolo scorso. Poi, la decisione: facciamo una zona a traffico limitato (ztl), assunta sotto la giunta guidata da Giovanni Di Giorgi nei primi anni Dieci del nuovo millennio. Una decisione aspramente contestata da una frangia di commercianti che lamentavano come, senza le auto, ovvero senza la possibilità per i possibili clienti di parcheggiare esattamente davanti alla vetrina del loro negozio, le vendite calavano, il centro si desertificava, la zona moriva.

La ztl è stata così per anni al centro di violente polemiche politiche, ma è rimasta. Poi, sotto la giunta di Damiano Coletta, l’ulteriore decisione: la ztl diventa un’isola pedonale. Via completamente le auto, incluse quelle dei residenti che, fino a quel momento, potevano entrare e parcheggiare. Per loro, sono stati dedicati posti auto riservati nei parcheggi a pagamento limitrofi. Un’isola pedonale – evoluzione della ztl – nata quindi come “sperimentazione” il 15 luglio del 2021.

Di proroga in proroga

Il commissario Carmine Valente

La sperimentazione sarebbe dovuta durare fino al 31 dicembre di quell’anno, finalizzata anche alla raccolta di dati, in particolare del gradimento o meno da parte dei cittadini, tramite un sondaggio svolto dall’Urban center di Latina. Poi, due proroghe della sperimentazione, fino al 29 giugno 2022 prima, e fino al 28 settembre poi, necessarie all’elaborazione e valutazione dei dati raccolti.

Dati che, incontrovertibilmente, avevano evidenziato il gradimento dell’isola pedonale: 716 risposte al sondaggio, delle quali l’83,2% era favorevole al mantenimento.

Il 28 settembre 2022, giorno di scadenza della seconda proroga di sperimentazione, è però stato anche il giorno della caduta del Consiglio comunale, così subito arrivò una terza proroga, fino al 31 dicembre. Che, inesorabilmente, si avvicina.

Ora la quarta proroga, siglata dal commissario Carmine Valente con propria delibera assunta con i poteri di giunta. Un atto che racconta questa storia, e che evidenzia un altro dato: «A oggi, l’area interessata dalla misura temporanea di pedonalizzazione risulta ancora oggetto di ulteriori analisi/indagini e rilevazioni da parte del Soggetto incaricato della redazione del Piano Urbano della Mobilità Sostenibile (PUMS); all’esito delle ulteriori indagini svolte sarà necessario provvedere a redigere apposito regolamento per la gestione di tale ambito; l’area risulta inoltre interessata da attività manutentive ed integrative per ciò che attiene la gestione dei varchi elettronici di accesso ed è in corso di attivazione un nuovo servizio informatizzato per la richiesta di ingresso in tale area».

Ancora da approfondire

Insomma, ci sono ancora molte circostanze, tecniche, da valutare e approfondire. Per questo, la proroga, della sperimentazione, la quarta consecutiva, arriverà fino al 30 giugno 2023. La delibera non lo dice, ma è ovviamente nel sottotesto un altro dato: per il 30 giugno 2023 la politica sarà tornata in piazza del Popolo. E toccherà quindi alla politica assumere una decisione finale, se mantenere o meno l’isola pedonale, modificarla, tornare alla ztl, o altro ancora.

Perché forse ci sono decisioni inerenti il futuro di una città, che un commissario, che pure detiene pieni poteri di sindaco, giunta e Consiglio, ritiene giusto lasciare ai rappresentanti eletti della comunità.